Il Sole 24 Ore - 04.03.2020

(National Geographic (Little) Kids) #1

2 Mercoledì 4 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore


Primo Piano Coronavirus


Su

ilsole24ore

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I MERCATI


Wall Street sull’ottovolante. Dopo un inizio di seduta
all’insegna del recupero, nuova brusca frenata per gli

indici americani nonostante il taglio di mezzo punto dei


tassi operato dalla Fed: per i listini Usa una frenata che
intraday ha superato anche i tre punti percentuali.

161 punti


LO SPREAD
Forte calo del differenziale di rendimento fra il decennale
italiano e quello tedesco

Powell non incanta Wall Street,


il rimbalzo si ferma in Europa


Impatto. I mercati, delusi per gli annunci vaghi del G, reagiscono scomposti al taglio dei tassi Usa:


Borse europee positive (ma sotto i massimi), listino Usa in caduta, rendimenti dei Treasury sotto l’%


Andrea Franceschi


Cronaca di un rimbalzo mancato. Se
fosse un film questo potrebbe essere

tranquillamente il titolo della seduta


di ieri sui mercati. Una giornata che
si era aperta sotto i migliori auspici

si è conclusa con rialzi tutto somma-


to modesti. Modesti soprattutto te-
nendo conto delle notizie uscite ieri

(una su tutte il taglio di mezzo punto


percentuale dei tassi deciso ieri dalla
Fed) che evidentemente non sono

riuscite del tutto a scacciare la nega-


tività di cui sono ostaggio le Borse
mondiali da quando il Coronavirus

si è trasformato da problema cinese


a emergenza globale. Anche perché
l’annuncio di misure di stimolo mo-

netario non ha fatto seguito quello


stimolo fiscale coordinato da parte
dei Paesi del G su cui gli investitori

avevano scommesso alla vigilia. Nel


comunicato finale solo vaghe di-
chiarazioni di intenti ma nessuna

misura concreta. E così la giornata


sui mercati azionari in Europa che
sembrava orientata al rally (l’indice

Stoxx  era arrivato a guadagnare


il ,%) si è chiusa con un rialzo non
così entusiasmante (+,%) tenen-

do conto del -% cumulato nelle


precedenti sei sedute. Stesso discor-
so vale per Wall Street. Alla vigilia

del vertice dei ministri delle finanze
e dei banchieri centrali la Borsa

americana aveva guadagnato oltre


il  per cento. Ma ieri in serata gli in-
dici mostravano un ribasso di oltre

il  per cento.


Crollano i tassi dei bond
Se la reazione del mercato aziona-

rio è stata scomposta quella dell’ob-


bligazionario è stata piuttosto net-
ta: gli investitori, che già nel corso

delle ultime sedute erano corsi a


comprare bond, hanno consolidato
questa scommessa anche alla luce

della mossa a sorpresa della Fed.
Anche ieri quindi è stata una gior-

nata di forti ribassi per i rendimenti


del mercato obbligazionario. Un
trend che ha interessato sia i titoli

più solidi come i Treasury america-


ni che ieri hanno aggiornato i mini-
mi storici sotto l’% sia quelli più ri-

schiosi come i BTp. Dopo una setti-


mana di forti rialzi di rendimenti e
spread ieri è arrivato il tanto atteso

rimbalzo per i titoli italiani i cui


rendimenti a dieci anni sono scesi
sotto l’% con lo spread in calo a 

punti. È stata una giornata di forti


acquisti anche per diversi bond
emessi da Paesi emergenti, una

classe di investimento storicamen-


te sensibile alle mosse della Fed,
che ieri hanno fatto registrare un

marcato calo dei rendimenti.


Dopo il taglio shock della Fed bi-
sognerà vedere come si muoveran-

no le altre banche centrali. Ieri un


taglio del costo del denaro è stato


annunciato da Australia e Malesia.


Oggi sarà la volta della Bank of Ca-
nada mentre resterà da vedere cosa

decideranno Bank of England e


Bank of Japan che nei giorni scorsi
hanno annunciato stimoli. E soprat-

tutto la Bce che alla fine potrebbe ca-


pitolare ed annunciare anch’essa
nuove misure di stimolo.

Cosa può fare la Bce
Diversi esponenti del board tra cui la

stessa Lagarde nei giorni scorsi si


erano espressi con molta cautela a
riguardo ma, dopo la decisione della

Fed, i mercati scontano una contro-


mossa. Se non altro per arrestare il
rally dell’euro che nell’ultima setti-

mana si è apprezzato di oltre il ,%


sul dollaro tornando sui massimi da
inizio anno. Anche se formalmente

il controllo delle quotazioni dell’eu-


ro non rientra nei compiti della Bce,
un eccessivo rafforzamento della

moneta potrebbe avere effetti de-


flattivi e pertanto non è desiderabile.
Ma quali margini di manovra sono

rimasti alla banca centrale? Le ulti-


me indiscrezioni parlano di un au-
mento del Qe e di un rilancio del pia-

no Tltro per erogare finanziamenti


agevolati alle imprese più colpite.


Dubbi sull’efficacia


Sullo sfondo resta un generale scet-
ticismo da parte degli investitori

sull’efficacia della sola strategia di


politica monetaria nel contrastare
una crisi come quella innescata dalla

diffusione del Coronavirus. «Fino a


quando non avremo raggiunto il
picco dei contagi la Fed resterà con-

dannata a seguire i mercati più che


indirizzarli» spiega Philippe Wa-
etcher, capo economista di Ostrum

secondo cui l’incognita maggiore ri-
guarda la possibile diffusione del

contagio negli Stati Uniti: «Il siste-


ma sanitario americano sarà in gra-
do di reggere il colpo? Si renderanno

necessarie misure drastiche come la


quarantena per ridurre il contagio?
La politica monetaria è completa-

mente impotente di fronte a queste


sfide». D’altro canto altri osservatori
fanno notare come il blocco delle at-

tività dovuto alle misure di conteni-


mento del contagio rischia di mette-
re in crisi molte aziende che potreb-

bero non essere più in grado di rifi-


nanziare il proprio debito. Il
problema riguarda anche in questo

caso soprattutto gli Usa dove in que-


sti anni è cresciuto a dismisura il
controvalore del debito societario ad

alto rischio (high yield). Tenere bas-


so il costo del denaro contribuisce ad
attenuare il rischio di un’ondata di

default societari ed evitare che una


crisi sanitaria si trasformi in una cri-
si finanziaria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Performance % di ieri e da inizio anno


IERI PERFORMANCE DA INIZIO ANNO

-9,


+1,


-9,


+1,


-8,


+1,


-10,


+0,


-7,


+0,


-7,


+0,


-7,


* Alle 20 ora italiana

Milano


Ftse Mib


Francoforte


Dax


Europe 600


Stoxx


Parigi


Cac 40


Londra


Ftse 100


Madrid


Ibex 35


New York


**S&P 500***


-3,


Le Borse


Sissi Bellomo


La Federal Reserve si è già mossa per


reagire al coronavirus, l’Opec Plus lo


farà tra oggi e domani, in un vertice
che si svolgerà in chiave ridotta per il

timore di contagio. Ma i mercati pe-
troliferi (come del resto le Borse) an-

cora non si fidano del tutto. Dopo il


blitz delle autorità monetarie Usa so-
lo l’oro si è rimesso a correre con de-

cisione, guadagnando oltre il % e


tornando a sfiorare . dollari l’on-
cia. Le quotazioni del petrolio invece,

dopo una breve fiammata, hanno fi-


nito col cancellare i rialzi: il Brent per
maggio, che si era spinto a , dol-

lari al barile grazie alla Fed, ha chiuso


la seduta poco mosso intorno a  .
Il taglio dei tassi di interesse in fin

dei conti non serve se il crollo dei con-


sumi energetici, come la frenata del-
l’economia, dipendono da un vi-

rus: nonostante la Fed gli aerei non


torneranno presto a volare come pri-
ma, né il traffico intaserà di nuovo da

un giorno all’altro le città in quaran-


tena. Altri tagli, quelli della produzio-
ne petrolifera, potrebbero essere più

efficaci nel sostenere il prezzo del ba-


rile. Ma solo a patto che l’Opec Plus
riduca le forniture in greggio in linea

con la contrazione della domanda.


L’intervento dovrà superare le attese
del mercato ed è proprio l’effetto sor-

presa che la coalizione sta forse cer-


cando, perché finora non si profila
nulla di eclatante: il Joint Technical

Committee (Jtc), tornato a riunirsi ie-


ri, ha raccomandato un taglio extra
tra mila e un milione di barili al

giorno nel secondo trimestre, di fatto


riproponendo – sia pure come opzio-
ne «minima» – la stessa misura che

aveva consigliato un mese fa, quando


il coronavirus colpiva solo la Cina.
La situazione sul mercato è

«estremamente grave», ha dichiarato


l’algerino Mohamed Arkab, presi-
dente di turno dell’Opec, e pertanto

richiede «un’azione concreta, credi-


bile,solidale e rapida». I tredici mini-
stri dell’Organizzazione discuteran-

no oggi a Vienna il da farsi, mentre


domani la palla passerà alla Russia e
agli altri nove alleati esterni. Il coro-

navirus non ha indotto a rinviare,


né a spostare in teleconferenza le riu-
nioni, ma ha indotto a misure di sicu-

rezza draconiane: per la prima volta
nei sessant’anni di storia dell’Opec, i

giornalisti non potranno nemmeno


entrare nel palazzo che ospita il verti-
ce e anche le delegazioni dei Paesi

membri saranno ridotte all’osso.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

DA OGGI IL VERTICE A VIENNA


Il petrolio aspetta


altri tagli: quelli Opec


Solo l’oro risponde con


decisione al blitz della Fed:


prezzo in rialzo di oltre il %


Il comitato


tecnico rac-


comanda un


taglio extra


tra 600mila


e un milione


di barili


al giorno


nel secondo


trimestre


Scetticismo


degli inve-


stitori sul-


l’efficacia


della sola


strategia di


politica


monetaria


nel contra-


stare la crisi


Antonella Olivieri


«A


vanti con determina-


zione, ma con un piede


sul freno». Attilio Ven-
tura, ex agente di cam-

bio, ultimo presidente della Borsa ita-


liana prima della privatizzazione e fon-
datore di Banca Leonardo, ne ha viste

tante nella sua lunga esperienza pro-


fessionale sui mercati. La Borsa è crolla-
ta da quando è scoppiato il caso del co-

ronavirus in Occidente, ma lui conserva


l’ottimismo. Perché – dice – dove inve-
sti quando i tassi sono negativi? «Le

Borse sono guidate dai tassi, che sono in


gran parte negativi, e quindi si compra-
no azioni perché non ci sono alternati-

ve. In Piazza Affari ci sono ottime azien-


de che rendono il % e tu impieghi capi-
tali a tasso zero? Non ha senso».

Eppure Piazza Affari è al centro


della bufera.
Vero che è andata male negli ultimi

giorni, ma come le altre Borse. E poi


non dimentichiamo che lo scorso an-
no la Borsa di Milano ha avuto la mi-

glior performance in Europa.


Mal comune in questo caso non è
mezzo gaudio. Dove vede il bicchiere

mezzo pieno?


Bisogna guardare alle tre macro-aree.
Negli Usa Wall Street è sempre salita

nell’anno delle elezioni. Donald
Trump per essere riconfermato nel

mandato abbasserà ancora i tassi - la


Fed ha già cominciato a farlo - e varerà
una manovra fiscale espansiva. La Ci-

na al momento sembra un po’ fuori-


gioco, ma lì è il “capo” – il presidente



  • a prendersi tutte le responsabilità di


quello che succede. Mi aspetto perciò


che autorizzi una gigantesca iniezio-
ne di liquidità per sostenere la ripresa.

In Europa siamo l’anello debole, per-


ché sembra partita da qui la seconda
ondata dell’epidemia di coronavirus,

ma i problemi stanno rapidamente


arrivando anche in altri Paesi. È il mo-
mento di dimostrare che l’Europa è

unita sia di fronte all’emergenza vi-


rus, sia di fronte all’emergenza uma-
nitaria dei migranti che arrivano dalla

Turchia. Occorre aumentare la spesa


di bilancio che oggi è all’% del Pil del-
l’eurozona, promuovere una sorta di

“piano” Marshall, una manovra


espansiva che sia coordinata e omo-
genea. È il momento di varare un pia-

no investimenti di ampio respiro, an-


che per gestire i processi di trasforma-
zione tecnologica come per esempio

la transazione all'energia verde.


Lei dice che bisogna essere ottimi-
sti, ma un mercato guidato dai com-

puter è razionale?
Certo la consapevolezza che il

%-% degli scambi è guidato da


algoritmi crea una visione nuova delle
cose. Una volta si guardava a quello

che sarebbe successo nell’arco di uno-


due anni, adesso bisogna prevedere


quello che succederà tra cinque giorni


o tra cinque minuti. Un contesto che
diventa sempre più complicato, ma

che ti consente anche di investire sen-


za vincoli in tutto il mondo.
Appunto, perché il denaro dovreb-

be fermarsi in Italia?
In un mondo diversificato bisogna

rendersi conto che anche l’Italia pre-


senta buonissime occasioni di inve-
stimento. L’importante, come dicevo,

è tenere il piede sul freno. Non preci-


pitarsi a comprare a mani basse men-
tre è in atto una correzione al ribasso.

Le occasioni non mancheranno.


L’epidemia però rischia di creare
una seria recessione.

L’importante è che la questione si ri-


solva in tempi brevi. Si stima che nel
giro di un paio di mesi la situazione si

assesti. Certo se dovesse durare a lun-


go, allora sarebbe un problema.
A breve si può fare qualcosa?

Adesso bisogna fare di tutto per conte-


nere il contagio e sostenere l’economia
con una politica che spinga gli investi-

menti e, per superare l’emergenza, in-


tervenire subito con aiuti fiscali, ulte-
riori ribassi dei tassi e immissione di

liquidità. Tra l’altro le Banche centrali


potrebbero immettere liquidità anche
acquistando titoli azionari o Etf sugli

indici di Borsa, come fa per esempio la


Banca centrale svizzera. Io credo ci sa-
ranno grandi possibilità di crescita

non appena la situazione si chiarirà.


Ma la Brexit non è un problema in
più per noi e per l’Europa?

La Brexit adesso passa in secondo
piano di fronte all’emergenza sanita-

ria. Porrà problemi a entrambe le par-


ti, ma bisogna prendere atto che è sta-
ta l’espressione del voto del popolo

britannico.


Gli agenti di cambio avevano gui-
dato la privatizzazione di Piazza Af-

fari verso le banche che poi hanno


promosso la fusione con Londra e
progressivamente hanno venduto le

loro quote. Ha senso pensare di ri-


portare a casa Borsa italiana, ora che
Londra è uscita dalla Ue?

Ai tempi era logico pensare che Borsa


italiana non potesse andare avanti da
sola, e l’operazione con l’Lse è stata

una buona occasione. Parimenti non


credo che oggi possa restare da sola in
un momento in cui ci sarebbe bisogno

di unirsi e non di dividersi. Ma Borsa


italiana è strettamente legata alla Bor-
sa di Londra che adesso è concentrata

sull’acquisizione di Refinitiv. Quello


che verrà dopo è ancora tutto da defi-
nire. Allo stato l’Lse dice che non vuole

vendere, se lo faranno l’Italia si è riser-


vata col golden power la possibilità di
dire la sua. Ma credo che se uscirà dal

gruppo Lse, dovrà unirsi a un’altra


grande Borsa. Euronext e Deutsche
Börse si sono già fatte avanti, ma non

è detto che non ci siano altre soluzioni.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’INTERVISTA


Attilio Ventura. L’ex presidente di Borsa Italiana:


«Con i tassi a zero non ci sono alternative alle azioni»


«Situazione complicata,


serve un Piano Marshall


per superare la crisi»


‘‘


Sostenere


l’economia


con una


politica che


spinga gli


investimenti.


Via ad aiuti


fiscali,


ulteriori


ribassi dei


tassi e


immissione di


liquidità


Donato Masciandaro
—Continua da pagina 

C


he sia una mossa utile per
l’economia americana è

tutto da dimostrare; ma


non per Powell ed i suoi
colleghi, che un guadagno lo

avranno comunque.


La decisione presa ieri dalla
banca centrale americana di

ridurre i tassi di interesse colpisce


per almeno tre ragioni, tra loro
intrecciate: l’effetto sorpresa,

l’effetto anticipo e l’effetto opacità.
I tre effetti sono subito evidenti se

si confronta il modo di agire


«normale» che dovrebbe seguire
una banca centrale con quello che

invece ha fatto la Fed.


L’esistenza e la rilevanza di un
effetto sorpresa si verifica quando

la decisione di una banca centrale
non rientra nel suo

comportamento standard. Il


comportamento standard implica
che il banchiere centrale reagisce

quando le variabili che deve tener
d’occhio per statuto si muovono in

modo non desiderato. Nel caso


della Fed, le sue variabili obiettivo
sono la variazione dei prezzi al

consumo e l’occupazione. Se


leggiamo il comunicato stampa
con cui Powell ha reso pubblica la

riduzione dei tassi, troviamo che


«i fondamentali dell’economia
degli Stati Uniti sono robusti», a

conferma che né l'andamento


dell'inflazione né quello del
mercato del lavoro mostrano

alcun segno di debolezza.


Vero è che nessuna banca
centrale – Fed inclusa – rinuncia

per principio alla possibilità di
utilizzare l'effetto sorpresa. In

gergo appena tecnico, si dice che


ogni regola di comportamento di
una banca centrale ha un margine

di imprevedibilità, che consente al


banchiere centrale di esercitare la
sua discrezionalità, per far fronte

ad un andamento – imprevisto e


negativo – delle sue variabili
obiettivo. Ma qui manca il

presupposto, in quanto – come
sopra rilevato – non c’è nessuna

variabile macroeconomica


rilevante chè ha registrato un
shock negativo. Nonostante ciò, la

Fed ha invece messo in atto un


forte effetto sorpresa, sotto
almeno due punti di vista: la

tempistica – la decisione di ieri


pomeriggio non era attesa; la
dimensione – una riduzione di

cinquanta punti base è il doppio di
quella usuale.

Ma l'effetto sorpresa potrebbe


essere spiegato da Powell dicendo
che la Fed sta accentuando quella

strategia già in atto di anticipare
gli andamenti negativi

dell’economia americana, invece


di attenderne i segnali
premonitori. Di solito le banche

centrali curano gli squilibri


macroeconomici: osservano gli
indicatori, e, se serve, reagiscono.

La Fed dallo scorso anno ha invece


messo in atto una inversione della
sua politica monetaria - prima

fermando la normalizzazione dei


tassi di interesse, poi riducendoli



  • giustificandola proprio con un


approccio preventivo. Può una


banca centrale avere un approccio
preventivo? Certo, purchè sia

trasparente. Non è difficile: la


banca centrale annunzia che


reagirà non ai cambiamenti dei
dati macroeconomici, ma alle sue

previsioni su tali cambiamenti.


Concretamente: non riduco i tassi
di interesse perché vedo

l'economia rallentare, ma perché


le mie previsioni sull’economia
sono cambiate. Ai numeri reali

sostituisco i numeri delle mie


previsioni. Ma sempre su
numeri mi impegno. La Fed non

fa nulla di tutto questo: la sua


politica di anticipo è basata sulla
completa opacità.

È questa la terza caratteristica –
ormai endemica – della politica

monetaria statunitense. Ieri una


decisione così importante come
una riduzione improvvisa e

rilevante dei tassi di cinquanta


punti è stata annunziata con un
comunicato di quattro righe, privo

di alcuna motivazione, citando il


coronavirus. Eppure tutti
sappiamo che l’effetto

macroeconomico dell’epidemia –


su ciascuna economia – e tutt’altro


che scontato. Sappiamo che un
evento improvviso può distorcere

sia le filiere produttive che le scelte


di chi consuma e risparmia; come
pure sappiamo che il canale

principale che porta dalle scelte di
politica monetaria alle decisioni di

famiglie, imprese e mercati è


quello delle aspettative, il cui
funzionamento è tutto meno che

scontato; come ha dimostrato la


prima reazione di Wall Street.
Chi semina opacità non si può

meravigliare. C'era però l'elenco di


quali membri del consiglio della
Fed hanno votato a favore: tutti.

Perché tutti sanno che nessuno si


lamenterà; anzi tanti
applaudiranno, a partire dalla

Casa Bianca anche se Trump finge


di arrabbiarsi. Questo per ora alla
Fed può bastare. A nessuno

interessa (per ora) che la moneta


sia a due teste.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ANALISI


La moneta a due teste lanciata dalla Federal Reserve


La mossa


Fed colpisce


per tre ra-


gioni tra loro


intrecciate:


l’effetto


sorpresa,


l’effetto


anticipo e


l’effetto


opacità


SUL WEB
Sul sito internet

aggiornamenti
in tempo reale

e le analisi


sull’andamento
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