Simona Tedesco
Editoriale
dove maggio - 2016 5
Mag g i o 2016
Visioni è il titolo del Salone internazionale
del Libro di Torino, al Lingotto dal 12 al 16
maggio. Un appuntamento che darà spazio
ai visionari: fisici, biologi, neuroscienziati,
filosofi, artisti, architetti, economisti che,
spiegano gli organizzatori, “si sono distinti
per la lungimiranza del progetto, le capacità
d’innovazione, l’originalità dei metodi
operativi, ma anche la sapienza divulgativa
e comunicativa. vuol dare ospitalità alle
esperienze di chi ha la capacità di guardare
lontano, di darsi e vincere sfide che
sembravano impossibili, di lavorare nel
futuro e per il futuro attuando progetti forti,
basati su una conoscenza vera. ma anche sul
patrimonio letterario, artistico e filosofico
che costituisce la nostra identità culturale,
e dunque nell’indispensabile saldatura tra
cultura scientifica e cultura umanistica”.
“ecco il dossier di maggio”. Così, una
sera, Fabio Sironi, nostro colto e letterato
caporedattore (giustamente temuto da
qualsiasi collaboratore del giornale), ha
aperto una bella discussione in redazione.
Cosa vuol dire avere capacità di visione?
Saper guardare lontano, ma anche vivere in
modo creativo il presente? Perché sempre
più spesso futuro e sviluppo tecnologico
sono sinonimi?
Per noi il viaggio, la scoperta, l’incontro
dell’altro è conoscenza, quindi un tema
perfetto per Dove. in quei giorni stavo
finendo di leggere Oltre le passioni tristi di
miguel Benasayag (Feltrinelli, 2016), filosofo
e psicoanalista di origini argentine. avevo
sottolineato un passo del capitolo Il dominio
dell’artefatto sulla vita, che mi aveva colpito,
e l’ho portato nella discussione: “Si conosce
l’immensa impresa di raccolta dei cosiddetti
‘metadati’, grazie a i quali si costruiscono i
profili di gruppi-tipo. i metadati sono tutte
le informazioni che, sotto forma di tracce
numeriche non volontarie, lasciamo per il
solo fatto di vivere nella nostra società (...)
attraverso il prelievo, algoritmicamente
regolato, dei dati, sono tracciabili dei profili
che fanno di ciascuno di noi un nodo
statistico. ma una volta che questo profilo
è definito, noi saremo trattati, sollecitati
e motivati in funzione di questo. Nella
modellizzazione mediante ‘arrotondamento
digitale’, tutto avviene come se a ciascuna
persona venissero rubati degli elementi
di singolarità”. il testo prosegue poi
sull’indagine delle sofferenze contemporanee
e spiega quali difficoltà ha oggi la psicoanalisi
classica nel trovare soluzioni. ma questa
è un’altra storia. Però, le domande su chi
stiamo diventando, immersi nella rivoluzione
tecnologica, quali sistemi economico-sociali
si stanno modellando sugli ‘arrotondamenti
digitali’ e qual è oggi il significato profondo
di visione dell’homo technologicus ci hanno
portato a progettare il dossier a pag. 179 e a
creare questo numero.
abbiamo eletto Torino come città visionaria,
un cantiere aperto sulle idee. visionaria è
la moda quando gli stilisti restituiscono
un punto di vista forte sul contemporaneo
(a pag. 196) e visionari per noi sono tutti
quelli che sanno reinventare il presente
non dimenticando la terra, le radici di
appartenenza, come i giovani cocineros
scovati in Estremadura (a pag. 146). ma
anche vivere la dimensione di un grand
tour stile ’800 nella verde Svizzera o il
silenzio offerto da un giardino-scultura
italiano possono essere occasioni fertili per
concedersi un pensiero profondo che abbia
il sapore di un progetto.
Certo, non è difficile immaginarsi nel
paradiso terreste di Komodo, al tramonto,
cullati dal veliero, con un libro in mano, a
raccogliere idee. e una volta nella vita, come
diciamo noi, vale la pena farsi un dono così.
Più complicato chiedersi di avere una
‘vision’ in coda a un semaforo, senza dubbio.
allora può bastare un giro al Salone del
Libro di Torino per concedersi il lusso di
alzare lo sguardo e viaggiare nelle visioni.
un viaggio
nelle visioni