Coelum Astronomia - #226 - 2018

(WallPaper) #1

(^32) COELUM ASTRONOMIA
L’arrivo alla meta
La missione entra nel vivo
di Michele Diodati
In alto. Gli ingegneri e gli scienziati del centro di
controllo della missione di Sagamihara festeggiano
l'arrivo di Hayabusa 2 nei pressi dell'asteroide
Ryugu. Crediti: JAXA/ISAS
L’arrivo presso Ryugu, avvenuto lo scorso 27
giugno 2018, costituisce la tappa iniziale di una
complessa e articolata missione: l’obiettivo è
quello di studiare da vicino l’asteroide Ryugu e
riportare a casa dei campioni di suolo.
La sonda giapponese è partita il 3 dicembre 2014
ed esattamente un anno dopo, il 3 dicembre 2015,
è tornata a far visita al nostro pianeta, sfiorando la
Terra per ricevere un assist gravitazionale che l’ha
accelerata in direzione della sua meta. Da quel
momento, Hayabusa2 ha impiegato poco più di 30
mesi per coprire la distanza che la separava da
Ryugu.
Dopo un lungo viaggio durato circa 3 anni e
mezzo, la sonda giapponese si trova ora
a pochi chilometri di distanza dall’asteroide.
Hayabusa2 non orbita attorno a Ryugu ma
mantiene una posizione di stazionamento fissa,
che le consente un’osservazione ravvicinata e
costante del suo obiettivo. Questa posizione sarà
la “casa” di Hayabusa2 per gran parte del tempo
che trascorrerà nei pressi dell’asteroide.
A 2,14 unità astronomiche dal nostro pianeta,
occorrono attualmente 1069 secondi, cioè 17,8
minuti, perché i segnali radio scambiati tra
Hayabusa2 e le antenne terrestri arrivino a
destinazione. Ci vuole pertanto oltre mezz’ora
prima che giunga dalla sonda il segnale di
conferma per qualsiasi comando inviato dalla
Terra. Questo lungo intervallo di tempo ha reso
indispensabile automatizzare gran parte delle
procedure con cui Hayabusa2 eseguirà i numerosi
compiti che le sono stati assegnati.

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