Africa e Medio Oriente
L’
operazione per uccidere Abu
Bakr al Baghdadi, il leader del
gruppo Stato islamico (Is), è av-
venuta in un momento molto
opportuno per il presidente statunitense
Donald Trump. Poche settimane dopo
aver abbandonato i curdi di fronte all’avan-
zata turca nel nord della Siria, innescando
una serie di eventi che potrebbe portare
alla fuga di migliaia di prigionieri dell’Is,
questa vittoria simbolica offre a Trump gli
strumenti per rispondere ai molti che lo
criticano.
Al Baghdadi è stato dichiarato morto
diverse volte, ma il 27 ottobre gli Stati Uniti
hanno affermato con sicurezza che l’ope-
razione condotta nel nordovest della Siria,
durante la quale il leader dell’Is si è fatto
esplodere, è stata un successo. Yoram
Schweitzer, ricercatore specializzato in
terrorismo all’Institute for national securi-
ty studies di Tel Aviv, sottolinea che la
morte di Al Baghdadi ha un valore soprat-
tutto simbolico.
Secondo Schweitzer il successo più im-
portante della coalizione internazionale
che ha combattuto contro l’Is è stato rag-
giunto circa due anni fa, con la fine del ca-
liffato che era stato creato su una vasta area
del nord dell’Iraq e dell’est della Siria. La
caduta dei suoi ultimi bastioni, le città di
Mosul in Iraq e di Raqqa in Siria, ha cam-
biato la strategia dell’Is, che è tornato ad
agire come un’organizzazione terroristica
e di guerriglia.
“L’entità che si definiva Stato islamico
è scomparsa in quel momento”, spiega
Schweitzer. Il ricercatore fa notare che
quest’anno Al Baghdadi è apparso due vol-
te: in un video diffuso ad aprile e in un mes-
saggio audio circa un mese fa, dopo essere
rimasto in silenzio per quasi cinque anni.
Nel video pubblicato ad aprile sembrava
un leader guerrigliero, teneva in mano un
kalashnikov ed esortava i combattenti a
tenere duro. In effetti, l’organizzazione ha
compiuto attentati terroristici quasi ogni
settimana in Siria e in Iraq.
Schweitzer aggiunge che l’Is si era già
mosso per cercare un successore di Al
Baghdadi, sapendo che gli Stati Uniti con-
tinuavano a dargli la caccia. E minimizza
l’importanza del leader ucciso come sim-
bolo a lungo termine per la sua organizza-
zione.
I pericoli da affrontare
Il gruppo Stato islamico continuerà ad agi-
re, sotto la nuova leadership, secondo il
modello che ha adottato negli ultimi due
anni: piccole cellule, slegate tra loro, senza
un controllo sul territorio. Una delle zone
d’azione più importanti dell’Is oggi è la pro-
vincia del Sinai, in Egitto, dove una milizia
affiliata conduce una guerra di logoramen-
to contro l’esercito. Un altro ramo, nel sud
del Golan siriano, è stato sradicato da Da-
masco con l’aiuto russo quasi due anni fa.
Un pericolo ulteriore è legato agli affilia-
ti del gruppo, che in alcuni casi hanno com-
battuto in Siria e in Iraq e che stanno tor-
nando a casa in Europa e nel mondo. I loro
piani di compiere altri attentati non saran-
no ostacolati dalla “decapitazione” del lea-
der. Inoltre, la fuga dei curdi dall’invasione
turca del nordest siriano potrebbe portare
al collasso i centri di detenzione dove sono
rinchiusi migliaia di jihadisti. Il danno pro-
vocato supererà di gran lunga i benefici
dell’uccisione di Al Baghdadi. u fdl
L’uccisione di Al Baghdadi
non cambierà nulla
I jihadisti del gruppo Stato
islamico continueranno a
condurre azioni di guerriglia
e a compiere attentati, anche
dopo la morte del loro leader
Amos Harel, Haaretz, Israele
(AL-FURqAN/AP/ANSA)
Abu Bakr al Baghdadi in un’immagine pubblicata il 29 aprile 2019
u Abu Bakr al Baghdadi nasce nel 1971 a
Samarra, In Iraq. Il suo vero nome è Ibrahim
Awwad Ibrahim al Badri. Nel 2003 si unisce alla
lotta contro le truppe statunitensi in Iraq. Nel
2004 è detenuto dagli statunitensi per dieci
mesi e, una volta liberato, giura fedeltà ad Abu
Musab al Zarqawi, leader di Al qaeda in Iraq.
Diventa il braccio destro del suo successore,
Abu Umar al Baghdadi, e dopo la sua morte nel
2010 ne prende il posto. Nell’aprile del 2013
annuncia la nascita del gruppo Stato islamico
dell’Iraq e della Siria (Is) e la separazione dagli
altri gruppi jihadisti, Al qaeda e il Fronte al
Nusra. Nel giugno del 2014 l’Is conquista
Mosul, in Iraq, e Al Baghdadi dichiara la nascita
del califfato dello Stato islamico. L’ultima parte
del territorio jihadista è riconquistata dalle
Forze democratiche siriane, guidate dai curdi,
nel marzo del 2019. Il 23 ottobre le forze speciali
statunitensi lanciano un attacco nei dintorni
del villaggio di Barisha, nella provincia di Idlib,
nel nordovest della Siria, ultima roccaforte
dell’opposizione siriana, controllata da gruppi
jihadisti rivali dell’Is. Il 27 ottobre il presidente
statunitense Donald Trump conferma che Al
Baghdadi si è fatto esplodere per sfuggire alla
cattura ed è morto. Middle East Eye, Bbc
Da sapere
Ascesa e caduta