14 Venerdì 1 Novembre 2019 Il Sole 24 Ore
Finanza
Mercati
Parla il calciatore nato
imprenditore, Antonio
Percassi: il progetto sullo
stadio, Westfield Milano e poi
il focus sui progetti olimpici
Simone Filippetti—a pag.
Parla Percassi
«Dall’Atalanta
al Westfield,
ora focus
su Milano 2026»
Benetton, prove di convivenza:
la dinastia si rafforza in Atlantia
AUTOSTRADE E DINTORNI
Tre rappresentanti dei rami
della famiglia nel board
di holding e controllate
Accantonato il break up,
resta l’ipotesi di monetizzare
quote di minoranza
Laura Galvagni
Non ci sarà alcun break up in casa
Benetton, piuttosto si lavora a un
modello di convivenza pacifica. E
l’esempio lampante che questa è la
direzione che ora la dinastia inten-
de seguire è quanto annunciato ieri
da Atlantia. La famiglia Benetton
ha infatti riaffermato il suo interes-
se e il suo pieno supporto alla hol-
ding. Lo ha fatto in modo inatteso
e in maniera incisiva: tre rappre-
sentanti dei quattro rami della di-
nastia entreranno nel board della
capogruppo e delle sue controllate.
Un ingresso che di fatto non ha
precedenti concreti, considerato
che solo Gilberto Benetton ha preso
posto per qualche tempo nel board
del gruppo infrastrutturale. Qui,
invece, è di fatto la famiglia che,
quasi al completo, in qualità di
azionista ha deciso di far sentire il
proprio peso e la propria attenzio-
ne sull’intero gruppo Atlantia.
In particolare, Sabrina Benet-
ton, figlia dello scomparso Gilber-
to, entrerà nel consiglio della hol-
ding; Christian Benetton, erede di
Carlo, farà il suo ingresso in Adr,
mentre Franca Bertagnin Benet-
ton, figlia di Giuliana, siederà nel
cda di Telepass. Nessuna poltrona
verrà occupata invece da Luciano
Benetton, e dalla sua dinastia, che
comunque non si è in alcun modo
opposto al riassetto delle control-
late. A dimostrazione del fatto che
la manovra ha anche il chiaro in-
tento di dimostrare al mercato che
Ponzano ora si muove in maniera
compatta. D’altra parte il mancato
ingresso nella stanza dei bottoni
delle partecipate è anche conse-
guenza di scelte precise compiute
all’interno del ramo. Luciano è tor-
nato alla presidenza di Benetton
Group e sta riversando tutte le pro-
prie energie sul rilancio dello stori-
co marchio di famiglia, quello che
ha permesso ai Benetton di creare
l’impero che oggi controllano. Il fi-
glio Alessandro, invece, che è pre-
sente nel board di Edizione, in più
occasioni ha rimarcato di aver av-
viato da tempo un’attività propria
e di essere concentrato su quello. In
questa fase, inoltre, è anche impe-
gnato come presidente della Fon-
dazione Cortina e sembra
sempre più orientato a restare fuo-
ri dagli affari di Ponzano.
A proposito delle partecipate,
nessuno entrerà nel consiglio di
Autostrade per l’Italia. Su Aspi ci
sono ancora due grandi nodi da
sciogliere. Da un lato è ancora irri-
solto il tema della governance
mentre dall’altro è ancora penden-
te la questione giudiziaria legata
alla tragedia del Ponte Morandi. Di
qui la decisione di prendere posto
nelle altre partecipate con l’intento
comunque di riaffermare l’interes-
se sull’intero perimetro del gruppo
Atlantia.
Una decisione, si racconta, ma-
turata anche a valle di alcuni se-
gnali precisi colti sul mercato e ai
quali la famiglia, dopo un lungo
processo di valutazione che ha
scandagliato numerose ipotesi non
ultima quella della spartizione de-
gli asset, ha scelto di rispondere in
maniera netta. Anche perchè, solle-
citati da voci di dissidi interni, in
modo più o meno esplicito diversi
soggetti finanziari e industriali, in
scia alla tragedia di Genova e alla
successiva scomparsa di Gilber-
to Benetton, si sono affacciati pen-
sando di poter fare di Atlantia una
preda. Convinti, probabilmente,
che i Benetton si sarebbero defilati
in tempi rapidi o comunque avreb-
bero abdicato volentieri al ruolo di
azionista di controllo della holding
e delle sue partecipate. Tra i tanti si
sarebbero fatti avanti anche diversi
fondi infrastrutturali, lo stesso
gruppo Macquarie che, si dice,
avrebbe guardato con particolare
interesse ad Aspi. Ma il break up,
per diverse ragioni, si è rivelato una
strada impraticabile. Diversa, inve-
ce, è l’idea di poter cedere quote di
minoranza dell’ampio portafoglio
e di monetizzarne i benefici. A ri-
guardo sono già in corso valutazio-
ni e processi veri e propri su Adr e
Telepass, così come non si può
escludere che potrebbero entrare
nel novero delle quote valorizzabili
anche parte delle partecipazioni fi-
nanziarie (Mediobanca e Generali).
D’altra parte questo non si scontra
in alcun modo con il messaggio ge-
nerale che i Benetton di fatto vo-
gliono dare, ossia che sono azioni-
sti “stabili” e di lungo termine di
Atlantia. La presenza importante
ma non invasiva nei board della
holding, di Adr e di Telepass va nel-
la direzione di ribadire con un atto
concreto l’interesse per gli asset in
portafoglio.
Sul piano tecnico il nuovo asset-
to dei consigli di amministrazione
non comporterà alcun aggiusta-
mento particolare. Sia il cda di Adr
che quello di Telepass per statuto
potevano essere allargati all’in-
gresso di un nuovo membro men-
tre da Atlantia si è dimesso, una
volta completata l’uscita da Edizio-
ne, Marco Patuano. Sabrina Benet-
ton entrerà dunque al posto dell’ex
manager di Ponzano Veneto.
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LETTERA DEI TEDESCHI A FS E MISE
Alitalia, da Lufthansa proposta in due tempi
Gianni Dragoni
Lufthansa continua a girare intorno
alla preda Alitalia, è interessata a un
accordo commerciale ma non fa il
passo necessario per entrare nel-
l’operazione di salvataggio: non si
impegna a diventare subito azionista
della Nuova Alitalia.
Anche nell'ultima lettera inviata
ieri alle Ferrovie dello Stato e, per co-
noscenza, al ministro dello Sviluppo
economico, Stefano Patuanelli, il vet-
tore tedesco non fa la mossa che è
stata richiesta come condizione irri-
nunciabile dalle Ferrovie dello Stato,
capofila della cordata che lavora al
piano di salvataggio insieme ad At-
lantia e al Mef, cioè dichiarare l'impe-
gno immediato a entrare nella
Newco che dovrebbe fare ai commis-
sari l'offerta vincolante di acquisto
della compagnia.
Lufthansa si candida solo per una
«ampia partnership commerciale»,
in alternativa a Delta. Ma la compa-
gnia americana ha dato la disponibi-
lità a prendere subito una quota del
% della Nuova Alitalia, con un inve-
stimento di milioni di euro.
Per questo la trattativa principale
che vede impegnate le Fs e l'altro po-
tenziale partner, Atlantia, entrambi
avrebbero tra il % e il ,%, rimane
quella con Delta, per arrivare a un'of-
ferta vincolante entro il termine del
novembre fissato, nell'ultima pro-
roga, dal ministro Patuanelli. A parte
i dettagli da definire su piano indu-
striale e rotte, il punto cruciale è cosa
vorrà fare la società dei Benetton, vi-
sto che il suo principale interesse ri-
mane il mantenimento della conces-
sione di Autostrade per l'Italia che le
assicura lauti profitti.
Intanto le Fs, per non lasciare nul-
la di intentato, ascoltano anche le
proposte dei tedeschi, benché al mo-
mento non vi siano le condizioni for-
mali per chiudere un'intesa. Una de-
legazione di Fs da ieri è a Francoforte
per incontri con Lufthansa. Il vettore
tedesco aveva già incontrato le Fs il
novembre a Roma, nel gen-
naio scorso ci sono stati incontri a
Francoforte, il ottobre c'è stato un
nuovo incontro a Roma.
Nella lettera firmata dal direttore
commerciale, Harry Hohmeister,
Lufthansa prevede un «potenziale
investimento» in Alitalia fra non me-
no di due anni, dopo una ristruttura-
zione pesante. Il piano tedesco pre-
vede . esuberi (riducibili a
., sarebbero il doppio dei .
del piano Fs-Delta) e un taglio alla
flotta che scenderebbe a aerei (dai
previsti a fine ), contro i
del piano Delta. Ma i tedeschi non in-
dicano cifre né la quota azionaria che
potrebbero prendere. Questo modo
di procedere è singolare, dicono alcu-
ne fonti coinvolte nell'operazione,
perché alimenta confusione, senza
che i tedeschi si assumano rischi
nell'equity. Lufthansa non avrebbe
risposto neppure all'altra domanda
posta dall'a.d. di Fs Gianfranco Batti-
sti, alla prima lettera dei tedeschi:
qual è secondo Lufthansa il costo per
Alitalia dell'uscita da SkyTeam per
passare nella Star Alliance con i tede-
schi e dell'uscita dalla joint venture
transatlantica con Delta e se Lufthan-
sa sarebbe disposta ad accollarselo.
Lufthansa afferma genericamente
di essere disposta a considerare un
«importante investimento» nella
Nuova Alitalia per un importo supe-
riore a quanto è emerso finora da altri
partner di mercato (si parla di mi-
lioni). Nella missiva si afferma inoltre
che Lufthansa e Atlantia insieme di-
venteranno «soci di maggioranza»,
lasciando intendere che via sia una
convergenza con la società dei Benet-
ton. La compagnia tedesca indica un
obiettivo di margine Ebit, rispetto ai
ricavi, dell'% nei prossimi due anni.
Il ministro Patuanelli ha detto: «Il
ruolo di Lufthansa è un ruolo di mer-
cato. Se ne stanno occupando il costi-
tuendo consorzio e i commissari. Io
vedrò quello che succede nelle pros-
sime settimane». Il progetto tedesco
trova orecchie attente tra i piloti
dell'Anpac e Anp. Lufthansa avrebbe
promesso di assumere nelle compa-
gnie del gruppo gli equipaggi in esu-
bero di Alitalia (ma non i lavoratori di
terra, che sono rappresentati dai sin-
dacati confederali e dalla Cub Tra-
sporti). La partita non è chiusa.
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Il vettore offre un accordo
commerciale e poi dal
l’eventuale investimento
REUTERS
Alitalia. Lufthansa torna in pista
PANORAMA
Stati Uniti sempre più strategici per il gruppo Salini Impre-
gilo, che si è aggiudicato un contratto dal valore di mi-
lioni di dollari per lavori autostradali nello Stato di Washin-
gton. Questo nuovo progetto rafforza ulteriormente il
gruppo nel settore delle grandi infrastrutture americane,
basti pensare al contratto firmato nel settembre scorso per
progettare e realizzare la linea ad alta velocità Dallas-Hou-
ston, in Texas, per un valore complessivo di circa miliar-
di di dollari, di cui miliardi per la sola parte relativa alla
costruzione dell’opera. Il nuovo contratto design-build,
assegnato alla controllata statunitense Lane, prevede l’am-
pliamento dell’autostrada e l’installazione di un sistema a
doppio pedaggio. I lavori, da realizzare in joint venture, con
una quota del % con Flatiron West, dovrebbe-
ro cominciare nei primi mesi del , per ter-
minare nel . Si tratta del secondo contratto
nello Stato di Washington dopo la recentissima
aggiudicazione da milioni di dollari per un
tunnel di stoccaggio idrico. In pochi giorni, Salini
Impregilo si è aggiudicata opere per milioni
di dollari nello Stato di Washington. Il fatturato
Usa nel giugno ha raggiunto il % del tota-
le del gruppo, contro il % del . Una crescita
che corre in parallelo al lancio di Progetto Italia,
l’operazione di consolidamento delle infrastrut-
ture in Italia promossa dalla società per compe-
tere ancora più attivamente e con successo nei
mercati esteri, com’è stato lo scorso ottobre
con l’aggiudicazione insieme ad Astaldi di lavori ferroviari
in Canada dal valore di milioni di euro. «Abbiamo da-
vanti - dice Pietro Salini, amministratore delegato di Salini
Impregilo - l’opportunità di fare un salto dimensionale ve-
ro e con l’operazione Progetto Italia stiamo creando un
grande gruppo per il futuro sia italiano che internaziona-
le». Sono . le aziende italiane coinvolte da Salini Im-
pregilo nell’ultimo anno, con contratti per lavori in tutto il
mondo di circa un miliardo di euro. Numeri che sottolinea-
no come Progetto Italia abiliti alla competizione interna-
zionale tutta la filiera di piccole e medie imprese.
—Marco Morino
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C'è uno scontro tra l'industria della difesa americana e quella
francese in una partita che riguarda la fornitura del motore del
nuovo elicottero da combattimento dell'Esercito, l'Aw. Det-
to il nuovo Mangusta, perché deve sostituire i Mangusta Aw,
destinati ad essere ritirati dal servizio entro il . L'elicottero
viene prodotto da Leonardo, l'ex Finmeccanica. La firma del
contratto con la Difesa per il prototipo e i primi tre elicotteri è
stata annunciata da Leonardo il gennaio . Il programma
prevede macchine. Dunque un centinaio di motori. La com-
messa è in stallo da mesi, perché non è stato scelto il motore.
In pole position sembra esserci Avio Aero, la controllata ita-
liana del gruppo americano Ge. Avio offre il motore T, il
derivato militare del collaudato CT di Ge, che esiste da anni.
Solo una parte verrebbe prodotta in Italia, ma soprattutto sa-
rebbe in Italia la manutenzione e logistica per almeno anni.
L'antagonista è il gruppo francese Safran con il nuovo Aneto k.
L'idea di coinvolgere Safran, al posto di Ge, è emersa in Leonar-
do già nella precedente gestione di Mauro Moretti.
All'epoca Leonardo ha deciso di equipaggiare con
l'Aneto l'elicottero medio pesante Aw (civile) e la
versione militare Aw, offrendo un'alternativa
rispetto al CT di Ge. Sul sito di Leonardo si legge:
“La versione Awk, equipaggiata con il nuovo
motore Safran Aneto k, estenderà la capacità ope-
rativa sia in quota sia alle alte temperature”. In que-
ste condizioni, secondo fonti industriali, il motore
di Safran garantirebbe prestazioni migliori rispetto
al motore americano. La potenza dichiarata è del
% superiore al motore Ge. C'è stata una reazione
preoccupata di Avio Aero. Il segretario al Commer-
cio Usa, Wilbur Ross, ne ha parlato con il ministro
Luigi Di Maio durante la visita negli Usa in marzo. Si
è mosso anche l'ambasciatore americano. Successivamente è
partita la contraerea dei francesi. Il presidente Macron ne ha
parlato con il premier Conte. Secondo documenti riservati di
Safran, la scelta del motore Ge-Avio avrebbe un maggior costo
di almeno milioni di euro per la Difesa, inoltre comportereb-
be un ritardo nell'entrata in servizio del nuovo elicottero di qua-
si due anni, con ulteriori oneri. Considerazioni rigettate secca-
mente da Avio Aero. Leonardo non si sbilancia, attende che il
cliente decida. Ma “il cliente” non sembra avere una posizione
univoca. Trapela che l'Esercito vorrebbe il motore Safran, men-
tre il segretariato generale della Difesa vorrebbe Ge-Avio. La
partita non riguarda solo i milioni di questa commessa. Se
vincesse Safran, per i francesi si aprirebbero nuovi spazi nel
mercato italiano della difesa. Avio Aero ha detto che se prende
la commessa farà un'offerta per comprare la divisione motori
di Piaggio Aero. Anche Safran ha depositato una manifestazio-
ne d'interesse per la divisione motori di Piaggio e promette
robusti pacchi di lavoro.
—G.D.
L’ELICOTTERO DI LEONARDO
Avio Aero e Safran, sfida
per il motore dell’Aw
INFRASTRUTTURE
Salini, nuovi lavori in Usa
per 960 milioni di dollari
Non solo calcio.
Antonio Percassi,
presidente
dell’Atalanta
Quote dei soci, in percentuale
Le partecipazioni. Quote in %
EDIZIONE Srl
Benetton 100,0%
United Colors of B. 100,00%
Olimpias 100,00%
ABBIGLIAMENTO E TESSILE
Schema34 100,0%
Autogrill 50,10%
RISTORAZIONE
Maccarese 100,0%
Compañia de Tierras 100,00%
Ganadera Condor 100,00%
IMMOBILIARE E AGRICOLO
Edizione
property
100,0% Ed. Alberghi 100,00%
Hochtief 24,00%
Eurotunnel 15,49%
Aeroport Nice 40,00%
Aeroporti di Roma 99,40%
Autostrade per l’Italia 88,10%
Abertis 50,00%
Sintonia 100,0% Atlantia 30,25%
INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO
ConnecT 60,00% Cellnex 29,90%
INFRASTRUTTURE DIGITALI
Fonte: dati societari
2,10%
Schema33 100,0%
3,05%
FINANCIAL INSTITUTIONS
Mediobanca
Generali
Evoluzione 20%
Proposta 20%
Regia 20%
Ricerca 20%
Eredi Gilberto Benetton 5%
Eredi Carlo Benetton 5%
Ramo Luciano Benetton 5%
Ramo Giuliana Benetton 5%
0 20 40 60 80 100
Questio Opportunity
Fund
100,0%
Eurostazioni 32,7%
Autogrill 50,10%
ALTRO NON QUOTATO
Le partecipazioni del gruppo
CHRISTIAN
BENETTON
Figlio dello
scomparso Carlo,
entra
nel consiglio
di Adr
FRANCA
BERTAGNIN
BENETTON
Figlia di Giuliana
Benetton, entrerà
nel consiglio
di Telepass
SABRINA
BENETTON
Figlia dello
scomparso
Gilberto, entrerà
nel consiglio
di Atlantia
48
GLI ELICOTTERI
AW 249
Commissionati
dall’esercito al
gruppo Leonardo
su cui si sta
consumando lo
scontro tra
francesi e
americani per la
scelta del fornitore
dei motori
22%
IL PESO DEGLI
STATI UNITI
Il fatturato Usa
nel giugno 2019
ha raggiunto il
22% del totale del
gruppo, contro il
3% del 2014.
Salini Impregilo è
presente negli
Stati Uniti sin
dagli anni 70
IL FUTURO
È UN UOVO
DA COVARE