Bell_39_Italia_-_Maggio_2016

(Maria Cristina Aguiar) #1

C


urioso che nel punto in cui
la natura ci lascia leggere tra
le pieghe delle rocce la vera
storia geologica delle Dolo-
miti, le Dolomiti stesse non si
vedano. Nel Geoparc Bletterbach (in
italiano bletterbach significa “rio delle
Foglie”), persi giù nel fondo del canyon
omonimo, tutto quello che si vede in
alto è uno spicchio di cielo. Perché le
pareti quasi verticali, ora a gradoni,
ora continue, incombono sopra di noi.
E vette famose e non lontane, come il
Catinaccio, si immaginano solo.
La zona è quella tra Aldino e Redagno,
fra la valle dell’Adige, la val di Fiemme
e la val d’Ega: distese di prati e boschi,
incise dalla gola del rio delle Foglie, che
nasce dal Corno Bianco (2.317 metri).
Una montagna non così spettacolare
come le più note cime delle Dolomiti,

ma dalla forma piramidale ben distin-
guibile da lontano. Di speciale, il Corno
Bianco, con il suo quasi gemello Corno
Nero, ha proprio il significato geologi-
co. Escludendo le Dolomiti di Brenta,
al Corno Bianco, punto focale fra
la val di Fiemme e la val d’Ega, si fa
coincidere il vertice sud-occidenta-
le dell’entità geologica dolomitica.
Questa emersione di “dolomia del Ser-
la” è stata erosa in 15.000 anni dall’azio-
ne del rio delle Foglie, movimentando
10 miliardi di tonnellate di detriti.

OTTO CHILOMETRI
PER 15.000 ANNI DI SCAVO
Ora la gola si sviluppa per 8 chilome-
tri, raggiungendo in alcuni punti una
profondità di 400 metri. Niente male
come performance: si stima che se tut-
ti i corsi d’acqua della terra avessero

avuto tale capacità erosiva, sarebbero
bastati 25 milioni di anni per appiatti-
re i 5 continenti emersi. E ora, grazie
all’erosione che ha messo a nudo i va-
ri strati, siamo in grado di leggere le
pagine della vicenda geologica delle
Dolomiti. Si possono quindi passare
in rassegna gli strati di Werfen (una
successione di sedimenti visibile “dal
vero” nella valletta di Longiarù, all’Al-
pe di Siusi e in val di Fassa), le arenarie
della val Gardena e il porfido quarzi-
fero rosso-grigio della piattaforma di
Bolzano, caratteristico dei ripidi ver-
santi affacciati sulla valle dell’Adige
e su quella dell’Isarco subito a nord
di Bolzano. L’istituzione, a partire dal
2009, del Geoparc Bletterbach (ora in-
serito nella lista dei siti Dolomiti Pa-
trimonio dell’Umanità Unesco), con
l’attività divulgativa e i percorsi uffi-

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