Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

sono elementi dell’eterno femminino, ma in questo caso la pensosa
rêverie dell’Arlecchina-Isabella sulle pagine di un libro richiama il
passato letterario del personaggio. Perché, però, proprio il Medioevo?
Ovviamente, la scelta non ha a che fare con nuove influenze, bensì
con una certa qual somiglianza, percepita da Picasso, tra aspetti
stilistici del primo cubismo e le nude e vettoriali strutture gotiche. In
parte, essa può anche derivare dalla misteriosa atmosfera delle
leggende medievali che ossessionavano il suo amico Apollinaire, che
stava allora preparando la pubblicazione dell’Enchanteur pourrissant.
Nell’inverno 1908-09, inoltre, si nota la comparsa nelle opere di
Picasso di una molteplicità di altri motivi e scene medievali, tutti
fantasiosi come la Regina Isabella.[90] Un’altra “dama cortese”, ma di
epoca diversa, è quella ritratta in Donna con ventaglio, nella quale
alcuni contemporanei di Picasso riconobbero una certa americana
amante dell’arte. La somiglianza, però, è del tutto accidentale, anche se
l’opera ha in sé qualcosa del ritratto. Una donna elegante, con audace
cappello e jabot, un ventaglio aperto in una mano e un ombrello
nell’altra, siede in una poltrona come se stesse posando per l’artista.
Malgrado il linguaggio pittorico chiaramente nuovo della tela, tutte le
sue soluzioni formali presentano un’unità meravigliosa che fa
dimenticare la maniera eterodossa e ci costringe a concentrarci
sull’immagine, sulla sua espressione individuale.
Lo spazio pittorico – saturato dall’interazione dei piani ritmici, dalle
graduate prospettive tonali e dai freddi colori malachite e grigio-
argento – è un attributo della personalità che leggiamo nei tratti della
donna. Il suo sguardo fisso e severo, sotto l’orlo del suo enorme
cappello, ipnotizza l’osservatore; il suo viso, benché un po’ di genere,
conserva la regolarità dei tratti ed è trattato come una maschera,
tagliata e levigata dalla luce; il gesto della sua mano che regge
l’ombrello è tanto brusco quanto manieristicamente raffinato; l’intera
figura riflette lo stile alla moda di una donna di mondo, sorella della
misteriosa Sconosciuta di Aleksandr Blok (così la interpretò il
simbolista russo Georgy Chulkov).[91]
Tuttavia, se la testa inclinata, gli occhi abbassati e i dettagli pseudo-
storici dell’Arlecchina-Isabella creano l’immagine di una regina di
qualche romantico reame di sogno, che a Chulkov sembra un mostro,
in quell’altra figura femminile abbiamo due tendenze, due diverse
espressioni, due metà di un’unica maschera. Questa combinazione di

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