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Nella serie britannica, disponibile su Netix, le tensioni di un Paese
incuivivequasiunquintodellapopolazionemondiale,sospesotra
arretratezza e modernità. E nel quale ora a protestare sono i contadini,
nell’indierenza delle star
NO, IL DIBATTITO NO
diMarco Palombi
Giornalista politico deIl Fatto Quotidiano
LAMARGIN CALLDI BILL HWANG
CI RICORDA CHE IL BANCO È TRUCCATO
B
ill Hwang, chi era costui? Figlio di un pastore protestante, è un newyorkese
di origini coreane recentemente assurto agli onori della cronaca per aver
bruciato sui mercati 30 miliardi di dollari (and counting, dicono gli ame-
ricani) affossando i bilanci di diverse banche, a partire da Credit Suisse e
Nomura. Il nostro è un trader di quelli aggressivi e, per così dire, non estraneo agli infor-
tuni: la suaTiger Asia Managementsubì pesanti perdite nella crisi del 2008, pagò una
multa per insider trading nel 2012 e lui stesso finì per esserebandito dalla Borsa di
Hong Kongper quattro anni. Per non restare con le mani in mano, Hwang aprì un “family
office” chiamato Archegos: in teoria una piccola società sottoposta a pochi controlli per
gestire patrimoni familiari, in pratica quando a marzo è andata a picco s’è scoperto che
gestiva a leva miliardi di dollari (almeno 50, forse il doppio). “Va bene, ma che c’entra col
cinema?”, si chiederà il lettore. C’entra perché quel che è successo lo avevamo già visto
sullo schermo: il meccanismo è lo stesso raccontato, più in grande, daMargin Call, film
del 2011 con tanto di mega-cast e un regista (J. C. Chandor)che aveva giocato bambino
sulfloordella Merril Lynch per cui lavorava suo padre.Margin Call, oltre a farci vedere
quanto possano essere avidi un gruppo di sociopatici ammaestrati a far soldi coi soldi,
ci spiega che questa gente non compra i titoli su cui investe al 100%, ma solo una parte,
il resto è a leva: esiste poi “un margine di variazione” sotto il quale chi ti ha prestato il
resto dei soldi è au-
torizzato a chiudere
la posizione in perdi-
ta (la tua e/o la sua);
se questo accade su
migliaia di titoli la
perdita potrebbe non
essere più contenibi-
le, specie se - come il
buon Hwang - le stesse garanzie le hai prestate a tutti i finanziatori. E quiil lettore
dovrebbe porsi altre due domande:1) com’è possibile che per un mutuo in banca
ti facciano la colonscopia e questo abbia 50 miliardi di credito dando a tutti le stesse
garanzie? 2) ma se era tutto chiaro in un film del 2011 com’è possibile che la storia si ripe-
ta? Supponiamo che la risposta abbia a che fare proprio con una battuta diMargin Call:
«Qualsiasi cosa succeda loro (i grandi capi,nda) i soldi non li perdono e se ne fottono se
li perde qualcun altro». La cosa curiosa è che - 13 anni dopo i subprime – dobbiamo de-
durre che se ne fottono anche la politica e i regolatori, che starebbero lì a rappresentare
i milioni di “qualcun altro” e non a fischiettare davanti a unaslot machinetruccata.■
Kevin Spacey (61 anni) in una scena di
Margin Call.
LA CORDIGLIERA
DEI SOGNI
★★★★★
La Cordillère des songes, Francia/Cile 2019Regia
Patricio GuzmánDistribuzioneI Wonder Picture
Durata 1h e 24’
IL FATTO —La Cordigliera delle Ande,
lamaestosaspinadorsalecheattraversa
ilCiledaNordaSud,diventaunanuova
chiave di accesso alla tormentata storia
recente del Paese, ma anche la metafora
di un sogno.
L’OPINIONE —Coniugando con straor-
dinaria grazia documentario e poesia,
Guzmán torna a riflettere sul tema a lui
più caro, quello delle atrocità subite dalla
popolazione cilena durante la dittatura di Pinochet, chiudendo dopo
dieci anni la trilogia che mette in relazione l’acqua e le stelle, l’uomo
e il cosmo, un bottone di madreperla e il genocidio della sua gente, il
mistero dell’esistenza umana e gli orrori di un passato non ancora ela-
borato, le esperienze personali e la storia di una nazione, il particolare
e l’universale. Le immagini inedite di Pablo Salas, che dagli Ottanta in
poi ha filmato la repressione della dittatura e la resistenza dei cileni, ci
riportano all’attualità dei recenti abusi politici in Cile e si uniscono alle
parole dello scrittore Jorge Baradit, che con i suoi libri offre importanti
riflessioni sugli ultimi decenni del Paese. D’altra parte,«un paese senza
documentari è come una famiglia senza album di fotografie».Cosìla
pensa Guzmán, che dopo aver esplorato il deserto di Atacama e la Pa-
tagonia si concentra sulla Cordigliera delle Ande, con immagini che ci
restituiscono l’imponenza e il mistero di una catena montuosa destinata
a congiungere cielo e terra, a protegge i cileni come una grande madre,
ma al tempo stesso a isolarli.
SE VI È PIACIUTO GUARDATE ANCHE...I primi due imperdibili do-
cumentari della trilogia,Nostalgia della luce eLa memoria dell’acqua.
— A D L
Un'immagine
daLa Cordigliera
dei sogni.
Nel lm rmato nel 2011 da J. C. Chandor, con Kevin Spacey, Jeremy
Irons, Paul Bettany e Demi Moore (disponibile su ChilieAmazon
Prime Video), il racconto dei metodi nanziari trualdini che nei mesi
scorsihannomessoneiguaibanchecomeCredit Suisse eNomura.
Si poteva evitare?