Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
L 'analisi e l 'interpretazione dei casi l 161

critica nei confronti di tali casi, lo avviserei di concentrarsi su qualunque prova
che possa mettere in evidenza l'irrealtà e l'infondatezza dei ricordi dei vari testi­
moni.
Per comprendere come possa avvenire la paramnesia, o almeno un modo in
cui essa si possa manifestare, dobbiamo prendere nuovamente in considerazione
i ·primi particolari che un bambino afferma di ricordare a proposito della sua
precedente vita. Supponiamo che i suoi genitori, udendolo fare alcune afferma­
zioni, incomincino ad attribuire loro una coerenza che in realtà non hanno. Inizi­
no a pensare a quale persona il loro bambino si stia riferendo. Poi, si diano da fa­
re per rinvenire una tale persona e trovino una famiglia un cui membro, decedu­
to alcuni anni prima, corrisponda ai dati forniti loro dal bambino. Spiegheranno
quindi a tale famiglia, che il loro figlio ha fornito degli accenni di una sua prece­
dente esistenza e la famiglia sarà d'accordo con loro nel ritenere che, le afferma­
zioni del bambino, corrispondono con la vita del loro defunto parente. Le due
famiglie, poi, si scambieranno una serie di informazioni dettagliate sulla vita del­
la presunta « personalità precedente » e su quanto detto dal bambino. Prese
dall'entusiasmo e senza prestare un'eccessiva cura a quanto viene detto, potran­
no arrivare a credere che il soggetto abbia fornito molti dettagli sulla vita della
defunta personalità quando invece, prima che le due famiglie si incontrassero, si
trattava di affermazioni di poco. rilievo e non del tutto specifiche. In questo mo­
do, ciò che il bambino ha detto realmente, si può sviluppare e può finire con
l'essere accettato da entrambe le famiglie. Ma dove ci può condurre una tale
spiegazione?
Certamente, almeno in alcuni casi, sembra essere la migliore. Ho parlato
precedentemente del fatto che, l'ardente desiderio di molti Drusi di rintracciare
la nuova incarnazione di un defunto, o di venire a conoscenza della passata iden­
tità di una persona, li porta spesso a chiudere prematuramente il problema del­
l'identificazione. Quando un Druso muore, quasi sempre i membri della sua fa­
miglia vogliono sapere dove è rinato il loro caro; e, quando nasce un bambino
Druso, i suoi parenti vogliono quasi sempre sapere chi egli fosse nella sua prece­
dente esistenza. Così, l'impaziente famiglia del bambino, può incontrare un'al­
trettanto impaziente famiglia che sta ancora piangendo la morte di un suo caro.
Sarebbe sorprendente se tali famiglie non finissero spesso per ritenere di aver
trovato proprio ciò che cercavano, mentre raramente le cose stanno così. In se­
guito, esse possono giungere a credere onestamente che il bambino, prima del
loro incontro, abbia detto molte più cose di quante ·non ne abbia riferite real­
mente. Così, gli ulteriori dettagli attribuiti al caso, finiscono spesso per fornire
una prova molto più schiacciante per ciò che riguarda la realtà delle cose.
Purtuttavia, in molti casi, rintracciabili anche fra i Drusi, una tale spiegazio­
ne ci appare piuttosto inadeguata. Innanzitutto, non può essere applicata a quel­
la casistica in cui è stata fatta una registrazione scritta di ciò che il bambino ave­
va affermato in precedenza, e cioè prima di giungere ad una verifica e prima che
le due famiglie implicate si incontrassero. In tali casi possiamo verificare che il
bambino aveva realmente detto ciò che le famiglie in seguito gli attribuivano.
Sfortunatamente, questi casi sono piuttosto rari (l'l%) rispetto alla maggioranza,
in cui non viene preso alcun appunto scritto delle affermazioni del soggetto (9).
In altri casi, tuttavia, i miei collaboratori ed io, siamo giunti sul luogo delle

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