Internazionale - 01.11.2019

(Ron) #1

Viaggi


questa etnia ci sono ancora gruppi che vi-
vono da nomadi.
Il giorno che sono arrivata a Ôlgij, ca-
poluogo della provincia, il signore che era
seduto accanto a me sull’autobus mi ha
offerto ospitalità a casa sua. Mi ha spiega-
to che andando ancora più a ovest, oltre i
confini della città, dove si trovano le mon-
tagne dell’Altaj, avrei forse potuto incon-
trare dei nomadi che vivono nelle iurte.
Così, accompagnata da Dau, un autista
kazaco, ho deciso di seguire l’indicazione
della persona che mi aveva ospitato.
Superato uno dei monti considerati sa-
cri dalla popolazione locale, improvvisa-
mente ci si è parata davanti una schiera di
animali da allevamento. Un gregge di pe-
core, capre e yak che camminava tranquil-
lamente sulla prateria. Poco oltre, nella
valle coperta di verde, alle pendici delle
montagne, vedo una iurta solitaria. Ci sia-
mo avvicinati. Ci è venuto incontro un uo-
mo con un sorriso da bambino che ci ha
invitato a entrare. Il suo nome era Yeldos.
L’interno della iurta era riscaldato da una
stufa. La base della stufa era circondata
dalla nuda terra. La tappezzeria tradizio-
nale kazaca, con i suoi colori vivaci, ren-
deva l’ambiente piacevole e accogliente,
anche se l’arredamento era ridotto al mi-

M


i trovo alle pendici
della catena dell’Al-
taj, nel Bajan-Ôlgij
la provincia più oc-
cidentale della
Mongolia. La prate-
ria è di colore verde acceso e le cime delle
montagne sono ricoperte dalle nevi pe-
renni. Di mattina l’aria è pungente: sono
avvolta nel mio sacco a pelo e mi trovo sul-
la riva del lago, che in parte è ancora ghiac-
ciato. Ho cominciato un viaggio con i pa-
stori nomadi della Mongolia e per arrivare
fino a qui ho viaggiato per due giorni su un
autobus a lunga percorrenza. Voglio in-
contrare i falconieri che cacciano con le
aquile reali.
Questa provincia della Mongolia è abi-
tata quasi interamente da nomadi mongo-
li di origine kazaca, che hanno una loro
lingua e una loro cultura. “Kazaco” signi-
fica avventuriero e tra chi appartiene a


Nomadi


in Mongolia


Eriko Nemoto, Coyote, Giappone


Un diario di viaggio per


scoprire come vivono le tribù


kazache che si spostano tra


le vaste praterie della zona più


occidentale del paese


nimo indispensabile: un letto e un tavolo.
La famiglia dell’uomo ci ha accolto con
una tazza di tsuai, un tè che viene servito
con un po’ di latte, una bevanda molto dif-
fusa in questa zona della Mongolia. È buo-
no e bevuta la prima tazza, me ne hanno
riempite altre. I kazachi sembrano avere
tutti la stessa curiosità e gli stessi modi
amichevoli verso gli estranei. Tra una taz-
za di tsuai e l’altra Yeldos provava a inse-
gnarmi qualche parola di kazako mentre
Aruzhan, sua figlia, una bambina di dieci
anni dal fisico mascolino, mi trascinava in
una danza tradizionale kazaca.
Dopo poco tempo mi sentivo già a mio
agio con questa famiglia. Ainash, la mo-
glie di Yeldos, intanto, si è messa a prepa-
rare del beshbarmak, uno stufato tipico a
base di carne essiccata di cavallo e monto-
ne. Abbiamo mangiato tutti insieme dallo
stesso piatto. Ero molto rilassata e mi sen-
tivo come fossi a casa mia. Naturalmente,
dopo la cena, la famiglia di Yerbos mi ha
invitato a fermarmi per la notte nella loro
iurta.
La mattina dopo ci siamo svegliati
all’alba, siamo scesi al fiume a prendere
dell’acqua, ci siamo fermati a mungere gli

Informazioni pratiche


◆ Documenti Il visto turi-
stico costa 60 euro. I modu-
li si scaricano dal sito
dell’ambasciata della Mon-
golia (monembrome.mn/
italy). La documentazione
si può spedire per posta o
consegnare al centro visti
dell’ambasciata, a Roma, in
via Vincenzo Bellini 4.
◆ Arrivare Il prezzo di un
volo a/r dall’Italia a Ulan
Bator (Aeroflot-Russian Ai-
rlines, Korean Airlines, Luf-
thansa) parte da 664 euro.
◆ Clima Gli inverni sono


freddi, la temperatura può
arrivare a meno 30 gradi, e
le estati calde, anche se in
alcune zone piove spesso e
di notte la temperatura
scende.
◆ Ascoltare Tabula rasa

elettrificata (Polygram
1997), terzo album del
Consorzio Suonatori Indi-
pendenti (Csi). Il disco è
ispirato a un viaggio in
Mongolia di due compo-
nenti del gruppo: Giovanni
Lindo Ferretti e Massimo
Zamboni.
◆ La prossima settima-
na Viaggio in Uruguay, a
José Ignacio, un villaggio
di pescatori. Avete suggeri-
menti su posti dove dormi-
re o mangiare? Scrivete a:
[email protected].

JoEL SANToS (BARCRoFT MEDIA/GETTY IMAGES)
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