La Stampa - 14.11.2019

(Brent) #1
REPORTAGE

Il protagonista della serie tv di Canale 5 si fa assolvere da un’accusa infondata

La Torino noir di Raoul Bova


È lo sfondo perfetto


per chi ha sete di giustizia


21
le settimane
di lavorazione della
serie tv nei diversi
quartieri torinesi

12
sono i casi,
per 12 puntate, in cui
il protagonista aiuta le
vittime di malagiustizia


  1. Raoul Bova sul set 2. Con la compagna e collega Rocio Munoz
    Morales 3. Con Vittoria Poggi, assessore alla Cultura della Regio-
    ne, e Paolo Manera, direttore della Film Commission

  2. Bova fotografato in strada a Torino


TIZIANA PLATZER

H


anno messo in fila
le sedie sotto il fine-
strone, tirato le ten-
de e si sono accomo-
dati. Belli lì affacciati al pri-
mo piano. Ma li ha invitati
qualcuno? E no, sono a casa
loro. Spettatori privilegiati in
ciabatte, a guardare che suc-
cede in via Galliari come se
fossero davanti alla tv: e
quando Canale 5 manderà in
onda la serie «Giustizia per
tutti» i tre potranno dire
«quella scena, noi, l’abbiamo
vista nascere».
Quell’inquadratura sul vol-
to cupo di Raoul Bova che en-
tra nel negozio di oggetti va-
ri, di fronte lampeggia la scrit-
ta rossa Hotel Lux. Micro al-

bergo nel cuore di San Salva-
rio: è Lux nella realtà e pure
nella fiction. Quella che nelle
ultime tre settimane, dopo
una prima parte iniziata a fi-
ne luglio, sta girando Mauri-
zio Zaccaro - e a cui tra poco
darà il cambio alla regia Eros
Puglielli: un soggetto noir tut-
to girato a Torino, «perché la
città ha i fondali giusti per
questa storia - dice Zaccaro -
e io ne ho cercati di inediti».
Tanto che il set, prodotto
dalla torinese Showlab e Me-
diaset e sostenuto da Film
Commission, è arrivato sino
in via Artom, dove sicuro non
se ne sono viste molte di pro-
duzioni cinematografiche.
«Abbiamo esplorato molti
luoghi per ambientare i dodi-
ci casi per le 12 puntate, tra-
smesse doppie per le sei di
questa prima serie - prosegue

il regista, accanto il capostrut-
tura di Mediaset Alfonso Co-
metti già si lancia sull’idea di
un sequel - e ogni volta non
abbiamo dovuto cambiare
nulla alla scenografia natura-
le». Dei quartieri Aurora e
Barriera di Milano, Mirafiori
Sud e Porta Palazzo, delle lo-
cation a Palazzo Nuovo, l’O-
spedale Regina Margherita e
il Palazzo ex Curia Maxima in
via Corte d’Appello.
Un bel tour, che con le 21
settimane di lavorazione, si-
no a fine febbraio, hanno por-
tato il trasferimento tempora-
neo di Bova e famiglia, per-
ché accanto all’attore ha un
ruolo la sua compagna e attri-
ce Rocio Munoz Morales e an-
che la loro bimba ha comin-
ciato a frequentare un asilo
in città. Ma chi è il personag-
gio di Bova, Roberto? «Un uo-

mo che faceva il reporter nel-
la sua prima vita - racconta
l’attore dietro a un tavolo del
ristorante Enò in via Galliari,
dove il copione lo porta a con-
sumare i suoi pasti spesso e
volentieri - Poi una sera, al
suo ritorno a casa, uccidono
la moglie e lui viene accusa-
to». Ingiustamente, ma gli av-
vocati non riescono a difen-
derlo. «Fino a quando dopo
dieci anni decido di studiare
legge, far riaprire il caso e di-
fendermi da solo». Con tanta
forza da farsi assolvere. E
una volta uscito, comincia ad
aiutare gratuitamente chi è
vittima di malagiustizia.
Ecco i 12 casi incontrati da
Roberto, mentre vive in un
grigio hotel cercando di rico-
struire il rapporto con la fi-
glia - l’esordiente attrice tori-
nese Francesca Vetere della
scuola di recitazione «Sergio
Tofano» - e finendo spesso in
solitaria cena. «Zaccaro mi fa
mangiare tanto e sul serio - di-
ce Bova ridendo ma per nulla
dispiaciuto - Ho perso un pa-
io di chili e si è arrabbiato, “co-
sì mi cambi il personaggio”
mi ha detto, che vuole con un
po’ di pancetta e per niente fi-
sicato». Dopo tanta galera
non sarebbe credibile tutto
bellezza e muscoli, ma anche
nel tempo libero il cibo regna
sul cast: «Abbiamo mangiato
il tartufo nelle Langhe: espe-
rienza magnifica». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Paolo Damilano

film commission

“Un progetto
di forte impatto
per il territorio”

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«Un progetto di forte impatto
economico e artistico sul no-
stro territorio» dice Paolo Da-
milano, presidente di Film
Commission. Fa riferimento
al 60 per cento delle mae-
stranze torinesi della troupe
e anche a buona parte del ca-
st: a metà percorso, dopo le ri-
prese di sei delle 12 puntate,
si contano 9 attrici e attori pie-
montesi che ricoprono ruoli
di serie e 36 tra i personaggi
di ogni puntata, oltre a 400
comparse. Inoltre fra i prota-
gonisti, la figlia di Roberto,
che per dieci anni ha creduto
il padre assassino della ma-
dre, è l’esordiente torinese
Francesca Vetere. —

SOCIETÀ, CULTURA & SPETTACOLI

GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019LASTAMPA 63

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