La serie NetflixEthostrascina
dall’analista l’intera Turchia,
divisa tra modernità e tradizione,
laicismo e religione
ANIME DIVISE
IN DUE
CIAKMAGAZINE.IT | 61
D
i tanto in tanto e sen-
zaapparentemotivo,
la giovane Meryem
perde i sensi. Per
indagarne le ragioni,
evidentemente psicosomatiche,
la ragazza frequenta una psichia-
tra, l’impeccabile Peri. Comincia
così una delle serie Netflix più
sorprendenti degli ultimi mesi,
Ethos(ma il titolo turco significaÈ
qualcos’altro,citazione di un verso
del celebre branoBir Başkadır Be-
nim Memleketim,cantatodel1972
da Ayten Alpman) che insieme
alla protagonista porta dall’ana-
lista un intero paese, la Turchia,
con tutte le sue contraddizioni e i
suoi nervi scoperti (emersi anche
in occasione del “sofa gate” scate-
nato da Erdogan). L’incontro tra
due donne di opposta estrazione
socialenella Istanbul di oggi è
come un sasso gettato nello sta-
gno. Meryem (Öykü Karayel, una
vera scoperta) è una domestica
con il capo coperto, un fratello
conservatore e prepotente, una
cognata depressa, una fiducia in-
condizionata nell’hodja, il saggio
consigliere del villaggio che par-
lapernomediAllah.Manutre
dubbi crescenti sul proprio ruolo
in una società spaccata in due,
dove nessuna certezza sembra più
proteggerla. La dottoressa
èinveceunadonnacol-
ta, borghese, raffinata ed
elitaria, affascinata dalla
disarmante semplicità
della sua paziente, ma
tormentata dal senso di
superiorità nei suoi con-
fronti, confessato alla
propria analista, Gülbin,
asuavoltaallepresecon
gravi problemi personali.Nelle
otto puntate della prima stagio-
nela forza centrifuga della storia
allarga l’osservazione a un coro
di personaggi, soprattutto donne,
impegnati a fare i conti ciascuno
con i propri demoni e destinati
a comporre un puzzle variegato
che restituisce la complessità di
un paese stritolato tra modernità
e tradizione, laicità progressista
e rigida osservanza islamica.
Da questa seduta di analisi col-
lettiva emergono, fra transfert,
controtransfert e una raffinata
ricerca musicale, molti segreti e
pregiudizi, desideri repressi, osti-
lità, solitudini, identità in frantu-
miebisogninonpiùrimandabili.
Pubblicata nel novembre 2020, la
serie vanta un buon successo in
patria, ma registra anche molte
polemiche per quello sguardo lu-
cido e impietoso che non fa sconti
a nessuno.■
LA CHICCA
DI ALESSANDRA
DE LUCA
ETHOS: UNIVERSALITÀ
DI UNA SERIE TV
PSICOCINEMA
DI FLAVIA
SALIERNO
N
ella stanza d’analisi passano
le storie delle persone che
vi entrano, ma anche la
storia stessa di popoli, e generazioni.
L’inconscio personale si fonde con quello
della collettività, perché ognuno di noi è il
frutto anche dell’ambiente e della cultura
nei quali è nato e cresciuto.
Sul lettino psicoanalitico di Ethos,
dove tutto viene raccontato attraverso
le sedute tra paziente e terapeuta, si
fondono tutti i piani.
C’è la storia personale dei protagonisti,
e soprattutto di Meryem. Ma c’è
anche la Turchia di Erdogan e le
contraddizioni tra le antiche tradizioni
e la contemporanea modernità. C’è la
diatriba tra parti antitetiche del sé, nella
loro incomunicabilità, ma ci sono anche le
conflittualità tra religione ed ateismo.
In un luogo e in nessun luogo, la serie
si presenta col titolo originale Bir
Baskadir, in turco “un altro”, o “è
un’altra”. Quel luogo è Istanbul, ma
potrebbe essere altrove. L’ambientazione
della serie, la scelta da parte del regista
di una Istanbul deisobborghi poveri
e degradati, porta ad aree della mente
più depressive e inquiete. Luoghi
adatti a fotografare la
proliferazione di emozioni
e contraddizioni dei
vissuti dei protagonisti e
in generale della trama
che si dipana e intreccia
coi riferimenti storici e
culturali della Turchia
contemporanea. Dove
si scontrano, inoltre,
l’ambito psicologico e quello religioso, e
dove sembra cheil Maestro della fede
religiosa svolga la stessa funzione
della psicoterapeuta,anchequesta
protagonista del racconto.
La riflessione che suscita la visione di
questa serie èuniversale, si estende
al di là dei confini della connotazione
culturale turca. È l’impatto che il
confronto col diverso da sé ha in ogni
caso, alla ricerca di un modo “etico” di
vivere, di una risposta, l’unica possibile,
secondo la quale impostare e regolare
la propria esistenza. Un recinto fuori dal
quale diventa inaccettabile l’opposto.
L’uso, nella serie, della “consulting
room” psicoterapeutica, è la metafora
di un dialogo, una cura, che dovrebbe
avvenire tra ideologismi integralisti,
stimolando alla pluralità delle visioni
e delle interpretazioni della realtà.
La lettura, l’interpretazione psicoanalitica,
presente in tutta la durata della serie,
ore l’opportunità di guardare attraverso
e dentro i comportamenti dei singoli
protagonisti, e degli accadimenti che a
loro ruotano intorno. É l’apripista per una
trasformazione, necessaria per prendere
contatto con la verità (vissuta) delle cose.
Ethosè una serie di cui si ha bisogno,
perché ci sottolinea che la parolalibertà
non è mai data per scontata, in tutte le
sue accezioni.
E fornisce una buona occasione per
ricordare che il cinema non è mai solo
intrattenimento, ma anche lafotografia
raccontata dei mille volti dell’uomo,
dei mille modi di esserlo, e di tutte le sue
mille storie.
L'attrice turca
Öykü Karayel
(30 anni) in
Ethos.
In alto, due scene
della serie.