Coelum Astronomia - #226 - 2018

(WallPaper) #1

(^114) COELUM ASTRONOMIA
Gli incontri Deep-Sky della cometa
21P/Giacobini-Zinner
Introduzione di Claudio Elidoro
Difficile rimanere indifferenti dinanzi alla
fotografia di una cometa. Praticamente
impossibile, poi, se la ripresa è del livello di
quella realizzata da Marco Bruno che, nelle prime
ore dello scorso 11 settembre, ha immortalato la
cometa 21P/Giacobini-Zinner mentre transitava
accanto all’ammasso aperto M 37 nella
costellazione dell’Auriga. Una delizia di immagine
e una accoppiata di oggetti celesti davvero
incredibile. Allo splendore della cometa, infatti, si
affianca il fascino di un ammasso stellare distante
4.500 anni luce e composto da oltre 500 stelle.
Nel suo "Le Stelle e le curiosità del cielo"
pubblicato nel 1881, il grande divulgatore
francese Camille Flammarion scrive che M 37 «
offre nel campo del telescopio un brillante
scintillio, quasi di infuocata polvere d’oro». Sarà
pur retorica, ma la similitudine mi piace...
Regina indiscussa dell’immagine, comunque, è la
cometa Giacobini-Zinner, scoperta a Nizza il 20
dicembre 1900 da Michel Giacobini, che riuscì
anche a stimare il suo periodo in poco meno di 7
anni. Nell’ottobre 1913 – quasi a sorpresa, visto
che era abbondantemente in anticipo rispetto alla
tabella di marcia calcolata da Giacobini – la
cometa venne individuata da Ernst Zinner
osservando da Bamberga, in Baviera. Per un po’ di
giorni portò il suo nome, finché saltò fuori che in
realtà era la cometa di Giacobini, solo che il suo
periodo era leggermente inferiore a quello
calcolato nel 1900; oggi sappiamo che il suo
periodo è di circa 6 anni e mezzo. Ad ogni modo,
per non scontentare nessuno, si decise di
assegnare alla cometa i nomi di entrambi gli
scopritori.
Si stima che le dimensioni del nucleo di questa
cometa si aggirino intorno ai 2 km, dunque si
tratta di un oggetto molto più piccolo di quello
che ci ha rivelato in modo davvero emozionante
la missione Rosetta; il nucleo della cometa 67P/
Churyumov-Gerasimenko, infatti, misura 3,5 x 4
km. Entrambe queste comete, però, condividono
l’appartenenza alla cosiddetta famiglia delle
comete gioviane, centinaia di comete legate
gravitazionalmente al pianeta Giove, tanto che,
occasionalmente, il pianeta gigante finisce col
perturbare le loro orbite.

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