in altri generi musicali. Suonando
in gruppo e improvvisando chi co -
manda e chi segue? Quanto è impor-
tante il tempo per agganciare e uni-
re i vari musicisti?
La cosa più bella che può accade-
re nel jazz è che nessuno stia co-
mandando cosa rarissima nelle al-
tre musiche. Perché nella musica co-
me lâabbiamo organizzata noi la
musica sinfonica ci sono gerarchie
precise: il direttore dâorchestra poi
il primo violino il secondo la prima
viola. Nel pop idem: câè il cantante
poi il capo-orchestra... e spesso il
batterista è lâultimo anello della ca-
tena nonostante sia quello che tie-
LâOROLOGIO 226 - Aprile 2014
vare il mio tempo per interpretare
Ravel o Gershwin?â. Credo che cam-
bi con il tempo appunto nel senso
che la velocità con cui si suonano
certe cose oggi non è più la stessa.
Penso sia lâequivalente per il cine-
ma: quello di una volta è troppo len-
to per noi può essere culturalmente
interessante ma è lento. Oggi ab-
biamo bisogno di altri tempi anche
per questo una volta si scrivevano
sinfonie di 50 minuti mentre ora si
ascoltano brani musicali di tre minu-
ti e mezzo.
Ma a scuola ci insegnavano che
sullo spartito i tempi sono precisi.
Continuano ad esserlo ma magari
sono spartiti del 1826 del 1865. Non
voglio dire che fosse meglio o peg-
gio. Alice di Lewis Carrol giusta-
mente diceva: âSapeste che tempo
che câera ai miei tempiâ. Non câè più
quel tempo lì né quello di sedersi in
teatro e guardare âLâanello del Nibe-
lungoâ di Wagner per sette ore: non
possiamo metterci lâattenzione che
ci avrebbe messo lo spettatore del-
lâOttocento che non conosceva la
televisione il cinema e non sentiva
musica tutti i giorni con lâI-pod.
Nel jazz il tempo prende forme
inaspettate imprevedibili più che
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Diverse visioni del tempo
Stefano Bollani alla Versiliana una mano alla tastiera e una al piano. La prima puntata della seconda stagione di
âSostiene Bollaniâ lâinnovativa trasmissione di divulgazione e intrattenimento che il pianista ha tenuto lo scorso autunno
è interamente dedicata a questâultimo strumento.