Il Sole 24 Ore - 14.11.2019

(Brent) #1

Il Sole 24 Ore Giovedì 14 Novembre 2019 21


Finanza & Mercati


PARTERRE




Su Prosiebensat Mediaset


offre candidati nel board


Eppur si muove. Sul versante Mediaset-Vivendi-Prosiebensat


il fuoco sotto la cenere sta covando. Tante le variabili che stan-
no arrivando a definizione. E i tempi stringono. Entro il 

novembre si capirà se sarà andato a buon fine il tentativo di


conciliazione sotto l’egida del Tribunale di Milano fra Media-
set e Vivendi. Ma intanto il gruppo di Cologno è salito al ,%

del gruppo tedesco. «Secondo la nostra opinione, il Consiglio


di Sorveglianza di Prosiebensat  è ben strutturato. Se pensa-
no che Mediaset possa contribuire in termini di know-how,

saremmo aperti a nominare un candidato». A dirlo è il Cfo del
Biscione, Marco Giordani, in un’intervista al quotidiano tede-

sco Handelsblatt, secondo il quale il direttore finanziario di


Mediaset, dopo la comunicazione dell’acquisto delle azioni,
avrebbe parlato con il presidente del consiglio di sorveglianza

Werner Brandt e con il ceo Max Conze. «Tecnicamente Media-


set può investire un miliardo di euro in Europa. Questa è la
potenza di fuoco finanziaria di cui disponiamo. Ora però nul-

la è pronto per essere comunicato». Però i segnali sono tanti.


E l’interesse di Mediaset su quel versante tedesco, sebbene
come detto solo in forma «amichevole» e senza scalate è ormai

difficilmente derubricabile. (A. Bio.)


Oltre , miliardi di sofferenze lorde. A tanto ammonta il


carico dei crediti deteriorati acquistati dai tre fondi di ga-
ranzia del credito cooperativo nei  interventi di sostegno

alle Bcc in difficoltà realizzati tra il  e il . In termini


netti, i fondi hanno pagato il % del lordo, circa  milio-
ni. Ma svalutazione dopo svalutazione, il valore netto effet-

tivo è sceso al % al giugno scorso cumulando una svaluta-


zione complessiva di  milioni, pari al % sul prezzo
pagato dai Fondi per l'acquisto. Oggi, i crediti malati sono

ancora in pancia ai tre fondi, il Fondo di garanzia dei depo-


sitanti del Credito Cooperativo-Fgd (che ha circa  mi-
lioni), il Fondo di garanzia istituzionale (volontario, un

miliardo) e il Fondo Temporaneo, che ha altri  milioni


di sofferenze circa. Ora che l'adesione delle Bcc ai gruppi
nazionali di Ccb e Iccrea è realtà, resta da capire che fine

faranno questi crediti e come verranno eventualmente
spartiti, in particolare quelli del Fondo temporaneo. Nel

frattempo, mentre all'orizzonte si profila l'Aqr per i gruppi


nazionali e in attesa dell'adozione dell'Ips da parte delle
banche alto-atesine, le sofferenze rimangono nel limbo e

fuori dai bilanci dei gruppi bancari cooperativi. (L. D.)


Sono attese per il  novembre le offerte vincolanti per il por-


tafoglio immobiliare messo in vendita da Mps.
Secondo indiscrezioni di mercato l’advisor Reag Duff &

Phelps, dopo una prima fase in cui ha deciso di accettare offer-


te non vincolanti sia per l’intero pacchetto sia per sub-porta-
fogli e per singoli asset, potrebbe scegliere di optare per la ces-

sione dell’intero portafoglio. Sempre secondo voci sembrano


essere testa a testa Blackstone, assistita da Lazard e Medio-
banca, e Dea Capital real estate Sgr insieme a un gruppo di

fondi pensione italiani. Ma non tutti gli operatori interessati


potrebbero riuscire a mandare la proposta vincolante, per via
dei tempi stretti della procedura. In questo modo potrebbero

restare esclusi operatori internazionali di alto profilo.


Il portafoglio in gara vale  milioni di euro, di cui circa
 milioni di valore sono concentrati in cinque edifici di pre-

gio: la sede storica della banca a Milano, in via Santa Marghe-


rita , a due passi dalla Scala, due immobili in via del Corso
a Roma e altri due asset a Firenze (Palazzo Sassetti) e a Pado-

va. A guardare gli asset ci sarebbero anche investitori del cali-


bro di Apollo, Varde, Cerberus, Partners group, Starwood,
Bain capital, Oaktree, Lonestar. (P. De.)



Le sofferenze delle Bcc


che nessuno vuole




Immobili Mps, in pole


Blackstone e Dea Capital


Abi, via alla modifica dello statuto


Patuelli verso il quarto mandato


BANCHE


Ripristinato il regolamento


precedente alla presidenza


di Giuseppe Mussari


L’attuale presidente


riproposto dal Comitato


esecutivo fino al 


Laura Serafini


Il comitato esecutivo dell’Abi ha pro-


posto ieri Antonio Patuelli, presiden-


te dell’associazione, per il quarto


mandato che decorrerà dall’assem-


blea del luglio . Una decisione


deliberata all’unanimità e seguita a


una determinazione sempre all’una-


nimità assunta la scorsa settimana a


Milano dal comitato di presidenza,


presieduto in assenza di Patuelli dal


vicario e presidente di Intesa SanPao-


lo, Gian Maria Gros-Pietro.


Per poter rendere praticabile la scel-


ta, l’associazione deve procedere a una


modifica dello statuto e ripristinare il


regolamento vigente prima dell’avven-


to alla presidenza dell’Abi di Giuseppe


Mussari nel . La prima modifica


del regolamento fu deliberata allora,


perchè l’esecutivo dell’associazione era


diviso sulla nomina di Mussari: fu vara-


ta una soluzione di compromesso che


riduceva da quattro a due i mandati


biennali che un presidente poteva rico-


prire. L’ex presidente di Mps fu rieletto


nel , ma poi si dimise nel  a se-


guito dell’inchiesta giudiziaria sulla


banca senese. Fu allora che venne eletto


Patuelli; il suo primo mandato ha avuto


però durata solo per un anno. A fine


 è scaduto il secondo mandato


biennale e per consentire a Patuelli di


restare in sella è stata adottata una mo-


difica dello statuto che consentiva di re-


stare anche per un terzo mandato, ma


a patto di ottenere una maggioranza


qualificata del  per cento dei voti. Con


il nuovo cambiamento dello statuto de-


liberato ieri i mandati biennali tornano


a essere quattro, anche se per il terzo
sarà necessaria una maggioranza qua-

lificata dei voti. Ospite del comitato ese-


cutivo, ieri, è stato il dg uscente di
Bankitalia, Fabio Panetta.

«Abbiamo di fronte tempi di gran-


di cambiamenti, sfide competitive,
cambiamenti nella regolazione - ha

detto detto ieri Gros-Pietro nell’an-


nunciare la decisione - siamo convinti
in modo unanime che le sue caratteri-

stiche professionali, la conoscenza del


settore, la sua indipendenza di giudi-
zio ne fanno il candidato ideale ed è

per questo che lo proporremo al con-


siglio». La decisione ufficiale spetterà
al consiglio di metà dicembre che a

sua volta lo proporrà all’assemblea


dell’associazione che si tiene normal-
mente agli inizi di luglio.

Tra le sfide per il prossimo bien-


nio, Patuelli ritiene prioritaria la cre-
scita dell’Unione europea e, all’inter-

no di essa, l’Unione bancaria. Que-


st’ultima non si può concretizzare se
la Ue è nell’impasse e la nuova Com-

missione europea stenta a nascere o
nasce con complicazioni.

L’altra sfida riguarda l’Italia e la ne-


cessità che si esca da situazioni di in-
certezza e di emergenza. Prioritario

deve essere l’obiettivo di dare a ri-


sparmiatori e investitori un clima di
serenità e fiducia. Altrimenti sarà dif-

ficile convincere le famiglie italiane a


non tenere i soldi nella liquidità. In so-
stanza «è necessario creare un clima

di certezza, di fiducia, di incoraggia-


mento degli investimenti e non pen-
sare che quando si intravede la spe-

ranza che ci sia una ricchezza imme-


diatamente tassarla. In Italia non
mancano le risorse, ma la serenità e la

fiducia», sostiene Patuelli.


«In questi anni, Patuelli è stato ga-
rante dell’equilibrio nel settore banca-

rio in una fase complessa, tra crisi in-


ternazionale e scandali; ha ridato lu-
stro all’Abi, assicurandole un ruolo

politico e liberandola dal vincolo di


sottomissione a istituzioni e autorità»,
ha commentato ieri il segretario gene-

rale della Fabi, Lando Maria Sileoni.


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LE INNOVAZIONI DI PATUELLI


La svolta di un lavoro collegiale


La passione per la lettura,


la storia del diritto


e il mondo del credito


Una grande passione per la lettura,


per la storia del diritto costituzionale


e del risorgimento, ma anche per il
mare e lo sci. Ma è la vocazione per il

mondo del credito ad aver accompa-


gnato tutto il percorso professionale
di Antonio Patuelli, presidente del-

l’Abi dal gennaio , e proposto per


il quarto mandato alla guida dell’as-
sociazione. Anche durante la parente-

si politica, tra il  e il , quando


è eletto deputato per il Pli e diviene
anche sottosegretario alla difesa nel

governo Ciampi. A metà degli anni ’


fa infatti parte, nell’ambito della com-
missione Finanze, del comitato ri-

stretto sulla riforma delle casse di ri-


sparmio, che sarebbe divenuta nel
 la legge Amato.

Nato a Bologna nel  (sposato e


una figlia di  anni), Patuelli elegge


Firenze città adottiva per gli studi uni-


versitari, laurendosi in giurispruden-
za nel . Ma il legame con la città ri-

mane forte nel tempo: per oltre  anni


assume incarichi presso il gruppo Ca-
rifirenze, divenendo consigliere di

amministrazione della capogruppo.


Ma già nel ’, ad appena  anni, Pa-
tuelli viene eletto nel cda della Cassa di

Ravenna di cui diverrà poi presidente


nel ’, dopo un’interruzione durante
la carriera politica. È da presidente

della banca ravennate che conduce la


prima Opa condizionata su una banca
popolare in Italia, la banca cooperativa

di Imola. Negli anni successivi la Cassa


di Ravenna raddoppia il capitale e


manda in porto alcune acquisizioni,


tra cui la banca di Lucca e del Tirreno.
Nel frattempo il banchiere si occupa

dell’azienda agricola di famiglia e si


dedica al giornalismo (è giornalista
editorialista del Resto del Carlino, Na-

zione e Il Giorno). Nel ’ Patuelli entra


nel comitato esecutivi dell’Abi e, assie-
me a Camillo Venesio, favorisce l’in-

contro tra le banche di famiglia rag-
gruppate in Pri banks e le casse di ri-

sparmio trasformate in spa dell’Acri.


Da Maurizio Sella, suo predecessore
alla guida dell’Abi, impara molto in

quegli anni. Nel  la prima presi-


denza: tra le innovazioni ha introdotto
in Abi la collegialità (oltre all’esperien-

za in materia di diritto costituzionale),


riorganizzando i lavori comitato di
presidenza e riunendo ogni due setti-

mane gli organi collegiali: il primo


mercoledì del mese comitato di presi-
denza; il terzo il comitato esecutivo.

—L.Ser.


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IMAGOECONOMICA

Associazione bancaria italiana. Cambio dello statuto per l’Abi


Google diventa (anche) banca: via ai conti corrente


Riccardo Barlaam


Dal nostro corrispondente


NEW YORK


Google sarà presto anche una banca.


Dal prossimo anno il motore di ricerca


offrirà ai suoi utenti la possibilità di


aprire dei conti correnti, grazie a una


partnership con Citigroup e un picco-


lo lender legato ai dipendenti della


Stanford University. Il progetto dei


conti correnti di Big G si chiamerà
«Cache».

Si tratterà di un conto di deposito


legato a Google Pay che permetterà
anche di ottenere prestiti, pensato so-

prattutto per le giovani generazioni.


Non è stato ancora deciso se verranno
applicate commissioni e si sta valu-

tando il lancio, accanto al conto, di un


programma di fidelizzazione a punti,
come accade per le carte-premio dei

supermercati.


«Stiamo esplorando con le banche
e le credit union sul mercato america-

no la possibilità di offrire dei conti


correnti smart attraverso Google Pay»
conferma Google in un comunicato.

«L’accordo ha il potenziale di allarga-


re la nostra base di clienti e di raggiun-
gerne di nuovi, mentre continuiamo

a investire sul digitale» spiega a sua


volta Citigroup in una nota.
Caesar Sengupta, l’executive che

presiede la divisione pagamenti di


Google scansa subito i timori: «Il no-
stro approccio sarà quello di lavorare

fianco a fianco con le banche e il siste-


ma finanziario». Non una banca a
sé quindi, una fintech alla Alipay di

Alibaba che ha scardinato le certezze


del sistema bancario tradizionale ci-
nese, ma un servizio di credito offerto

dal più popolare motore di ricerca


globale, legato comunque al settore
bancario. «Sarà un lungo sentiero da

percorrere, ma più sostenibile» dice il


manager di Google.
Google è in buona compagnia. Tut-

te le big tech si stanno approcciando


al mondo finanziario per raccogliere
i frutti del loro «tesoro» di big data.

Apple ha introdotto una carta di credi-


to in collaborazione con Goldman Sa-
chs. Amazon sta studiando la possibi-

lità di offrire dei conti correnti ai suoi


clienti proprio come Google. Face-
book, tra mille perplessità e ritiri pri-

ma ancora di partire, sta cercando di


lanciare Libra, la sua moneta digitale.
Le ambizioni delle big tech si scon-

trano con la ritrosia dell’industria del


credito che teme di perdere i clienti,
ma anche con i timori dei regolatori,

delle banche centrali e delle autorità


dei mercati, spaventati da un far west
monetario digitale.

I regolatori negli Usa hanno messo


sotto esame da più punti di vista Goo-
gle e le big tech per le posizioni di do-

minio e l’uso dei dati personali. In


questi giorni Big G è finita nell’occhio
del ciclone per il Project Nightingale,

la collezione di dati sanitari più im-


portante degli Usa, raccolti con la se-
conda catena di ospedali più grande

del paese, Ascension: . ospedali
che hanno ottenuto informazioni det-

tagliate sulla storia sanitaria di  mi-


lioni di cittadini americani in  stati,
senza il loro consenso preventivo.

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FINTECH


N


ike divorzia da Amazon per scommettere di


rafforzarsi da sola anche nell’e-commerce. E in
una giornata di sostanziale calma per i grandi

indici di Wall Street, la notizia dà slancio al suo titolo,


che guadagna nel durante fino al %, e diventa l'ultimo
segno di un ottimismo che serpeggia sul mercato

nonostante le incognite. Dow Jones, S&P


 e Nasdaq hanno oscillato in rialzo di
frazioni di punto durante la seduta, anche

in presenza dell'avvio delle audizioni


pubbliche in Congresso per l'impeachment
del Presidente Donald Trump.

Nike ha deciso che non vendera' piu'


prodotti attraverso Amazon, chiudendo un
programma pilota in atto dal . Opterà

invece per offrirli direttamente ai
consumatori, una strategia tenuta a

battesimo sotto il neo-amministratore


delegato fresco di nomina John Donahoe, ex
top executive di eBay arrivato proprio con la

missione di imprimere slancio alle strategie tech e


Internet. Il rialzo nelle azioni del gruppo, sostenuto da
una tenuta dei consumi che rimangono pilastro

dell'espansione e dei bilanci della Corporate America,


ha coronato un incremento del % da gennaio.
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di Marco Valsania


NIKE PRENDE SLANCIO


DOPO IL NO AD AMAZON


IL RIALZO NIKE
DA GENNAIO
Le azioni del big
dell’abbigliamento
salgono in Borsa

+22%


Sarà un conto deposito via


Google Pay, con possibilità


anche di ottenere prestiti


MERCATI


Azimut punta sulla sostenibilità


con un investimento di 7 miliardi


RISPARMIO GESTITO


Criteri Esg estesi ai fondi


esistenti. Al via una gamma


di prodotti % sostenibili


Azimut punta con decisione sulla


sostenibilità. Un impegno che tra-


dotto in cifre significa un investi-


mento di ben  miliardi entro l’anno.


«I criteri Esg sono nel nostro dna –


ha detto il presidente di Azimut Hol-


ding Pietro Giuliani – e intendiamo


farli diventare un punto di riparten-


za per definire dei nuovi valori. Ma


se vogliamo che diventino i nuovi


principi dell’occidente, ognuno de-


ve fare la sua parte, dare l’esempio.


Noi abbiamo iniziato nel  con il


lancio del primo fondo etico Azimut


Solidarietà, oggi Azimut Solidity».


La nuova strategia di investi-


menti sostenibili adottata da Azi-


mut Holding prevede in sostanza la


creazione di un comitato di sosteni-


bilità nell’ambito della direzione in-


vestimenti; l’adesione ai principi Pri
(principles of responsible invest-

ment) e cdp (ex carbon disclosure


project); l’integrazione delle politi-
che Esg per tutti i fondi Azimut esi-

stenti, fino ad arrivare al % delle


masse convertite in investimenti so-
stenibili; il lancio nel primo trime-

stre del prossimo anno di una nuova
gamma di prodotti totalmente so-

stenibili (Azimut Sustainable) e l’as-


segnazione entro la fine dell’anno di
un rating esterno da parte del-

l’agenzia specializzata Vigeo-Eiris


su almeno  comparti di prodotti.
L’investimento di  miliardi entro

la fine dell’anno corrisponde al %


circa dei fondi gestiti da Az Fund
Management e verrà indirizzato

verso società che abbiano un rating


di sostenibilità di almeno BBB, cal-
colato sulla base dei dati di ricerca

Esg della società Msci.


Grazie alla realizzazione di que-
sto progetto, che è stato presentato

ieri a Milano, Azimut diventerà il ge-


store in Italia con le maggiori masse
dedicate all’investimento Esg. Ma

l’attenzione alla sostenibilità viag-


gia di pari passo a quella dedicata


alle piccole medie imprese italiane
non quotate sulle quali, nell’ambito

del progetto della Sgr Azimut Libera


Impresa, verranno investiti  mi-
liardi di euro entro il . Nel corso

del  è inoltre previsto il colloca-


mento di un fondo in infrastrutture
sociali riservato agli investitori isti-

tuzionali ed è allo studio un fondo


impact fund per la clientela retail in-
vestito in equity e credito.

Per quanto riguarda gli obiettivi


di raccolta futura Giuliani ha anti-
cipato una stima: «Entro il  -

ha spiegato - mi aspetto una rac-


colta sui prodotti sostenibili non
inferiore al % del totale». Infine,

a margine della conferenza, Giu-


liani ha affermato che di fronte a
un’eventuale Opa non ostile sulla

società «con un’offerta a  euro


per azione, se ne può parlare», spe-
cificando comunque che la rispo-

sta non è affermativa.


—I.D.V.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Widiba lancia Prime


per i clienti private


CONSULENZA


Alla base del servizio l’idea


di un approccio completo


alla vita della persona


Widiba rilancia nel mondo dei clien-


ti private dove vuole crescere e svi-
lupparsi. Per ora a questo target cor-

rispondono circa  clienti, pari al


% del totale, e a questi fanno capo
due miliardi di masse totali (%

delle masse complessive). Ma il


gruppo dopo solo cinque anni dalla
sua nascita è pronto a ridefinire il

concetto di banca: «Vogliamo pas-


sare da essere un sistema di transa-
zioni per diventare l’ecosistema fi-

nanziario personale del cliente, fatto
di connessioni e relazioni. Una ban-

ca senza confini, open e integrata a


una serie di servizi creati dalle per-
sone per le persone» sottolinea Mar-

co Marazia, direttore generale di


Widiba. E continua: «Completato il
capitolo della digitalizzazione e in

un contesto in cui la competizione
sui servizi bancari e finanziari verrà

da altre industrie, è strategico il pre-


sidio dell’ultimo miglio della rela-
zione con il cliente ripensando al

modello di banca, sempre meno fab-


brica e sempre più ecosistema al ser-
vizio dei nuovi e vecchi bisogni dei

consumatori». Ed ecco che arriva
Widiba Prime, nuovo concetto di be-

nessere dell’individuo e della fami-


glia alla base del nuovo modello di
consulenza per un approccio com-

pleto alla vita della persona, offerta


riservata solo clienti di fascia alta. Al
nuovo brand corrisponde una piat-

taforma online dedicata (pri-


me.widiba.it) che si propone di so-
stenere i patrimoni importanti at-

traverso un concetto di benessere


della persona e del suo nucleo fami-
gliare, attraverso un percorso di va-

lorizzazione globale fondato su tre


elementi: consulenza olistica; offer-
ta di soluzioni per i bisogni più pro-

fondi; benefit e servizi esclusivi.


—L.I.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

ANTONIO
PATUELLI
Presidente
dell’Associazione
bancaria italiana
dal 2013
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