Internazionale - 28.02.2020

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Americhe


D

opo essere andato meno bene
del previsto in Iowa e in New
Hampshire, il 22 febbraio Ber­
nie Sanders ha vinto nettamen­
te in Nevada, dimostrando di essere il favo­
rito nelle primarie del Partito democratico
per scegliere il candidato che sfiderà Do­
nald Trump a novembre.
Anche se il Nevada non è uno degli stati
che contano di più nella corsa alla nomina­
tion, la vittoria di Sanders evidenzia due
elementi cruciali.
Innanzitutto, rispetto alle primarie del
2016, in cui fu sconfitto da Hillary Clinton,
il senatore del Vermont oggi riesce a con­
quistare i voti delle minoranze. Solo il 66
per cento degli elettori del Nevada è bian­
co, più di un quarto è composto da ispanici
o neri. Questa novità potrebbe permettere
a Sanders di vincere in stati popolosi e de­

cisivi come il Texas e la California, che vo­
teranno il 3 marzo. Quel giorno andranno
alle urne 14 stati ed entrerà in corsa Micha­
el Bloomberg, il miliardario ex sindaco di
New York, che sta cercando di far dimenti­
care la sua pessima figura nel dibattito tra i
candidati del 19 febbraio con una raffica
senza precedenti di spot sulle reti televi­
sive.
In secondo luogo, Sanders sembra aver
compattato l’ala sinistra del Partito demo­
cratico, anche per via dei risultati deluden­
ti della senatrice Elizabeth Warren. Al con­
trario, i voti dell’elettorato moderato si so­
no divisi ancora una volta tra l’ex vicepresi­
dente Joe Biden, la senatrice Amy Klobu­
char e l’ex sindaco Pete Buttigieg.

Il momento delle critiche
Il Nevada ha fatto capire quanto sia solido
il sostegno per Sanders. Pochi giorni prima
del voto i dirigenti del sindacato dei lavora­
tori della ristorazione, una forza molto po­
tente nello stato, aveva criticato la sua pro­
posta di creare un sistema sanitario univer­
sale sul modello di alcuni paesi europei, ed
erano stati duramente attaccati dai soste­
nitori del senatore. Questo scontro non ha
compromesso il consenso di cui gode tra i

lavoratori: secondo gli exit poll, Sanders ha
ottenuto buoni risultati tra gli iscritti al sin­
dacato, e ha vinto nelle circoscrizioni che
ospitano i casinò di Las Vegas, dove vivono
i lavoratori dei settori alberghiero e della
ristorazione.
Intanto il suo vero sfidante deve ancora
emergere, con Biden che sta cercando di
riorganizzarsi in vista del voto in South Ca­
rolina (29 febbraio), i milioni di Bloomberg
impantanati nell’etere e i dirigenti del par­
tito che si agitano alla prospettiva che un
socialista democratico vinca la nomina­
tion. D’ora in avanti gli attacchi contro il
senatore aumenteranno. I suoi detrattori
sosterranno che collettivamente i candida­
ti moderati hanno più consensi, e che diffi­
cilmente Sanders raggiungerà la maggio­
ranza dei delegati necessaria per ottenere
la nomination.
Può darsi che sia vero. Ma se rimane il
dubbio sul fatto che un candidato così chia­
ramente di sinistra come Sanders possa
sconfiggere Trump, sembra sempre più
chiaro quale ala del Partito democratico sta
prevalendo: in uno stato che ha un elettora­
to particolarmente variegato, il più progres­
sista dei candidati ha ottenuto un vantaggio
che potrebbe rivelarsi decisivo. u ff

Le ragioni del vantaggio


di Bernie Sanders


Ha vinto in Nevada e ora sembra
inarrestabile nelle primarie del
Partito democratico statunitense.
Merito di una base elettorale
solida e di avversari incapaci di
proporre alternative

Russell Berman, The Atlantic, Stati Uniti


PAUL RATJE (AFP/GETTY)


El Paso, Texas, 22 febbraio 2020

u Sono in corso le primarie del Partito
democratico statunitense per scegliere il
candidato che sfiderà Donald Trump alle
elezioni presidenziali del 3 novembre 2020. I
principali candidati sono il senatore Bernie
Sanders, l’ex vicepresidente Joe Biden, l’ex
sindaco di una città dell’Indiana Pete
Buttigieg, la senatrice Elizabeth Warren e il
miliardario Michael Bloomberg, che entrerà
in corsa il 3 marzo, quando voteranno 14 stati
nello stesso giorno.
u Il candidato viene selezionato con il sistema
dei delegati, che daranno materialmente il loro
voto durante la convention estiva. Ogni stato
invia un certo numero di delegati in base alla
sua popolazione (415 per uno stato grande
come la California, 14 per uno piccolo come il
Wyoming). Ottiene la nomination il candidato
che conquista la metà più uno dei delegati, cioè
1.990. L’investitura ufficiale avverrà durante la
convention del partito, che si terrà a
Milwaukee, nel Wisconsin, a luglio.
u Dopo la vittoria ottenuta in Nevada il 22
febbraio, Sanders è considerato il favorito. Il
prossimo stato a votare è il South Carolina, il 29
febbraio.

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