Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
L 'analisi e Hnterpretazione dei casi l 159

stenza immaginaria. È piuttosto facile ipotizzare delle variazioni ad un tale pro­
cesso. Infatti, i parenti del bambino potrebbero essere venuti a conoscenza della
defunta personalità, senza ricordarsi affatto l'accaduto; allo stesso tempo, tutta­
via, il soggetto potrebbe aver tratto le informazioni direttamente dai suoi parenti,
normalmente o facendo ricorso ad eventuali doti telepatiche.
Una persona che ottiene delle informazioni norm!,tlmente, ma che si dimen­
tica di averle ottenute, si dice sia soggetta a « criptomnesia ». Credo che la crip­
tomnesia possa di buon grado rientrare in quasi tutti i casi che ho studiato fino
ad oggi. Spesso sono rimasto fortemente impressionato e stupito dai risultati del­
le inchieste che ho condotto. Infatti, penetrando il caso più in profondità, mi è
capitato di scoprire che, anche se le due famiglie non si erano mai conosciute in
precedenza, esse avevano degli amici in comune; in altri casi, inoltre, la comuni­
cazione indiretta fra di loro era molto più probabile di quanto esse non ritenes­
sero. Nel precedente capitolo ho parlato di tre casi (quelli di Sunita Khandelwal,
Pushpa e Parmod Sharma) nei quali, le due famiglie implicate, avevano avuto un
contatto piuttosto superficiale tra di loro. Non riscontrai alcuna prova che evi­
denziasse il fatto che, le informazioni a proposito della precedente personalità,
fossero filtrate da una famiglia all'altra; ma non posso neanche escludere con cer­
tezza che le cose siano andate così.
Cionondimeno, sono sicuro che, la criptomnesia, non sia la giusta spiegazio­
ne per i casi « a lungo raggio ». In primo luogo, i casi in cui ho spinto le mie in­
dagini ad una profondità simile a quella utilizzata per Parmod, Pushpa e Sunita,
non hanno rivelato l'esistenza del benché minimo collegamento fra le due fami­
glie (7).
Vi sono anche degli ulteriori fattori che mirano a mettere in luce il fatto
che, la criptomnesia, non può essere una corretta spiegazione per questi casi. ln­
nanzitutto, non credo che un bambino, avendo udito una sola conversazione,
possa assimilare le informazioni necessarie per comporre una serie credibile di
ricordi di una vita precedente. (Qualora, invece, il bambino avesse assistito a più
conversazioni, suppongo che i genitori ne sarebbero venuti a conoscenza). All'età
in cui inizialmente il soggetto comincia a parlare della sua precedente esistenza,
egli spesso manca del vocabolario necessario per comunicare le immagini ed i ri­
cordi che si affacciano alla sua memoria. È fuori dubbio, perciò, anche se non


(7) Criptomnesia
Alcuni critici di questi e di altri casi che rivelano l'esistenza di processi paranormali, affermano spes­
so ingiustificatamente che debba trattarsi di criptomnesia. Tali critici, lavorando su una base di incredulità
e conoscendo ben poco di criptomnesia, la applicano astrattamente senza dimostrare la sua ricorrenza nei
casi specifici. Sono stati riportati ben pochi esempi di casi di criptomnesia su cui sono state condotte del­
le serie ricerche. La mia analisi dei soggetti si riferisce a quasi tutti gli esempi pubblicati (Stevenson,
1983b). C'è da tenere presente che vi sono senz'altro molti più casi di quelli che sono stati riportati ma,
coloro che credono nella criptomnesia come spiegazione di un'ampia casistica, dovrebbero avere l'obbli­
go di fornirci molti più esempi.
Sono del tutto fiducioso che, almeno in un caso, la criptomnesia possa essere esclusa completamen­
te: quello di Siileyman Zeytun. Egli era sordomuto fin dalla nascita e non poteva udire neanche un colpo
di cannone sparato vicino alle sue orecchie. È possibile pensare seriamente che egli avesse acquisito nor­
malmente tutti i dati che sembrava conoscere a proposito della vita della sua presunta personalità prece­
dente?

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