Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
I l valore esplicativo del concetto di reincarnazione l 209

bensì a degli strascichi di un rapporto conflittuale vissuto in un'altra vita. Di
contro, i genitori Occidentali, che non hanno familiarità con il concetto di rein­
carnazione, potranno ritrovarsi imbarazzati e feriti da un bambino scontroso e
per nulla affettuoso che essi non ricordano di avere in qualche modo offeso o
maltrattato. In alcuni casi di questo tipo, i genitori vanno a cercare disperata­
mente delle deficienze nel loro modo di rapportarsi con il bambino; in altri, pen­
sano che valga la pena di considerare la possibilità che gli atteggiamenti ed i
comportamenti esistenti in una vita precedente si siano ricreati nell'attuale rap­
porto genitore-figlio, senza che nessuno dei due presenti dei ricordi di situazioni
che abbiano generato la relazione conflittuale che ora tanto li rende perplessi.
Per molti anni alcuni psichiatri addossarono la colpa di certe serie malattie
mentali, quali ad esempio la schizofrenia, a maltrattamenti o ad atteggiamenti di
rifiuto da parte dei genitori del paziente, esercitati quando questo era ancora un
bambino. Condannando così i genitori, questi censori hanno perso di vista il fat­
to che gli stessi genitori abbiano invece cresciuto con successo tutti gli altri loro
figli. Essi hanno finito anche per ignorare le frequenti constatazioni fatte dalle
madri dei pazienti, secondo cui quel particolare figlio si comportava in modo
differente rispetto a tutti gli altri suoi fratelli, fin dalla nascita. Gli psicologi del­
l'infanzia e gli psichiatri oggi riconoscono che i bambini differiscono, fin dalla
nascita e persino prima di venire al mondo, nel modo di rapportarsi ai loro geni­
tori, ma attribuiscono tali diversità a fattori genetici o ad eventi occorsi durante
la gestazione. Io credo personalmente che, l'origine di questi particolari rapporti
che intercorrono fra genitori e f:ìgli - anche di quelli estremamente positivi -,
debba essere ricercata andando ancora più indietro nel tempo.


Atteggiamenti aggressivi apparentemente irrazionali

Se è vero che la reincarnazione può aiutare a spiegare taluni aspetti dei rap­
porti esistenti fra genitori e figli, essa può anche aiutare a migliorare la compren­
sione dei comportamenti che si manifestano al di fuori dell'ambito familiare. Mi
sto riferendo a quegli antagonismi apparentemente irrazionali che alcuni indivi­
dui manifestano nei confronti di altri o di interi gruppi di persone. L'alta inci­
denza di morti violente fra le personalità precedenti di questi casi, ci ha fornito
l'opportunità per studiare il trasferimento da una vita all'altra di atteggiamenti di
vendetta, come ad esempio quelli che ci si potrebbe aspettare dalla vittima nei
confronti del suo assassino. Come potremo dedurre osservando le reazioni che
le persone manifestano nei confronti delle varie esperienze della vita, alcuni sog­
getti dimostrano una certa indulgenza verso coloro che, in una precedente esi­
stenza, furono responsabili della loro morte, mentre altri no. Parecchi soggetti
hanno espresso la volontà di vendicarsi dei loro assassini quando fossero stati
abbastanza grandi per farlo. Nel capitolo 4 ho descritto come Bongkuch Prom­
sin spesso percuotesse con molta rabbia un palo, urlando a voce alta il nome dei
suoi assassini. Quando il bambino cresce, tuttavia, solitamente il suo istinto di
vendetta va via via estinguendosi, facendo posto ad un atteggiamento di maggio­
re tolleranza.
Quando un soggetto manifesta un comportamento vendicativo, la sua ani-
Free download pdf