DANIELE CAT BERRO
Se non è un «pesce» dei model-
li meteorologici, tra martedì
31 marzo e mercoledì 1° aprile
potremmo vedere una delle ne-
vicate più tardive da decenni
sulla pianura torinese. A cau-
sarla, dopo la fredda antepri-
ma di questi giorni, sarebbe
una depressione colma d'aria
artica in rotta dal Baltico verso
il Mediterraneo. A quattro
giorni dall'obiettivo la previsio-
ne soffre ancora di incertezza
e andrà verificata: basterebbe
una traiettoria del vortice solo
poche centinaia di chilometri
più occidentale per tenere il
Piemonte al margine del raf-
freddamento, sotto pioggia an-
ziché neve al piano. Lo scena-
rio attualmente disponibile in-
dica per Torino e dintorni un ri-
torno di schiarite e temperatu-
re tiepide oggi, con massime
di 18-20 °C che – anche in tem-
pi di quarantena - permette-
ranno ai fortunati che hanno
un giardino di godere di qual-
che gradevole ora d'aria. Do-
mani ancora un po' di sole spe-
cie al mattino, ma cielo in gra-
duale annuvolamento e primi
rovesci verso sera. Il nuovo
peggioramento di stampo in-
vernale si dovrebbe avvertire
specie da lunedì: piogge in
estensione e temperature che
scenderanno attorno a 5 °C nel-
le ore centrali, in ulteriore ca-
lo, tanto che verso sera fiocchi
misti a pioggia sono attesi in-
torno a Cuneo e sulla collina di
Torino.
Martedì le precipitazioni do-
vrebbero continuare divenen-
do nevose anche in pianura, e
proseguendo fino a mercoledì
mattina, alternandosi talora a
pioggia. Data l'incertezza, e a
maggior ragione con tempera-
ture vicine al limite di 0 °C
(quando mezzo grado fa la dif-
ferenza tra pioggia e neve),
per ora non ha senso pronun-
ciarsi su quanti centimetri di
manto potranno depositarsi in
città. Più facile sbilanciarsi per
le Alpi, dove è probabile che
ne cadano almeno 20-50 cm,
come sulle montagne torinesi
non si vedeva da più di tre me-
si, dal 20 dicembre. Se la previ-
sione di neve a Torino si avve-
rerà, si tratterà di un episodio
primaverile inconsueto, di
quelli che peraltro a causa del
riscaldamento globale diven-
tano sempre più rari. Prece-
denti nevosi in questo periodo
dell'anno, o anche più avanti,
nei decenni recenti in città si
ebbero solo il 24 marzo 1998
(1 cm), il 17-18 aprile 1991 (5
cm) e il 25 aprile 1972 (3 cm).
Ma più indietro nel tempo ve-
dere la neve a fine marzo o in
aprile era abbastanza comu-
ne, con un caso ogni 6 anni in
media, e un record di ben 48
cm il 31 marzo-1° aprile 1910!
Lo scherzo atmosferico in arri-
vo – semmai ce ne fosse biso-
gno - contribuirà a farci ricor-
dare questo duemilaeventi, al
termine di un inverno manca-
to in cui la neve quasi non s'era
vista, a parte i due miseri centi-
metri caduti il 13 dicembre
- Altra particolarità: mar-
zo si avvia a terminare con tem-
peratura media attorno a 9 °C,
un grado sotto norma. Che
marzo risultasse più freddo di
febbraio a Torino era capitato
solo altre quattro volte in 267
anni: nel 1757, 1869, 1883 e - La colpa di questa biz-
zarra «inversione» stagionale
non è di un marzo quasi nor-
male, ma del febbraio più cal-
do della storia piemontese. —
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IRENE FAMA’
Un cryptoricatto - progettato
su larga scala - che però non
si è mai realizzato. Una ven-
tina di lettere inviate nell’a-
prile 2019 a grandi brand
italiani come Lavazza, Illy,
Vergnano, Ferrero, Barilla.
Missive all’oleandrina, una
sostanza tossica che in cer-
ti casi può diventare letale,
firmate «Quick et Flupke»
personaggi dei fumetti
creati negli anni Trenta in
Belgio da Hergé, il padre di
Tintin. Un mistero – quello
delle buste alla polvere ver-
de - che sembra destinato a
rimanere tale. La Procura
di Torino ha archiviato l’in-
chiesta, dopo che le indagi-
ni dell’Europol si sono fer-
mate davanti a una casella
postale di una località del
Belgio. E così rimane il di-
lemma. Quella minaccia -
«Se non ci pagate, avvele-
neremo i vostri prodotti» -
è stata uno scherzo di catti-
vo gusto? O una prova per
un ricatto che poi non ha
avuto seguito? Una prima
busta, con all’interno una
piccola quantità di polvere
verde, era stata recapitata
alla sede del Caffè Vergna-
no di Santena. Poi alla Illy
di Roma, a una sede della
Ferrero ad Alba. Al centro
dirigenziale della Lavazza
di Torino, dove sette dipen-
denti addetti alla ricezione
della posta erano stati trat-
tenuti in isolamento per
un’intera giornata. I pm
Emilio Gatti e Paolo Scafi
avevano disposto una con-
sulenza per appurare la na-
tura e la tossicità della so-
stanza e per analizzare le
lettere. Tutte con la stessa
minaccia, scritta in ingle-
se: «Versate 300mila euro
in Bitcoin entro il 20 mag-
gio o avveleneremo i vostri
prodotti esposti sugli scaf-
fali». La consegna del dena-
ro sarebbe dovuta avvenire
via internet, con un’opera-
zione digitale e usando un
indirizzo di crittografia.
«Alla fine di questa scaden-
za, se non avremo nulla sa-
rà peggio per te» era scrit-
to. Ma il termine è stato am-
piamente superato e nulla
è successo. Gli investigato-
ri hanno analizzato i con-
tatti telematici legati a un
portafoglio di Bitcoin che
faceva riferimento a una zo-
na della Francia: pure que-
sto rimasto vuoto. Una bu-
fala? Un gesto goliardico?
«Siamo persone serie, non
terroristi, né malati di men-
te» dicevano i cryptoricat-
tatori. Nascosti dietro la fir-
ma di «Quick et Flupke», fa-
mosi per le loro marachelle
e i loro dispetti. —
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GIUSEPPE LEGATO
Truffa e abuso d’ufficio. E –
se la sentenza passerà in giu-
dicato - interdizione dal ser-
vizio per un anno e sette me-
si. Questo rischia il luogote-
nente Filippo Cardillo, 55
anni, ex comandante della
caserma di San Salvario. Al-
meno secondo il giudice
Pier Giorgio Balestretti che
lo ha condannato a due an-
ni e due mesi in primo gra-
do sposando la linea del pm
Francesco Pelosi.
Cardillo fece cancellare
17 multe tra il 2011 e il
2012 che aveva preso lui
stesso. Dopo la notifica face-
va ricorso al Prefetto «atte-
stando falsamente che il vei-
colo era a lui in uso per moti-
vi di polizia giudiziaria».
Verbali cancellati, fino a
quando qualcuno non ha
notato le anomalie. E sono
stati gli stessi carabinieri
(del pool di giudiziaria del-
la procura) a condurre l’in-
chiesta sul collega. «Analiz-
zando gli orari delle multe
con gli orari di presenza di
Cardillo in ufficio gli inqui-
renti – scrive il giudice – ave-
vano notato che nelle mede-
sime date il militare risulta-
va assente per licenza o ma-
lattia». Dicono gli ex sotto-
posti che Cardillo, difeso
dal legale Oliviero dal Fiu-
me, «era un comandante
spesso assente» tanto che la
sua «scarsa presenza in uffi-
cio» gli era valsa il sopran-
nome di «ghost (fanta-
sma)». Lui si è difeso preci-
sando di non essere «un co-
mandante da scrivania».
Sia come sia, molti dei suoi
militari gli prestavano l’au-
to che lui - a volte - ha utiliz-
zato per motivi personali.
Solo un carabiniere si è op-
posto «ed è passato alla sto-
ria, ma è stato destinato a
svolgere turni maggiormen-
te gravosi».
Incrociando poi il segna-
le gps del telefonino e le
tracciature bancomat con
gli orari di servizio, Cardil-
lo figurava al supermerca-
to, in profumeria, in coda al-
la Soris per pagare multe. E
poi c’è una strana vicenda
che riguarda un chiosco di
bibite al Valentino, di fron-
te all’ex discoteca Cacao.
Cardillo dispose un seque-
stro «quando non vi erano i
caratteri di urgenza e tar-
dò ad eseguire il successi-
vo dissequestro». In aula è
emerso come il chiosco fa-
cesse concorrenza al cate-
ring interno della discote-
ca, il cui gestore – hanno ri-
ferito molti testi – era di-
ventato amico di Cardillo.
Lui ha negato il giudice
non gli ha creduto. —
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5 gradi
La temperatura
prevista nei prossimi
giorni nelle ore centrali
della giornata
DOPO DUE MESI DI TEMPERATURE SOPRA LA MEDIA TORNA IL FREDDO
Da lunedì arriva l’inverno che non c’è stato
Temperature in forte calo, prevista neve a bassa quota (e in città) nelle giornate di martedì e mercoledì
Una nevicata al mercato di Porta Palazzo
nel mirino vergnano, illy, ferrero
Minacce in busta
ai grandi brand
Inchiesta archiviata
le motivazioni della sentenza
Si faceva togliere
le multe: due anni
di condanna
40 LASTAMPASABATO28 MARZO 2020
CRONACA DI TORINO
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