Bell’Italia 135
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utte le strade portano a Roma, ma una sola è la
“strada santa”, quella che i pellegrini percorrono
da sempre sotto il caldo torrido dell’estate o nel-
le grigie giornate d’inverno, seguendo un flusso
inarrestabile, che nessuno comanda, guidato solo
dalla fede e dalla certezza della meta. Un tempo, nella lun-
ga traversata della Toscana occorreva un forte anelito per
superare i disagi del cammino. Dopo Siena si andava lungo
la valle dell’Arbia e poi, sotto Montalcino, oltrepassata una
lieve soglia di colline, si entrava nella desolata val d’Orcia:
un paesaggio spoglio, arido, battuto dai venti, terribilmente
esposto alle intemperie. «Le Pape a la chair, le Grand Duc
les os de l’Italie» (“Al Papa la polpa, al Granduca le ossa
dell’Italia”), annotò l’inglese Addison nel 1722 varcando
qui il confine fra lo Stato Pontificio e il Granducato di