ALCUNE COSE CONTROCORRENTE, che quelle nel verso del vento le sappiamo
già tutte. A che punto siamo, in Italia, mi chiede il direttore di questo giornale.
E sono certissima che non avrà esitazioni nel condividere la risposta.
Siamo ancora al punto in cui i giornali - i migliori, non tutti - dedicano spet-
tacolari numeri monograici al secolo del cambiamento incarnato dalle donne,
al futuro nelle mani di formidabili guerriere con articoli, storie e irme solo
femminili. Ma io non ho mai visto, non mi è mai davvero ancora capitato di
vedere numeri monograici sul secolo della risacca dedicato solo a uomini della
conservazione, al tempo del ritorno al Medioevo illustrato dai campioni del
pensiero corrente, misogino, violento, razzista e antropocentrico. Quella è la
norma, è ovunque, è tutto attorno a noi.
Siamo al punto in cui per l’8 marzo si chiede sempre a una donna di scrivere il
commento, mai a un uomo, in giornali e palazzi e ministeri e uici dove le donne
sono in prevalenza segretarie, assistenti di produzione, social media manager
tutt’al più, ma sotto la supervisione del capo. Nella stanza di vetro all’ultimo
piano siedono uomini, quasi sempre e quasi ovunque, massimamente in Italia
Fotografie di Rossana Jane
Wade - uccisa a 19 anni
dal fidanzato Alex Maggiolini
il 2 marzo 1991 - sul tavolo
della casa della madre Letizia
Marcantonio ad Alseno (PC).
L’assassino è tornato
in libertà dopo 12 anni
di carcere. Nel 2016 la madre
ha ottenuto un risarcimento
per inadempimento
dallo Stato italiano.
AL PUNTO IN CUI
SIAMO
DI CONCITA DE GREGORIO
Editoriale NOVEMBRE 2019
FOTO: STEFANIA PRANDI (TUTTE) NOVEMBRE 2019