Coelum Astronomia - #228 - 2018

(Rick Simeone) #1

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la mezzanotte.
Per inquadrare nel telescopio la regione
lunare di Maginus basterà orientare il
telescopio nell'estremo sud della Luna
dove, a sud della scura e vasta area
basaltica del mare Nubium, vedremo
una sorta di croce alle cui estremità
sono posizionati Tycho a nord,
Longomontanus a ovest, Clavius a sud e
Maginus a est.


Si tratta di una eccezionale e
antichissima formazione lunare la cui
origine risale al periodo geologico Pre
Nectariano Tipico (da 4,5 a 3,9 miliardi
di anni fa). La cerchia delle pareti, alte
circa 4.000 metri intorno al cratere, si
presenta in gran parte semidistrutta e
disseminata da una innumerevole
quantità di crateri anche parzialmente
sovrapposti di cui il più esteso è Maginus-C con
diametro di 42 km sui bastioni di sudovest,
seguono poi Maginus-D e Maginus-E
rispettivamente di 40 e 37 km sulla parete rivolta
a oriente, abbiamo inoltre Maginus-N, Maginus-G
e Maginus-F con diametri rispettivamente di 24,
23 e 18 km sui bastioni di nordovest e Maginus-K
di 31 km sui bastioni di nordest.
L'immensa platea di Maginus si presenta
relativamente pianeggiante e priva di rilievi degni
di nota ad eccezione di un sistema di basse colline


in posizione leggermente decentrata verso
nordest. Sul fondo di questa grande struttura
lunare potremo osservare una notevole quantità
di crateri di qualsiasi diametro, dai più estesi
Maginus-Z e Maginus-A rispettivamente di 18 e 14
km fino ai più piccoli craterini la cui osservabilità
sarà in stretta relazione al seeing della serata,
ottima occasione per cercare di sfruttare al
massimo il potere risolutivo dello strumento
utilizzato.
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