la Repubblica - 01.11.2019

(Michael S) #1
di Paolo Griseri

Torino I primi a fare la fusione so-
no stati, ieri pomeriggio, i sindaca-
ti. Che in un comunicato congiunto
Roma-Parigi hanno definito «inac-
cettabile» «la decisione di avviare
un negoziato tra i due gruppi senza
alcun confronto o informazione ai
lavoratori». Protesta un po’ origina-
le perché presuppone che John El-
kann e Robert Peugeot avrebbero
dovuto convocare le Rappresentan-
ze di fabbrica e chiedere il loro pare-

re sull’ipotesi di avviare i contatti
tra le due società.
Ma anche i sindacalisti con meno
pretese chiedono garanzie. Come
Anna Maria Furlan, leader della Ci-
sl: «L’operazione è importante e si-
gnificativa. Per noi è fondamentale
che tutti i siti produttivi presenti
nel nostro Paese siano salvaguarda-
ti assieme all’occupazione». Perché
il comunicato delle due società ieri
mattina prometteva: «Le stime di si-
nergie non si basano su alcuna chiu-
sura di stabilimenti».
Promessa importante ma che

non esclude certo eventuali ridu-
zioni di occupazione. Il nodo è cen-
trale è per questo che i sindacati
hanno chiesto con forza ieri l’inter-
vento del governo nelle trattative
che si aprono in questi giorni sulla
divisione dei compiti nel futuro
gruppo. L’esecutivo Conte 2 finora
ha dimostrato di avere un atteggia-
mento quasi astensionista, al con-
trario del governo di Parigi che en-
tra direttamente a difendere i suoi
insediamenti. Si dirà che lo Stato
francese è oggi azionista di Peu-
geot. Ma questa, semmai, è una ra-
gione in più perché anche il gover-
no di Roma dica la sua.
La partita si giocherà tra oggi e
Natale. Elkann e Tavares non posso-
no certo promettere (e infatti non
lo fanno ) idi mantenere tutti i 400
mila posti di lavoro che avrà il nuo-
vo gruppo, un numero pari agli abi-
tanti di una città come Bologna. Co-
sì la tutela degli insediamenti italia-
ni passerà innanzitutto dalle mis-
sioni produttive che saranno loro
assegnate e dalla sistemazione nel
nostro paese dei nuovi asset strate-
gici del gruppo: i centri di ricerca,
le fabbriche per la realizzazione
dei motori elettrici e delle batterie.
Uno dei primi nodi da sciogliere sa-
rà quello delle piattaforme. Peu-
geot ne possiede una molto efficien-
te per le auto elettriche. Fca sta spe-
rimentando quella che dalla prossi-
ma primavera servirà a realizzare
la 500 E, primo modello elettrico
del piano industriale. Quale sarà
utilizzata in futuro per le auto con i
marchi di Fca?
La lunga consuetudine alla colla-
borazione tra italiani e francesi
sembra aver già risolto in gran par-
te il problema dei ritmi e del siste-
ma di lavoro. Il gruppo Peugeot uti-
lizza un metodo simile al Wcm, il
“World class manifacturing” di Fca.
Non è una questione tecnica. È un
problema di sostanza. Ai tempi del-
la fusione tra Fiat e Chrysler fu il dif-
ferente metodo di organizzazione
del lavoro a far esplodere il conflit-
to tra l’azienda e una parte dei sin-
dacati italiani. La riduzione delle
pause e la rinuncia allo sciopero su-
gli argomenti già definiti dal con-
tratto aziendale furono i due punti
su cui nacque il lungo braccio di fer-
ro con Marchionne. Questa volta le
differenze sono molto meno marca-
te e sono già state risolte in Val di
Sangro dove da vent’anni Fca e Peu-
geot realizzano assieme i furgoni.
Il vero nodo per i sindacati italia-
ni sarà il rapporto con Carlos Tava-
res, l’amministratore delegato del
nuovo gruppo e uomo forte della so-
cietà. Quando Psa acquistò Opel,
Tavares presentò un piano di drasti-
ca riduzione delle piattaforme pro-
duttive e di taglio dei costi. In que-
ste settimane dovrà mettere a pun-
to un piano simile per l’integrazio-
ne tra Psa e Fca. Mantenendo ferma
la promessa di non chiudere stabili-
menti, quali saranno le strategie di
risparmio e quali conseguenze
avranno sul sistema Italia e sull’oc-
cupazione? Oggi Fca ha undici siti
produttivi sommando gli stabili-
menti di assemblaggio finale a quel-
li per la produzione dei motori. Co-
me sarà la mappa tra dieci anni?
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L’occupazione


“Niente fabbriche chiuse”


Ma i sindacati vogliono


la garanzia del governo


kIl colosso francese. Il ministro dell’Economia Le Maire ritiene
che Psa - insieme a Fca - sarà protagonista delle due prossime
rivoluzioni: l’auto a guida autonoma e quella elettrica

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