Coelum Astronomia - #225 - 2018

(Joyce) #1

(^110) COELUM ASTRONOMIA
Lo spettroscopio a fenditura
Se si vuole, tuttavia, andare oltre entrando nel
campo della spettroscopia stellare e degli oggetti
del cielo profondo a risoluzione medio-alta,
l’unica strada è uno spettroscopio a fenditura. Ma
qui si entra in un territorio che presenta luci e
ombre, perlomeno a livello amatoriale. Cerchiamo
quindi di vedere in modo sintetico e obiettivo
quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi di una
strumentazione spettroscopica più sofisticata e
performante.
Nello spettroscopio a fenditura un elemento
ottico positivo (lente o specchio), detto
collimatore, viene messo a fuoco su una singola
fenditura – che altro non è che un’apertura molto
sottile, non abbastanza da innescare la diffrazione
ma a sufficienza da incanalare la luce in un fascio
parallelo (collimato, appunto) al reticolo. In uscita
da questo si ottiene un fascio diffratto (spettro)
che viene ingrandito da una seconda ottica detta
“di visualizzazione” o “della camera”.
Il collimatore deve avere lo stesso rapporto F/D
del telescopio cui è applicato lo spettroscopio. A
sua volta la fenditura è posta sul punto focale del
telescopio, e ha due principali funzioni: di isolare
la regione d’interesse nel cielo e, ancora più
importante, quella di rendere stabile la
risoluzione, che non dipenderà più, o quanto
meno dipenderà in piccolissima parte, dal seeing.
Il vantaggio, oltre alla stabilità, è anche la maggior
risoluzione ottenibile usando fenditure più
strette. Non è un vantaggio da poco, in quanto
talvolta decisivo nella determinazione delle
Sopra. Nell’immagine il layout di uno spettroscopio stellare costruito dall’autore, con un reticolo da 600 l/
mm, a bassa risoluzione, che fornisce buone prestazioni e presenta peso e dimensioni più che accettabili. In
quella successiva, un ottimo e leggero spettroscopio professionale di concezione simile al precedente: l’Alpy
(fonte Shelyak instruments).

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