razione, nel 1680: 13 anni per realizzare una struttura
incredibilmente complessa e simbolica. Guarini ha voluto
dare spazio al gusto barocco della meraviglia e insieme alla
tensione religiosa verso il divino. Un’architettura costruita
con la luce, un vero percorso verticale di ascesa a Dio. Co-
me due chiese sovrapposte, bassa e alta. In basso la chiesa
scura, senza finestre, un trionfo di marmi preziosi e dipinti:
rappresenta la vita terrena dell’uomo. Le prime aperture
di luce si trovano a livello delle quattro loggette a serliana,
legate ai quattro elementi della natura, acqua, aria, terra e
fuoco: l’uomo trova la luce se rispetta le leggi della natura.
SIGNIFICATI SIMBOLICI E GIOCHI DI LUCE
IN UNO SPAZIO MAESTOSO
Indirizzando lo sguardo verso l’alto, la cupola diventa sem-
pre più luminosa. Ed è tutta giocata sulla figura dell’ot-
tagono e sulla ripetizione dell’otto, numero simbolico
che rappresenta l’infinito, il giorno del ritorno del Cristo
e dell’incontro con Dio, beatitudine senza fine. Gli archi
della cupola incrociati formano un fiore di luce a otto pe-
tali, come in un gigantesco caleidoscopio. Nel punto più
elevato (55 metri), al centro della cupola, Guarini ha sim-
boleggiato lo Spirito Santo e in corrispondenza perfetta,
sul pavimento, c’è una stella a otto punte.
Le cappelle sono gioielli del virtuosismo barocco, in un
gioco di superfici concave e convesse: quella dell’Addo-
lorata, dove venne custodita la Sindone; quella del Santo
Crocifisso, con la pala dipinta dal gesuita Andrea Pozzo (il
Cristo ha i chiodi conficcati ai polsi e non nei palmi delle ma-
ni, esattamente come si ricava dalla Sindone); quella di San
Gaetano da Thiene, il fondatore dell’ordine cui apparteneva
il Guarini. La cappella dell’Immacolata rivela un effetto spe-
ciale segreto che la ricollega ancora una volta alla simbologia
della luce. In cima all’arco c’è un’apertura a oculo: nei gior-
ni vicini agli equinozi di primavera e d’autunno, attorno a
mezzogiorno la luce entra all’interno e per pochi minuti
In basso: il paliotto
dell’altare
maggiore, opera
di Carlo Antonio
Tantardini,
rappresenta il voto
fatto dal duca di
Savoia Emanuele
Filiberto nella
battaglia di Saint
Quentin, il 10
agosto 1557,
di costruire una
chiesa in onore
di San Lorenzo.
A destra: l’organo
(1917) è posto
in una cassa lignea
dorata del ’700,
impreziosita
da statue di angeli
che suonano
violini e trombe
o leggono spartiti.
186 Bell’Italia