Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

Cézanne sono ritenute la pietra angolare di questo nuovo progresso. Si
pensi, innanzitutto, alla concezione spaziale della tela quale entità
composita (Maurice Denis), soggetta a un certo sistema costruttivo.
Georges Braque, con cui Picasso fece amicizia nell’autunno 1908 e
condivise il ruolo di portabandiera del cubismo nei sei anni dell’apogeo
di questo stile, restò sbalordito dalla somiglianza tra i propri
esperimenti pittorici e quelli picassiani. Fu lui a spiegare che «il
principale obiettivo del cubismo era la materializzazione dello spazio».
[80]
Non dello spazio tradizionale, ottico, illusorio creato dai metodi
prospettici del Rinascimento, bensì di uno spazio nuovo che Braque
definiva «tattile, manuale» e cercava di ottenere con composizioni di
nature morte, con le gamme tonali e con le pennellate modulate di
Cézanne. «All’origine di tutto ci fu il contatto con Cézanne. Fu più di
un’influenza, fu un’iniziazione.
Cézanne fu il primo a rompere con la prospettiva scientifica e
meccanizzata che era stata praticata per secoli dai pittori e che aveva
precluso qualsiasi possibilità d’innovazione.»[81]
Se però i paesaggi e le nature morte del maestro di Aix servirono a
Braque in primo luogo come lezioni sullo spazio ben temperato in cui
gli oggetti non sono altro che accessori plastici, per Picasso queste
opere comunicano la potenza dell’atteggiamento di Cézanne nei
confronti dei propri soggetti: la calibrata drammatizzazione romantica
di sentimenti ed emozioni, conseguita attraverso un metodo pittorico
conscio, che si tratti di alcune pere su un piatto, di un pino sul ciglio di
un dirupo, dell’imponente Mont Sainte-Victoire o di nude bagnanti nel
bosco.
E nel cosiddetto stile cézanniano di Picasso (contrapposto a quello
braquiano, nonostante le loro analogie tecniche e stilistiche) c’è sempre
un sentimento romantico e spesso tematico per la realtà dell’immagine
dipinta, che si tratti di una natura morta, di un paesaggio o di una figura
(mentre, per Braque, quest’ultima non rivestiva il benché minimo
interesse). Cézanne si autodefinì un primitivo della nuova arte (come i
grandi “primitivi “dei musei). Già nel 1904 il pittore Charles Camoin,
divenuto amico di Cézanne, descrive quest’ultimo come un primitivista
del plein air.[82] Fu proprio questo elemento primitivo presente nella
“selvaggia eppur sofisticata natura” di Cézanne (Pissarro) che Picasso,
sempre sensibile alle origini istintive e preconsce dell’arte, deve aver

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