Il Sole 24 Ore - 04.03.2020

(National Geographic (Little) Kids) #1

Il Sole 24 Ore Mercoledì 4 Marzo 2020 9


Politica


Incognita tempi e risorse, discussione sugli aiuti alla liquidità


I NODI DEL DOSSIER


Tentativo di tappe forzate


per l’ok domani al deficit,


sia in Cdm sia alle Camere


Marco Rogari


Gianni Trovati


ROMA


C’è un ostacolo non piccolo da supe-


rare per mettere in atto l’accelera-


zione sollecitata da Palazzo Chigi


per andare avanti a tappe forzate e


chiudere domani i lavori sulla riso-


luzione per il deficit aggiuntivo ne-


cessaria ad approvare venerdì il se-


condo decreto Coronavirus: perché


per arrivare al via libera bisogna far
andare d’accordo le richieste dei

partiti con i fondi disponibili, che fra


deficit aggiuntivo e qualche coper-
tura ulteriore non possono allonta-

narsi molto dai  miliardi.
Alla riunione di ieri sera a Palazzo

Chigi i partiti di maggioranza hanno


portato un elenco di proposte che
sfora di parecchio questo budget. Per

cui il calendario fitto degli incontri


nel cantiere del provvedimento, a
partire dal vertice di questa mattina

fra i ministri in prima linea sul dos-


sier, ha il compito anche di definire
un elenco di priorità condivise e fi-

nanziabili. Anche con il lavoro tecni-


co al Mef alla caccia di qualche centi-
naio di milioni in più.

Il dibattito fra i partner di maggio-


ranza si concentra soprattutto sugli
strumenti per dare liquidità alle im-

prese in crisi. Al Mef si è lavorato al-


l’ipotesi dei crediti d’imposta, che pe-
rò devono affrontare più di un pro-

blema. Vanno costruiti in modo da


essere subito utilizzabili dalle azien-
de alle prese con il crollo di fatturato,

e rischiano di non essere sufficienti a


chi affronta un rischio concreto di fal-
limento. Non è semplice, poi, definire

i confini di applicazione del meccani-


smo. I Cinque Stelle chiedono di pre-
vederlo per «tutti i settori con perdite

di fatturato», ma il carattere trasver-


sale dei colpi inferti all’economia dal-
l’emergenza sanitaria non facilita

l’impresa di far andare d’accordo


questo strumento con il plafond delle
risorse disponibili.

Sul tavolo è arrivata ieri la propo-


sta di Italia Viva, che fin qui non ha
mai mostrato particolare entusiasmo

per il credito d’imposta. L’idea a cui


hanno lavorato gli economisti di Iv,
lanciata direttamente da Matteo Ren-

zi, è quella di sospendere le rate 


dei mutui per le imprese. Ipotesi am-
biziosa, che ha bisogno di un con-

fronto con Francoforte per consentire


alle banche di escludere queste attivi-
tà dai calcoli dei ratios patrimoniali.

I nodi politici si intrecciano con


quelli tecnici. Perché la relazione che
chiede il disavanzo aggiuntivo deve

seguire lo stesso percorso previsto


per i documenti chiave della finanza
pubblica, Def e Nadef: di conseguen-

za sarebbe necessario il via libera al


consiglio dei ministri di domani e,
subito dopo, dell’ok parlamentare

con la maggioranza assoluta dei


componenti.
La strada, insomma, è complessa,

al punto che fino a ieri in Parlamento


era dato per molto probabile uno slit-
tamento alla settimana prossima del

voto. E quindi del varo del decreto in


consiglio dei ministri, che non può
avvenire prima dell’ok parlamentare

al deficit aggiuntivo perché non


avrebbe coperture.
È facile immaginare che un even-

tuale slittamento farebbe infiammare


la polemica politica, anche se l’effetto
pratico di qualche giorno di attesa in

più sarebbe limitato. Anche perché


non sono i  miliardi attesi dal prov-
vedimento a poter risolvere il proble-

ma. L’attesa è rivolta soprattutto a un


intervento coordinato a livello euro-
peo: i ministri delle finanze comince-

ranno a discuterne nell’Eurogruppo


telefonico di oggi, dove anche il mini-
stro delle Finanze francese Bruno Le

Maire premerà per introdurre dosi di
flessibilità nei conti.

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PROVE (DIFFICILI)


DI DIALOGO


CON L’APPOGGIO


DEL QUIRINALE


di


Lina


Palmerini


U


na scelta doverosa op-


pure un gesto politico.
Può avere due letture

diverse la decisione di


Conte di convocare a Palazzo
Chigi l’opposizione per un con-

fronto sulle misure contro


l’emergenza sanitaria ed econo-
mica ma al momento prevale la

prima. Perfino nella maggioran-


za non si sbilanciano nel dare pe-
so al primo incontro bipartisan di

ieri sera ma piuttosto ritengono


sia una mossa necessaria spinta
dall’urgenza e promossa dal Qui-

rinale. Il fatto è che tra Pd e  Stel-


le c’è il timore di veder aleggiare
le larghe intese o i governi istitu-

zionali perché la situazione resta


complicata e quindi si preferisce
derubricare tutto a normale ge-

sto istituzionale. Dalla parte op-


posta, Salvini si sta ancora scrol-
lando di dosso le voci di un tenta-

tivo di fare patti con Renzi o crea-


re maggioranze allargate e
dunque fa di tutto per indebolire

il vertice. Insomma, ci sono tal-


mente tante resistenze speculari
e reciproche che l’appuntamento

di ieri viene svuotato di ogni va-


lenza politica. «Un gesto di corte-
sia», definisce l’incontro Gian-

carlo Giorgetti, lui che per primo
ha insistito sull’unità nazionale

vede invece la coalizione di go-


verno ancora troppo chiusa in se
stessa e poco consapevole del

crollo economico che vive il Nord


e vivrà tutto il Paese.
Di un dialogo - però - non si

può fare a meno visto che ci sono


provvedimenti che devono ne-
cessariamente essere condivisi.

Il fatto per esempio di dover so-


spendere tutte le riunioni affol-
late – convegni o congressi – o di

dover spiegare le buone pratiche


per evitare i contagi non ha colo-
re e richiede un messaggio unifi-

cato e coerente tra maggioranza


e opposizione. Così come richie-
derebbe un voto compatto l’ado-

zione di misure economiche co-


me auspicherebbero al Quirinale
dove “promuovono” ciò che va

nella direzione dell’unità. Un


obiettivo su cui il capo dello Stato
si è confrontato con il premier

con il quale il contatto è costante.


Invece è proprio sulle cifre e
sui provvedimenti finanziari che

si sentono le maggiori distanze


tra centro-destra e giallo-rossi
così come più esposto alle criti-

che sarà il premier quando farà
(come si diceva ieri) un discorso

agli italiani per dare una testimo-


nianza trasparente di quanto è
stato fatto dal Governo.

Ieri però Salvini se da un lato


faceva fatica a staccarsi dall’uni-
co ruolo che conosce, quello del-

l’attacco, dall’altro è stato risuc-


chiato dal dovere di collabora-
zione. E ha mandato i suoi capi-

gruppo al faccia a faccia con il suo


avversario preferito: il premier.
Del resto non poteva fare altri-

menti per una serie di ragioni. La


prima è che non può essere as-
sente in un incontro che nasce

sotto la spinta dell’emergenza


sanitaria e dell’eccezionalità eco-
nomica. La seconda ragione ha a

che fare con i territori coinvolti e


che già dialogano con il Governo,
come accade con Zaia e Fontana.

Pure Salvini ha bisogno di una


trattativa nazionale per dare vo-
ce al Nord dove la Lega ha la sua

base elettorale più forte e la sua


classe dirigente. Infine, può
mancare il sostegno leghista alla

mozione per sforare il deficit? Si


tratta però di piccoli passi. Tutti
restano in attesa di capire dove

porta questa navigazione a vista.


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POLITICA 2.


ECONOMIA & SOCIETÀ


ONLINE
«Politica 2.
Economia & Società»
di Lina Palmerini

su
ilsole24ore
.com

Conte chiede responsabilità a tutti i partiti


Manuela Perrone


ROMA


Misure draconiane di contenimento


del coronavirus in tutta Italia, incluso


lo stop a convegni ed eventi, e accelera-


zione degli interventi a sostegno del-


l’economia. Giuseppe Conte ieri ha in-


contrato prima i capidelegazione della


sua maggioranza e poi i capigruppo,


anche delle opposizioni, illustrando le


nuove raccomandazioni del comitato


tecnico-scientifico e richiamando tutti


a «unità e responsabilità». Già domani


in Consiglio dei ministri dovrebbe ap-


prodare la relazione con cui si chiede


l’autorizzazione al Parlamento ad au-


mentare il deficit dello ,% (, mi-


liardi), passo indispensabile per poter


approvare a stretto giro il secondo de-


creto legge a sostegno del mondo pro-


duttivo. E da Palazzo Chigi è partita


un’altra istanza alla volta dei ministri,


che il premier vedrà stamattina prima


del vertice alle  con imprese e sinda-


cati: entro il  marzo dovranno inviare


le loro proposte per la «terapia d’urto»


per la crescita promessa ben prima


dell’emergenza coronavirus, che il Go-


verno vorrebbe varare insieme al Def.


L’esigenza politica di Conte è assicu-
rarsi, se non i voti, almeno la desistenza

delle opposizioni. Non tanto sulla ri-


chiesta di più deficit, che va autorizzata
dal Parlamento con la maggioranza as-

soluta dei suoi componenti e sulla qua-


le tutti i partiti sono favorevoli, quanto
sugli altri provvedimenti in arrivo: i

nuovi vincoli per la popolazione, consi-


gliati dagli esperti per arginare l’avan-
zata del virus e destinati a integrare il

Dpcm del ° marzo (si veda pagina ), e


i provvedimenti economici. Su questi
Conte cercherà di coinvolgere sia le for-

ze critiche della sua maggioranza, Iv in
testa, sia l’opposizione, a partire dalla

Lega. Obiettivo: capire se potranno


spegnersi i desideri di governissimi e se
potrà intestarsi con più saldezza la gui-

da dell’emergenza nazionale.


Agli incontri di ieri ha assicurato
ascolto, dopo che le forze politiche ave-

vano snocciolato le loro proposte per


l’economia. È stato Matteo Salvini a ria-
prire il fuoco. Alla Camera ha incontrato

anche lui i rappresentanti del mondo


produttivo, avvisando che la Lega non
voterà decreti legge basati sulle «bricio-

le», perché «, miliardi non salvano


nemmeno un decimo del Pil a rischio».
Identico alert è arrivato da Forza Italia

(si veda l’intervista in pagina). Tanto i


leghisti quanto gli azzurri invocano in-
terventi netti, come l’esenzione da tutte

le imposte almeno fino a dicembre, con


successiva possibilità di rateizzazioni,
estensione della Cig a tutta Italia, supe-

ramento dei lacci del Patto di stabilità.


Ma è significativo che anche dentro
la maggioranza MS e Iv abbiano con-

segnato a Conte le proprie ricette. Pe-


sano, nei Cinque Stelle in crisi, il timore
di vedersi ridotti a mere comparse e il

bisogno di smarcarsi dallo stesso pre-


mier e dal Pd di Nicola Zingaretti e del
ministro dell’Economia Roberto Gual-

tieri. Se Luigi Di Maio gioca la sua par-
tita dalla Farnesina annunciando un

piano per il rilancio del made in Italy, il


capo politico Vito Crimi rilancia la leg-
ge speciale per sbloccare le opere e il

pacchetto di sostegno a imprese e la-


voratori anticipato ieri sul Sole  Ore
dal ministro dello Sviluppo economi-

co, Stefano Patuanelli. Matteo Renzi,


dal canto suo, chiede che l’Ue «aiuti le
banche a permettere una sorta di anno

sabbatico dei mutui, anche per le fami-


glie, e dei debiti aziendali». Iv ha chie-
sto anche la cancellazione di plastic

tax, sugar tax e ritenute sugli appalti.


Conte ha preso nota. Vuole muo-
versi in fretta, non solo per dare imme-

diate risposte al Paese ma anche per-


ché nei palazzi serpeggia il timore che
il coronavirus possa arrivare a blocca-

re il Parlamento.


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EMERGENZA


Il premier ha illustrato


le nuove misure sanitarie:


eventi sospesi per un mese


Salvini: la Lega non voterà


decreti basati sulle briciole,


, miliardi non bastano


CAPOGRUPPO FI


Gelmini: serve più coraggio, Ue in ritardo


Barbara Fiammeri


«Le nostre priorità le abbiamo spiegate


pubblicamente. Sono le priorità del


Paese e in particolare del sistema pro-
duttivo del Nord, che va sostenuto con

misure efficaci e non con pannicelli


caldi». Mariastella Gelmini, presidente
dei deputati di Forza Italia, è appena

uscita dall’incontro tra il premier e i ca-


pigruppo dell’opposizione.
Soddisfatta?

Non molto. Con mia grande sorpresa


si è parlato solo della situazione sanita-
ria mentre nulla è stato detto sul-

l’emergenza economica che è stata rin-


viata ad altra data. Sinceramente sia-
mo delusi e ancora più preoccupati.

Vedremo nelle prossime ore. Serve un


intervento forte non mere misure tam-
pone, per questo proporremo di antici-

pare la prossima legge di Bilancio al-


l’estate. Ci consentirebbe di inserire gli
interventi straordinari in un quadro

complessivo che darebbe certezze al


Paese, ai mercati e all’Unione europea.


Il Governo con il decreto che si ac-
cinge a varare aumenterà il deficit:

condividete questa scelta?


Il Governo deve avere più coraggio.
Ancora una volta l'Europa arriva tardi.

Bruxelles ha dimostrato - come già av-


venuto in occasione dell'emergenza
immigrazione - di non essere capace

ad intervenire tempestivamente e in


modo unitario.
Cosa intende per “più coraggio”?

Il presidente Berlusconi e Tajani hanno


chiesto un Consiglio europeo straordi-
nario che abbia all'ordine del giorno le

misure per affrontare la crisi Coronavi-


rus, a partire dalla sospensione di tutti
i vincoli di finanza pubblica. Auspichia-

mo che questa posizione sia sostenuta


con forza anche dal premier perchè in
gioco c'è il futuro degli italiani e della

stessa Europa e per questo anche la Bce


deve fare la sua parte.
In che senso?

Svolgendo un ruolo attivo: potenzian-
do il Quantitative easing e allentando

i vincoli di Basilea  e  per consentire


alle banche di sostenere le richieste di
credito delle imprese, dando così una

boccata d'ossigeno alle aziende, a par-


tire da quelle più colpite che sono il


cuore produttivo del Paese


Ma il decreto lo voterete?
Lo ripeto, aspettiamo di conoscere i

contenuti perchè certo non votiamo a


scatola chiusa. Questo non è il tempo
delle passarelle, delle formalità. Occor-

rono provvedimenti coraggiosi non


certo un pannicello caldo come quello
votato dalla maggioranza la scorsa set-

timana. Serve anzitutto la consapevo-


lezza che siamo in presenza di una crisi


che investe non solo le cosiddette zone
rosse ma si estende a tutta l'Italia. Una

crisi i cui effetti si faranno sentire anche


dopo l'arresto dell'epidemia.
Cosa chiedete al Governo?

Anzitutto di mettere fine alle ostilità nei


confronti delle imprese. La perdita di
fatturato che hanno subito e subiranno

non si compensa facendo slittare le sca-


denze fiscali. Servono interventi corpo-


si. Un vero alleggerimento fiscale, l'abo-


lizione dei pagamenti per il periodo in
cui sono state costrette a rimanere fer-

me, il finanziamento del Fondo di ga-


ranzia; l'estensione degli ammortizza-
tori sociali a tutti i lavoratori, anche

quelli stagionali o che lavorano in eser-
cizi commerciali , in piccole imprese ar-

tigianali. Andrebbero poi abolite quelle


misure che non favoriscono l'occupa-
zione come i vincoli sui contratti a ter-

minen e rilanciati gli investimenti infra-


strutturali rivedendo il codice degli ap-
palti e adottando il modello vincente

utilizzato per il ponte Morandi: ha fun-


zionato? Bene, allora replichiamolo!
Intanto il centrodestra sembra

muoversi in ordine sparso: ognuno fa


le sue proposte, le sue conferenze
stampa...

Non è strano che ciascuna forza politica


si muova autonomamente, non siamo lo
stesso partito. Ma ci stiamo coordinando

ed emerge anche dal merito delle propo-


ste che sono assai simili. Anzi, le dico di
più, anche alcune delle richieste presen-

tate da Calenda sono largamente convi-


sibili e le sosterremmo volentieri, a parti-
re da quella sull'estensione della Cig e

sull'accelerazione degli investimenti.


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Istat: a gennaio l’occupazione cala ancora, 40mila in meno


MERCATO DEL LAVORO


Con una disoccupazione


giovanile al ,% (+o,%)


Italia terzultima in Europa


Giorgio Pogliotti


Anche a gennaio si conferma, per il


secondo mese consecutivo, l’anda-


mento negativo del mercato del la-


voro. Come effetto della stagnazio-


ne economica che rischia presto di


tramutarsi in recessione, nel primo


mese del  si contano mila


occupati in meno, mila disoccupa-


ti in più, con un sensibile incre-


mento degli inattivi (+mila) ri-


spetto a dicembre.


I dati dell’Istat evidenziano che a
pagare il conto della crisi economica

sono le fasce più “deboli”: le donne, i


giovani under , i lavoratori tempo-
reanei e autonomi che «si conferma-

no ai minimi storici». Rispetto a di-


cembre gli occupati indipendenti so-
no mila in meno, gli occupati a ter-

mine sono calati di mila unità, ma
anche gli occupati permanenti dimi-

nuiscono di mila unità. Tra le donne


a gennaio si registrano mila occu-
pate in meno, mila disoccupate in

più, mentre le inattive sono cresciute


di mila unità. Anche nella fascia
d’età tra  e  anni gli occupati in un

mese scendono di mila unità, ci so-


no meno disoccupati (-mila), ma
crescono gli inattivi (+mila).

Questi dati ampliano il divario con


l’Europa: l’Italia con la disoccupazio-
ne giovanile al ,% (+,% su di-

cembre) continua ad occupare la ter-
zultima posizione nella Ue, seguita

da Grecia (,% a novembre ), e


Spagna (,%), ben distante dal ,%
della Germania. Per avere un’idea del

divario, basti pensare che Eurostat ri-


leva il tasso medio dei  Paesi del-
l’Unione europea di gennaio al ,%,

e al ,% nei  Paesi dell’area euro.


Anche il tasso di disoccupazione di
gennaio che è stabile al ,% posizio-

na l’Italia al terzo posto in Europa:


peggio di noi fanno solo la Grecia
(,% a novembre ) e la Spagna

(,%). Secondo Eurostat il tasso di


disoccupazione nella zona euro a
gennaio è al ,%, stabile rispetto a

dicembre , ai livelli più bassi da
maggio . Ancora più forte è il di-

vario con la media dell’Ue, dove il tas-


so di disoccupazione si è attestato al
,%, stabile rispetto al tasso di di-

cembre , il più basso registrato


dall’inizio delle serie mensili di di-
soccupazione (gennaio ).

Da notare che questa fotografia è


stata scattata dall’Istat in presenza di
un reddito di cittadinanza che ormai

coinvolge mila nuclei familiari


(, milioni di persone), di cui mila
tenuti a sottoscrivere il patto per il la-

voro: questa misura avrebbe dovuto


spingere migliaia di inattivi a recarsi
nei centri per l’impiego, con una con-

seguente crescita del numero di di-


soccupati e degli occupati. Ma a 
mesi dall’avvio, i dati Istat certificano

che ancora questa misura non ha
avuto alcun impatto tangibile sul

mercato del lavoro.


Senza trascurare che il quadro
economico va aggravandosi per ef-

fetto del coronavirus, che sta para-


lizzando tutte le attività produttive
e si farà sentire sui dati di febbraio. «I

dati degli ultimi mesi destano anco-


ra più preoccupazione – sottolinea
Francesco Seghezzi, presidente di

Fondazione Adapt – se letti in queste


settimane di emergenza sanitaria
che non potranno che avere, e già

stanno avendo, profonde conse-


guenze sulle dinamiche occupazio-
nali». Confcommercio guarda con

preoccupazione «l’uscita verso


l’inattività di una parte delle fasce
più giovani, segnale di scarsa fiducia

verso l’opportunità di trovare a bre-
ve un’occupazione».

Preoccupati i sindacati: «Come


sempre avviene quando sta iniziando
una fase di recessione – commenta

Luigi Sbarra (Cisl) – le aziende inizia-


no a non rinnovare i contratti tempo-
ranei, il lavoro autonomo non im-

prenditoriale perde terreno, le donne


e i giovani ne risentono di più in
quanto maggiormente coinvolti nei

contratti temporanei e nel lavoro au-
tonomo debole. Questa era la foto-

grafia quando ancora doveva abbat-


tersi sul mercato del lavoro il corona-
virus. Il Governo dovrà affrontare, ol-

tre che l’emergenza sanitaria, anche


quella economica, con misure di pari
impatto ed efficacia».

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«Abbiamo chiesto


al governo di anticipare


la manovra all’estate»


MARIASTELLA
GELMINI
La capogruppo
alla Camera di
Forza Italia

L’ATTACCO AL CAPO DELLA POLIZIA


Salvini attacca Gabrielli, Lamorgese lo difende


«Il massimo dirigente della sicurezza pubblica dovrebbe parlare
diversamente. Mi dispiace anche per i 90mila poliziotti che meritano

una guida adeguata». Lo ha detto Matteo Salvini in una conferenza


stampa a Montecitorio commentando recenti affermazioni del capo


della Polizia Gabrielli. «Il capo della Polizia Franco Gabrielli gode della
mia piena fiducia e di quella dei suoi uomini. Il suo impegno e il suo

lavoro mostrano la piena adeguatezza al ruolo ricoperto» taglia corto


il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.


ANSA

LA PROPOSTA


Renzi: sospendere


per un anno


le rate dei mutui


Sospendere per tutto il  il


pagamento delle rate dei mutui. È la


proposta dell’ex premier e leader di


Italia Viva Matteo Renzi per


affrontare il problema della liquidità


delle imprese nella crisi economica


incombente a causa dell’emergenza


Coronavirus. Si tratta di una sorta di


«anno sabbatico», con slittamento


delle rate relative all’anno in corso,


per mutui, prestiti aziendali e in


generale denaro che deve essere


restituito alle banche.

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