Coelum Astronomia - #226 - 2018

(WallPaper) #1

(^76) COELUM ASTRONOMIA
sbalorditivi, i veri mostri... Guardare lontano nello
spazio e nel tempo ha infatti spesso riservato agli
studiosi le sorprese più inaspettate. E non è stato
da meno il caso della galassia denominata
COSMOS-AzTEC-1, oggetto di osservazione da
parte di un team di astronomi giapponesi, guidati
da Ken-ichi Tadaki dell’Osservatorio Nazionale
del Giappone (Tokyo, Giappone). La galassia,
chiamata più brevemente AzTEC-1, è risultata
essere un vero mostro, sotto molteplici punti di
vista, e un affascinante oggetto di studio, i cui
risultati sono stati presentati lo scorso 29 agosto
su Nature.
Cosmos-Aztec-1 fu scoperta nel 2007 con il James
Clerk Maxwell Telescope, nelle Hawaii, ma è solo
grazie alle recenti osservazioni condotte con il
potente radiotelescopio ALMA (Atacama Large
Millimeter/submillimeter Array), dell’ESO, situato
a 5.000 metri di quota nel deserto dell’Atacama,
in Cile, che è stato possibile osservare questa
particolare galassia primordiale con ricchezza di
dettaglio.
Questo mostro cosmico presenta un redshift (lo
spostamento delle righe spettrali verso il rosso)
pari a z = 4,3, parametro che, basandosi sui più
recenti parametri cosmologici offerti dalle
osservazioni del satellite Planck, pone l’oggetto a
ben 12,4 miliardi di anni luce di distanza, ai
primordi dell’Universo, e che ci permette di
studiare lo stato dell’evoluzione galattica a meno
di un miliardo e mezzo di anni dopo il Big Bang.
Sfruttando tutta la sensibilità e l’alta risoluzione
offerta dalla configurazione più estesa delle
antenne di ALMA, quella con baseline di 16
chilometri, il team ha potuto osservare gli
straordinari dettagli della galassia primordiale,
riuscendo a risolvere oggetti con una risoluzione
lineare di circa 550 parsec.
Sotto. Alcune delle antenne dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), sul Chajnantor
Plateau nelle Ande in Cile. Nel cielo si riconoscono la Grande e la Piccola Nube di Magellano, due galassie
associate alla nostra Via Lattea, che appaiono come chiazze luminose nel firmamento, al centro della
fotografia. Crediti: ESO/C. Malin

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