Corriere della Sera - 08.04.2020

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2 Mercoledì8Aprile2020 CorrieredellaSera


ILPIANODELGOVERNO


Primopiano L’emergenzasanitaria


Laproduzione


1


Alcunecategoriediimpresepotrannoripartiregiàla
prossimasettimana,aggiungendosicosìalleaziende,come
quellealimentari,chenonhannochiuso.Distanzadi
sicurezzaedispositividiprotezionesarannoobbligatori

Turni ecodeperogniattività


Così ripartiràl’Italia


T


urni per lavorare e tur-
ni per entrarenei ne-
gozi. Distanza di sicu-
rezza edispositivi di
protezione obbligatori per chi
ha contatticonilpubblico.
Nella «fase 2» dell’emergenza
da coro navirus—che potrà
cominciare dal 4 maggio — le
abitudini quotidiane dovran-
no cambiare in maniera radi-
cale rispettoalpassato.Èla
condizione per poterriparti-
re,dunque governo escien-
ziati sonocerti che i cittadini
accetteranno le nuove regole,
così come hanno fattoper
questa lunga quarantena. Ri-
presa «lentaegraduale», la
strategia noncambia. Ma du-
rante la riunionecon il comi-
tato tecnico scientifico il pre-
sidente del Consiglio Giusep-
pe Conteèstatochiaro: «La
tutela della saluteresta al pri-
mo posto, peròimotori del
Paese non possonorestare
spenti troppo a lungo». È pre-
occupato «per latenuta psico-
logica dei cittadini, per l’ordi-
ne pubblicoeper l’impatto
delle chiusuresull’econo-
mia». Sa bene che «la curva
dell’epidemia si è stabilizzata,
dunque entriamo nella fase
della massima attenzione,
che ci imponeamantenere
prudenza e rigore». E dunque
nel discorso ai cittadini che
farà nei prossimi giorni, an-

Ilcommercio


2


Neinegozisientreràaturno,comegiàavvienenei
supermercatiealimentariinquestigiorni.Oltreal
distanziamento,anchequiidispositividiprotezione
sarannoobbligatoriperchihacontatticonilpubblico

Ecco perché bisognerà privi-
legiarelosmartworking,
mentreper chiva in sede si
dovranno prevedereturni al-
ternati divisi per orario o per
fascegiornaliere. Il metrodi
distanza dovrà essere sempre
garantito, dunque lo spazio
tra le postazioni dovrà essere
più ampio. La stessaregola si
applicherà ai negozieatutti
gli altri settori che prevedono
la presenza dei clienti. Vuol

dire che per fare acquisti sarà
necessario mettersi incoda
— come adesso davanti a su-
permercati efarmacie—ma
soprattutto entrare scagliona-
ti. Per andare dal parrucchie-
re, nei centri estetici e in tutti
gli altri luoghi che prevedono
un contatto diretto ocomun-
que ravvicinato, sarà invece
necessario prendere appunta-
mento in modo da essere sol-
tanto in due per stanza: lavo-

ratore e cliente.

Guantiemascherine
Agli scienziati Conte ha rivol-
to una richiesta specifica:
«Elaborareunprogramma
sulla “fase 2”,conl’ausilio di
esperti di modelli organizza-
tivi del lavoro, sociologi, psi-
cologi, statistici» per arrivare
a «modelli diconvivenzacon
il virus». E questocertamente
prevederà l’obbligo per i lavo-

ratori che hannocontatticon
il pubblico di indossare guan-
ti emascherine. Dispositivi
che ancheicittadini dovran-
no averesemprecon sé in
modo da poterli utilizzare
quando si trovano conaltre
persone o devono entrare nei
negozi.

Nientepiùaula
Uno dei criteri per allentare i
divieti di spostamentopo-

Sulterritorio


Silenzio-assenso


perchichiede


laderoga


Giàallavoro


80milaimprese


L


a fase due, per alcuni, è già
cominciata. Sono circa 80
mila, secondo stime dei
sindacati, le aziende che hanno
riaperto in deroga allo stop deciso
per contenere l’epidemia.Per
farlo, devono presentare al
prefetto un’autocertificazione in
cui dichiarano di rientrare nella
filiera delle attività essenziali. E
negli ultimi giorni è stato un
crescendo: inVeneto di richieste
ne sono arrivate 15 mila,con
Vicenza a fare da trainocon 3.500.
In Emilia-Romagna siamo a 7
mila, mentre la provinciacon più
richieste in assoluto è Brescia, che
ha superato quota 5 mila. Ma non
c’è solo il Nord in questa classifica.
In Puglia le richieste sono 5

mila, nelle Marche 3.500. È
possibile che nelle prossime ore
questi numeri salgano ancora. Ed
è probabile che il meccanismo che
li dovrebbe governare finisca per
incepparsi.Una volta mandata
l’autocertificazione alla prefettura,
vale la regola del silenzio assenso:
senza una risposta la richiesta è da
intendersi accolta. E se èvero che i
30 giorni ditempo a disposizione
delle prefetture non sono ancora
scaduti, è anchevero che in questo
momento di emergenza le
prefetture faticano a stare dietro a
tutte le pratiche. Anche perché la
regola è di per sécomplessa e da
interpretare.
Un’impresa può chiedere di
riaprire anche se di per sé non è

essenziale ma rientra in una filiera
protetta. Un esempio: un’azienda
piemontese che produce
pneumatici, prodotto non
essenziale, ha chiesto di riaprire
perchéfornisce le ambulanze. Nel
caso specifico il permesso è stato
rifiutato. Ma non è l’unica
ambiguità. Chi opera in più filiere
chiede di riaprire per un prodotto
ma poi riapre tutto.Una tendenza
alla riapertura che riguarda anche
i negozi. Negli ultimi giorni è
salito il numero di quelli chiusi
ogni giorno perché non
rispettavano i divieti. Ora viaggia
sui 30/40 al giorno, a marzo
eravamo sui 20.
LorenzoSalvia
©RIPRODUZIONERISERVATA

30


igiorni
ditempoa
disposizione
dellaPrefettura
peresaminare
l’autocertifica-
zione
dell’impresa

15


mila,le
richiestedi
derogaal
bloccodelle
attività
presentate
finoradalle
aziendevenete

nuncerà il nuovo decretocon
l’ulterioreproro ga dei divieti
di spostamentofornendo pe-
rò una speranzacon il via libe-
ra alla riapertura di alcune
aziende la prossima settima-
na. «Non possiamo rischiare
che la curvadell’epidemia si
alzi di nuovo, perché non pos-
siamo permetterci di ripartire
da capo», dirà Conte,consa-
pevole che la «fase 2» potrà
iniziare solo dopo il ponte del
1 maggio.

Presenzealternate
Perfar tornareinattività im-
prese, aziende e studi profes-
sionali le misure di sicurezza
dovranno prevedereilmini-
mo dell’affluenza negli uffici.

diMonicaGuerzoni,
MartinaPennisi,
FiorenzaSarzanini
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