Ulteriori argomenti e problematiche l^237
tura per l'eternità. Tutto ciò induce anche a pensare che il suicidio non ponga fi
ne ai propri guai, bensì che li interrompa momentaneamente per rimanifestarli
in un futuro quasi immediato.
Parecchi soggetti di questi casi manifestano delle fobie nei confronti degli
strumenti utilizzati dalle personalità precedenti per suicidarsi, ad esempio armi
da fuoco o veleni. Il ricordo del suicidio non sempre estingue l'inclinazione del
soggetto verso il medesimo. Ad esempio, tre dei soggetti, quando da piccoli veni
vano sgridati, minacciavano di suicidarsi; un quarto si uccise in età adulta ed un
quinto mi disse che si sarebbe senz'altro tolto la vita se si fosse trovato in una si
tuazione intollerabile. D'altro canto, vi è stato anche un soggetto (di un caso non
verificato) che mi ha riferito che il ricordo del suicidio avvenuto nella passata
esistenza gli aveva impedito di uccidersi in quella attuale.
Gli ostacoli che impediscono di credere nella reincarnazione
Ho dedicato il primo capitolo alla credenza nella reincarnazione. Non ho
intenzione di utilizzarne un altro per parlare del rifiuto nei confronti di tale ipo
tesi, ma l'argomento merita almeno lo spazio di un paragrafo. Il mio scopo non è
assolutamente quello di convincere il lettore a credere obbligatoriamente nella
reincarnazione. Voglio invece portare l'attenzione su un gruppo di ostacoli che
ritengo impediscano spesso di avere un approccio aperto nei confronti di tale ar
gomento. Gli impedimenti che voglio prendere in considerazione sono: la poca
familiarità che gli Occidentali hanno nei confronti della reincarnazione; l'idea
che la mente abbia sede nel cervello e non possa sussistere senza di esso; la nega
zione di una vita dopo la morte ed il fatto che molte persone non vogliano accet
tare di essere direttamente responsabili dei loro destini, cosa che la reincarnazio
ne invece suggerisce.
Poca familiarità con il concetto di reincarnazione
La neoideofobia (una parola che ho coniato personalmente e che significa
«paura delle nuove idee ») affligge l'intera umanità. «Una delle più grandi sof
fe renze della natura umana è quella provata nei confronti delle nuove idee »
(21). Tendiamo a sfuggire da ciò che ci è ignoto e ad avere dei pregiudizi prima
ancora di conoscere. « Per credere completamente ad un fenomeno, bisogna pri
ma essere abituati ad esso » (22).
Devo dire che, in Occidente, l'idea della sopravvivenza della personalità
umana dopo la morte, non risulta familiare nemmeno alle persone più istruite.
(Nell'introduzione ho premesso che la reincarnazione è solo una delle tante pos-
(2 1) L'impatto con una nuova idea
La citazione è stata tratta da Bagehot (1873, pag. 163 ).
(22) Familiarità: un requisito per credere
« Pour croire complètement à un phénomène il faut y etre habitué>> (Richet, 1926, pag. 441). La tra·
duzione è nel testo.