Il Sole 24 Ore - 14.11.2019

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34 Giovedì 14 Novembre 2019 Il Sole 24 Ore


Norme & Tributi


Private debt per finanziare


le Pmi a medio lungo termine


Alessandro Germani


Nell’ambito della finanza alterna-


tiva il private debt va confrontato


sia con il private equity sia con la


banca. Rispetto al primo, che


comporta l’ingresso di un nuovo


socio – il fondo – e spesso è pro-


pedeutico ad una fase successiva


che può coincidere con la quota-


zione in borsa, il private debt non


determina, di per sé, alcuna aper-


tura del capitale a terzi. Può esse-


re visto, quindi, quale stadio ante-


cedente all’altro, ma successivo


rispetto al finanziamento banca-


rio. Possiamo, pertanto, immagi-


nare delle forme di acclimata-


mento successivo, che dalla banca


conducono al private debt e poi al


private equity, per poi sfociare


definitivamente nel mercato, rap-


presentato dalla borsa.


Differenze rispetto al private


equity


Trattandosi in ogni caso di un fi-


nanziatore di debito, il fondo di


private debt generalmente non


interviene nella gestione attiva


delle imprese. Non prendendo,


infatti, alcuna partecipazione,


non imporrà i suoi esponenti nel-


l’organo amministrativo della so-


cietà finanziata. L’assenza di di-


luizione unitamente alla non in-


gerenza nella gestione di certo lo


possono far preferire all’impren-


ditore che non vuole, o quanto-


meno non è ancora pronto, a met-


tere in discussione il proprio con-
trollo sulla società. Nel contempo,

tuttavia, il private debt è un mero
finanziatore, quindi difficilmente

potrà fornire quell’apporto attivo


che invece può provenire dal pri-
vate equity, che spesso rappre-

senta un utile viatico per una cre-


scita accelerata dell’impresa. Che
successivamente, ormai pronta,

potrà andare in quotazione. Giova


evidenziare quindi come spesso il
private debt possa rappresentare

il primo stadio.


Differenze rispetto alla banca


Pur trattandosi sempre di portato-


ri di debito, esistono notevoli dif-
ferenza fra la banca e il private

debt. Indubbiamente il ruolo di


quest’ultimo può essere accentua-
to per via delle difficolta che, nel-

l’erogazione del credito, le banche


possono incontrare per via dei co-
efficienti di Basilea. Ma la banca

resta il finanziatore tradizionale


dell’impresa, soprattutto nel com-
parto del breve termine, dove si

incontrano poche alternative,


quali le piattaforme online di in-
voice trading che si stanno via via

affacciando.


Quando però si passa al medio
lungo termine aumenta la compe-

tizione, considerato che i fondi di


private debt hanno alcune compe-
tenze specialistiche in questo am-

bito che li distinguono dalle ban-


che, più abituate a ragionare se-
condo le logiche del credito a bre-

ve o ad organizzare prestiti a


lungo, anche sindacati, per grande
imprese. Di solito, infatti, la finan-

za a medio lungo termine per le


Pmi è richiesta per lo sviluppo, in-
teso come acquisizione di nuovi

player o per investimenti. In tali
casi, se si vuole ritagliare un abito

su misura per questi soggetti, è


spesso il private debt a poter for-
nire un valido contributo.

Differenze di prodotto


All’interno del private debt le solu-
zioni pensate e offerte possono es-

sere differenti in base alle caratte-


ristiche delle imprese da finanzia-
re. Distinguiamo, infatti, la classi-

ca operazione di emissione di


minibond rispetto a forme ibride,
in cui accanto alla componente di

debito si affaccia anche quella di
equity. Il minibond è una semplice

emissione obbligazionaria che


viene effettuata dalla Pmi e sotto-
scritta dal fondo. Sulla base dei

dati attuali, il costo di questa ope-


razione si aggira intorno al -%,
quindi superiore ma in competi-

zione rispetto al credito che può


erogare la banca. Il significato del-
le forme ibride è presto svelato:

laddove si incrementa la compo-


nente di rischio, il finanziatore ri-
chiede un extra rendimento, che è

spesso garantito dalla presenza di


elementi di equity. In tali circo-
stanze, allora, potrà essere utiliz-

zato il prestito mezzanino, che ac-


canto ad una componente classica
di debito (con forme di rimborso

bullet e pagamento di interessi in


parte pik – pay in kind cioè alla
scadenza e quindi più rischiose)

prevede un equity kicker ovvero


una componente azionaria. Que-
sta si traduce spesso in un warrant

non esercitabile ma che incremen-


ta il rendimento del fondo. Nel-
l’ambito delle forme ibride abbia-

mo così anche i prestiti obbliga-


zionari convertibili (Poc), gli stru-
menti finanziari partecipativi e

non (SFP, SFNP), le obbligazioni
subordinate partecipative.

Quindi, in un processo di accli-


matamento successivo, il private
debt può essere il primo passo di

“rottura” rispetto al tradizionale


canale bancario, comunque mai
sostituibile in toto. Poi seguiranno

esperienze più articolate, quali il


private equity e infine la borsa.


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FINANZA ALTERNATIVA


L’apporto del fondo non


influisce su composizione


e governance societaria


Le soluzioni possono essere


ritagliate a misura


delle esigenze d’impresa


GPI SPA


Dal minibond la spinta alla crescita


Per Gpi Spa, realtà trentina


attiva nella fornitura di servizi


Ict per la sanità, tutto è nato da
un minibond. Fondata nel

 da Fausto Manzana, la


società ha collocato il suo
primo minibond nel .

Un’emissione da  milioni,


sottoscritta fra gli altri da
Orizzonte Sgr (che ha investito

anche nel capitale di rischio),
PensPlan Invest Sgr tramite il

fondo Euregio Minibond e dal


Fondo Strategico Trentino
Alto-Adige; un’operazione

gestita da Finint Investments


Sgr, allo scopo di finanziare
un programma di crescita che,

a oggi, non è stato ancora


interrotto. Da quel primo
passo la società ha compiuto

una progressiva evoluzione e


apertura verso i mercati
finanziari.

Al primo minibond ne sono


seguiti altri tre (sempre sotto
la regia di Banca Finint) e poi,

nel dicembre del , la


quotazione su Aim Italia
attraverso la business

combination con la Spac


Capital for progress . Infine,
alla fine dell’anno scorso, la

società è stata ammessa al


listino principale.
Nell’ultimo semestre i ricavi

sono stati pari a , milioni


di euro: l’incremento del %
rispetto ai , milioni dello

stesso periodo dell’anno


scorso è «significativo - spiega
la società -, in quanto

attribuibile interamente alla


crescita organica». Numerose
le acquisizioni in questi anni

da parte del gruppo, che oggi


sfiora la soglia dei mila
dipendenti. Nel solo ultimo

semestre la società ha


acquisito l’ per cento di
Accura srl (in febbraio) e il

controllo di Business process


engineering srl (in marzo),
mentre in giugno è stata

costituita assieme a P.A. A.B.S.


srl, la nuova società
Healthech, di cui Gpi detiene il

 per cento.


L’azienda ha confermato,
all’interno dell’ultima

semestrale, la volontà di


crescere ulteriormente per
linee esterne, in particolare

«con un focus su target


internazionali - spiega il
presidente Manzana -, in

grado di apportare un


importante contributo di
innovazione nell’area

Software».


—M.Me.
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PARTNERS ASSOCIATES SPA


Il giusto mix tra debito ed equity


Matteo Meneghello


Una crescita organica, rapida, fino
all’approdo a una dimensione più

grande. Grazie a un’operazione di


private debt strutturata, nel  il
gruppo Partners associates (Pa

group) ha raccolto le risorse e le


competenze necessarie a
finanziare una stagione di

sviluppo, sfociata poi, quest’anno


in un’operazione con Retelit, tra i
principali operatori italiani di

servizi dati e infrastrutture,


quotato in Borsa. Un percorso che
ha permesso la creazione di un

primario operatore di servizi


integrati Ict italiano, ben
diversificato tra infrastruttura e

servizi a valore aggiunto, grazie


alla complementarietà delle due
piattaforme originarie.

L’operazione nasce alla fine del


, con il coinvolgimento dei


fondi RiverRock italian hybrid


capital fund e Friuli Veneto


sviluppo. «Un’operazione sia di
finanziamento che di

investimento in capitale, con una


quota di minoranza, come tipico
in queste operazioni - spiegano

Roberto Ippolito e Ugo Ficcadori,


partner di RiverRock -. Rispetto a
un private equity puro, questo tipo

di struttura ha permesso un mix di


debito-equity meno diluitivo per
l’imprenditore».

Un’operazione growth,


destinata allo sviluppo
dell’azienda. Nel biennio di

presenza dei fondi, l’azienda è
cresciuta, portando il fatturato da

 a  milioni, con un ebitda


quasi raddoppiato, passato da ,
a  milioni. Significativo anche

l’incremento dei dipendenti: un


centinaio in più, per un totale di
 professionisti che oggi sono al

servizio della società.


Ma non si è trattato solo di una


crescita dimensionale.
Un’operazione del genere ha

comportato un cambiamento del


board, con l’ingresso dei
rappresentanti dei fondi e in

generale ha mutato molte delle
prassi interne all’azienda, fino alla

«exit», con l’acquisto del % del


capitale sociale da parte di Retelit.
«L’ingresso di un investitore

istituzionale, sia con strumenti


ibridi come in questo caso, sia con
un minibond o con private equity,

porta sempre cambiamenti


migliorativi» concludono i due
professionisti. Un’evoluzione,

dettata dall «maggiore


trasparenza e leggibilità
dell’azienda, e da una governance

maggiormente in linea con il


mercato.


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QUOTIDIANO


DEL FISCO


BANCHE E ASSICURAZIONI


Rinvio alla Consulta


per l’addizionale Ires


Ancora un rinvio alla Consulta per
l’addizionale Ires dell’anno  a

carico di enti creditizi e finanziari,


Banca d’Italia ed enti che
esercitano attività assicurativa. A

chiedere alla Corte costituzionale


di pronunciarsi è la Ctr Lazio con
ordinanza // del 

novembre . Intanto i principi


di uguaglianza e capacità
contributiva non obbligano il

legislatore ad adottare una


tassazione fiscale uniforme ma se
intende diversificare il regime

tributario vigente per talune


categorie e/o aree geografiche la
norma deve sempre essere

adeguata e ragionevole. E non


può valere quale ratio legis la
necessità di coprire un

sopraggiunto deficit conseguente


alla soppressione
di un diverso tributo.

A chiedere già di pronunciarsi


sull’ilegittiomità della stessa
norma erano state la Ctr

Piemonte e la Ct di secondo grado


di Trento. La trattazione è
calendarizzata in pubblica

udienza per il  novembre.
— Luca Benigni

—Gianni Rota


Il testo integrale dell’articolo su:


quotidianofisco.ilsole24ore.com


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