artistica, ancora oggi rievocate con languido rimpianto. Gli indiscussi protagonisti
di quel periodo dorato furono i Florio.
Imprenditori di origine calabrese (il capostipite, Paolo, nel 1801 si stabilì a Palermo,
aprendovi un negozio di spezie e coloniali), nell’arco di tre generazioni riuscirono
ad affermarsi in ogni settore dell’economia locale. Le basi dell’impero furono poste
dal nipote di Paolo, Vincenzo Florio, nella prima metà dell’Ottocento. Dotato di
eccezionale fiuto per gli affari e consapevole dell’importanza della diversificazione
degli investimenti, Vincenzo estese i propri interessi in una quantità di settori come
la produzione di Marsala, i trasporti via mare (nel 1840 fondò la “Società dei Battelli
a Vapore Siciliani”, oggi Tirrenia), la manifattura dei metalli, le tonnare e altro.
Nel 1846-47 fu proprio Vincenzo ad acquistare una grande villa con annesso parco,
in quello che all’epoca era per i palermitani un luogo di villeggiatura: l’Olivuzza.
Basile progettò
ogni dettaglio, dai
disegni dei parati
ai motivi vegetali
delle boiserie
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A destra, dall’alto: l’ingresso agli ambienti privati del secondo piano e il dettaglio della colonna
portante. Gli ornamenti sono basati su disegni di Basile e sui calchi dei legni originali carbonizzati.
Bell’Italia 197