J OYC E BAN DA
EX PRESIDENTE
DEL MALAWI
Il femminismo
occidentale
qui non può
funzionare [...]
In Africa le
donne hanno
sempre avuto
ruoli di
comando e
non li hanno
ottenuti
intimidendo
gli uomini, ma
coinvolgendoli
e convincendoli
[...] Dobbiamo
guardare
alle nostre
tradizioni e
andare avanti
a modo nostro.
il graico a pag. 61). In Malawi e in altri paesi africani in cui le quote rosa
non esistono, il cambiamento viene attivato sul campo, attraverso i capi
donna che promuovono l’emancipazione di donne e bambine.
Ma cambiare le cose non è facile. La mentalità patriarcale è profonda-
mente radicata, soprattutto negli Stati autoritari in cui sidare il sistema
comporta gravi rischi, tanto per le donne quanto per gli uomini. A oggi,
la parità di genere non esiste. Nazioni come l’Islanda e la Norvegia sono
all’avanguardia e occupano i primi posti del Global Gender Gap Index
stilato ogni anno dal Forum Economico Mondiale (Wef). La classiica,
compilata su base demograica, misura il divario di genere in quattro set-
tori cruciali: sanità, istruzione, economia e politica. Il Malawi e la maggior
parte degli altri paesi dell’Africa subsahariana si collocano nella parte
bassa della classiica. Tuttavia, poiché si registrano diferenze signiicative
all’interno di una stessa regione, Ruanda e Namibia si trovano nella parte
alta, rispettivamente al sesto e al decimo posto. Il Ruanda ha raggiunto
questa posizione grazie soprattutto a una serie di leggi a favore delle donne
approvate dopo il genocidio del 1994 (vedi il servizio a pag. 54)
La disuguaglianza di genere non è dovuta, né limitata, a ragioni geo-
graiche, razziali o religiose. Il Canada, per esempio, occupa il sedicesimo
posto al mondo, mentre gli Stati Uniti scendono al cinquantunesimo. La
perdita di posizioni, dovuta alla stagnazione del sottoindice della rap-
presentanza politica, all’aumento del divario di genere negli incarichi
ministeriali e a un calo nel settore dell’istruzione, ha di fatto peggiorato
la classiica dell’America del Nord considerata nel suo complesso.
Il rapporto del Wef è utile per conoscere il grado di inluenza, e le dii-
coltà, delle donne nel mondo e in particolare in Medio Oriente e in Africa,
due vaste regioni che spesso vengono viste come monoliti uniformi, senza
tener conto di diferenze e sfumature che rendono ogni nazione unica.
«In Medio Oriente non c’è un unico tipo di donna», dice l’attrice e regi-
sta libanese Nadine Labaki, che l’anno scorso è entrata nella storia degli
Academy Awards diventando la prima cineasta araba candidata all’Oscar
per Cafarnao - Caos e miracoli, un ilm drammatico sui bambini di strada.
«Ci sono donne molto diverse, e la maggior parte dimostra di avere
una forza straordinaria, anche nelle circostanze più diicili», prosegue.
«Ogni donna combatte a modo suo, che sia all’interno della famiglia o
nei luoghi di lavoro. Ma sempre con grande forza. Quando penso a una
donna del Medio Oriente non la immagino debole e sottomessa. Mai».
Secondo Bochra Belhaj Hamida, parlamentare tunisina, avvocata per
i diritti civili, nonché fondatrice ed ex presidente dell’Associazione tuni-
sina delle donne democratiche, è «da colonialisti» pensare che una donna
araba si accontenti di avere meno diritti di una occidentale. Semplice-
mente, cerca di arrivare a quei diritti adottando un approccio diverso.
In Iran le attiviste continuano coraggiosamente a battersi, attraverso
gesti di protesta individuali, nei social media e nelle loro case, per otte-
nere cambiamenti, tra cui l’abolizione dell’obbligo di indossare l’hijab
imposto dalle autorità della Repubblica islamica. Negli ultimi anni decine
di donne hanno compiuto il gesto simbolico di togliersi il velo in pubblico
facendosi riprendere in video diventati virali con l’hashtag #whitewed-
nesdays. Lo scorso marzo Nasrin Sotoudeh, l’avvocata per i diritti civili
che ha rappresentato in tribunale molte delle donne arrestate, è stata
condannata a 38 anni e sei mesi di prigione e 148 frustate.
Eppure lo scorso ottobre, dopo una campagna di protesta durata anni,
la stessa autorità religiosa che ha condannato le donne per essersi mo-
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