L'Orologio

(Chris Devlin) #1
l tempo? Qui piove!” “Anche
qui...”. “Fine del tempo!”. Con
uno stralcio della nostra tele-
fonata aggiungiamo lo spirito da ca-
baret a una lista che voleva esser bre-
ve e dare un’immagine sintetica (e
inevitabilmente parziale) di un po-
liedrico artista. Stefano Bollani pia-
nista jazz tra i più grandi del panora-
ma contemporaneo è impossibile
da inquadrare in qualsiasi definizio-
ne. Perché jazz ma non solo perché
grande musica ma anche spettacolo
perché libri tv colta e avvincente
trasmissioni radio. Arte con entusia-
smo intrattenimento e ironia a di-
mostrazione che per far conoscere il
proprio talento non è necessario
prendersi troppo sul serio. Ripercor-
rendo la sua discografia più recente
compaiono Ravel e Stravinsky diretti
da Riccardo Chailly e suonati con la
leggendaria Gewandhaus Orchestra
Irene Grandi e “Viva la pappa col po-
modoro” Gershwin e la rivisitazione
di brani della tradizione brasiliana.

Nel curriculum oltre a incontri con i
nomi più noti del panorama jazz in-
ternazionale concerti nelle favelas e
alla Scala una comparsata in una sto-
ria di “Topolino” e due edizioni di
una delle più interessanti trasmissio-
ni tv che la Rai abbia prodotto negli
ultimi anni: “Sostiene Bollani”. Eclet-
tico e curioso un po’ giullare e sal-
timbanco come si definisce lui stes-
so è simpatico e alla mano proprio
come in tv o sul palcoscenico: è
un’intervista ma pare di chiacchiera-
re con un vecchio amico.

Ti sei avvicinato alla musica pre-
stissimo. È una passione nata da te o
c’è stata una spinta da parte della
famiglia?
Mio padre ascoltava un po’ le can-
zoni degli anni ’50 ma nessuno in fa-
miglia si occupava di musica nean-
che da appassionato. A me invece
piaceva imitare i cantanti: ricordo
che Celentano era il mio idolo pop
da imitare allo specchio.

Diverse visioni del tempo


testo e foto di Flavia Farina

“OGNUNO HA UN MODO DIVERSO DI ASCOLTARE LA MUSICA
ESATTAMENTE COME VEDE I COLORI IN MANIERA DIVERSA.”

A sei anni già suonavi il piano...
Sì ma era una scusa per fare il
cantante o l’attore. Però poi mi so-
no appassionato.

Avendo cominciato così piccolo
consideri importante l’educazione
musicale dei bambini nelle scuole?
Importantissima perché è evi-
dente a chiunque lavori con l’in-
fanzia che la musica fa parte del
processo cognitivo del bambino.
Vederla nei programmi accanto al-
la storia dell’arte o della letteratura
dimostrerebbe finalmente un inte-
resse delle istituzioni. La mia espe-
rienza però dice che quello che ci
insegnano a scuola dobbiamo im-
parare ad amarlo lentamente per-
ché tendenzialmente ce lo fanno
odiare. Forse la musica dovrebbe
essere presente nella vita in gene-
rale nei mass media; e anche i ge-
nitori dovrebbero aiutare bambini
e ragazzi a districarsi nel mondo
del suono.

104 L’OROLOGIO 226 - Aprile 2014

I


BOLLANI


Stefano


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