JUDAS AND THE
BLACK MESSIAH
Usa, 2021RegiaShaka KingInterpretiDaniel Kaluuya,
LaKeith Stanfield, Jesse Plemons, Dominique Fishback,
Martin SheenDistribuzioneWarner BrosDurata2h e 6'
IL FATTO —IlGiudadel titolo è William O’Neal
(Stanfield), ladruncolo arruolato dall’agente
speciale dell’FBI Roy Mitchell (Plemons)per
infiltrarsi nelle Black Panthers dell’Illinois e
riferire ogni mossa e decisione del loro
carismatico leader: il presidente Fred Hampton
(Kaluuya), cioè il “Messia Nero” del film diShaka
King. All’inizio per O’Neal è facile giocare la sua
partita di agente doppio, ma quando Hampton
fonda laRainbow Coalition, organizzazione
politica multiculturale che include Black
Panthers, Young Patriots, Young Lords e si apre
all’alleanza tra le principali gang di Chicago per
porre fine alle loro lotte intestine e lavorare
insieme al cambiamento sociale, il direttore
dell’FBI J. Edgar Hoover (Sheen) pretende un
intervento drastico.
L’OPINIONE —Due Oscar (Miglior attore non
protagonista a Daniel Kaluuya e Migliore canzone
originale aFight For You) per un film che racconta
è una drammatica storia vera, poco conosciuta
fuori dagli Stati Uniti (e anche lì spesso taciuta).
Shaka King, che aveva esordito nel lungometrag-
gio conNewlyweeds(2013), dramedy su una
coppia dedita all’intenso consumo di marijuana
e hashish, dirige qui un potente film politico in
stile classico, per narrare la vita e il sacrificio di
un leader rivoluzionario che ha anteposto il bene
dellacomunitàdaluiguidataaipropriinteressee
sicurezza personali. Girato con un ritmo serrato,
il film è benedetto dalle superlative interpretazio-
ni dell’intero cast: magistrale Stanfield nel rendere
il tormento interiore di O’Neal, così come viscido
in maniera inquietante Plemons nel donarci il
fasullo paternalismo dell’agente Mitchell verso
di lui. Kaluuya, dal canto suo, restituisce un Fred
Hampton multidimensionale di grande spessore,
dove la forza del suo eloquio politico confligge
teneramente con l’impacciato innamoramento
per la militante Deborah Johnson (Fishback). Un
film per non dimenticare i crimini di un passato
americano ancora troppo presente.
SE VI È PIACIUTO GUARDATE ANCHE...Donnie
Brasco(1997) di Mike Newell eThe Departed
(2006) di Martin Scorsese hanno raccontato
meravigliosamente la complessa psicologia
dell’infiltrato. La serieLovecraft Country(2020),
invece, narra attraverso il filtro dell’horror un
altro rivoluzionario Messia Nero, nell’America
razzista degli Anni ’50.
— OSCAR COSULICH
★★★★★
MINARI
★★★★★
id.,Usa,2020RegiaLee Isaac ChungInterpreti Steven Yeun, Ye-ri Han, Yuh Jung Youn,
Alan S. Kim, Noel Cho, Will PattonDistribuzione Academy TwoDurata1h e 55’
IL FATTO —Negli anni Ottanta Jacob, immigrato coreano, trascina la sua
famiglia dalla California all’Arkansas, deciso a diventare un agricoltore.
Ma se lui considera quella terra una grande occasione, la moglie e i figli
accettano malvolentieri il trasferimento. L’arrivo dalla Corea dell’eccentrica
nonna Soonja stravolgerà ulteriormente la loro vita, ma i suoi modi bizzarri
accompagneranno la famiglia in un percorso alla riscoperta dell’amore
che li unisce oltre ogni ostacolo.
L’OPINIONE —Candidato a sei premi Oscar - miglior film in assoluto,
regia, sceneggiatura originale, attore protagonista, attrice non protagonista
e colonna sonora -Minari, Golden Globe per miglior film straniero, si è
aggiudicato la statuetta per la Migliore attrice non protagonista (a Youn
Yuh-jung), dopo il trionfo del cinema coreano nel 2020 con Parasite di
Bong Joon-ho. Il film, il quarto diretto da Lee Isaac Chung, che moltissimo
conParasitedi Bong Joon-ho, già vincitore del Festival di Cannes. Il film,
il quarto diretto da Lee Isaac Chung, che moltissimo attinge alla sua storia
personale e al bisogno di raccontare alla figlioletta le proprie origini, non
vanta le intuizioni e la geniale costruzione narrativa del sulfureoParasite
e si colloca in un terreno decisamente meno impervio e sconosciuto al
pubblico.Mettendoafuocoinfattilaricercadelpropriosognoamericano
il regista di questo racconto classico e gentile ci regala una riflessione
intima e personale sull’incontro tra due mondi e tre generazioni, su
integrazione, fiducia, scetticismo, sul bisogno di appartenenza e sulla
forza dei legami famigliari, imperfetti e conflittuali, ma ricchi al tempo
stesso di misteriosa grazia, osservati con gli occhi di un bambino capace
di trovare la chiave di accesso ai burrascosi sentimenti di un microcosmo
alla deriva e alla ricerca della rotta perduta. Il minimalismo della messa
in scena sboccia però in una poesia del quotidiano che non ha bisogno di
strappi ed esplosioni e ci conduce per mano in un mondo fatto di piccoli,
ma prodigiosi gesti d’amore che innestano le antiche tradizioni coreane
nel cuore dell’America. Lo vedremo in sala con Academy Two, ma dal 5
maggio è anche su Sky Cinema Due.
SE VI È PIACIUTO GUARDATE ANCHE...The Farewell – Una bugia buona
di Lulu Wang.
— A D L
Una scena di
Minari.
Daniel Kaluuya(32 anni) in una scena di
Judas and The Black Messiah.
I FILM DEL MESE - SPECIALE OSCAR