Il Sole 24 Ore - 01.11.2019

(vip2019) #1

6 Venerdì 1 Novembre 2019 Il Sole 24 Ore


Primo Piano Risparmio


LA KERMESSE


Patuelli (Abi): «Occorrono


più sforzi per sviluppo e lavoro»


Profumo (Acri): «Oggi


dobbiamo scegliere per


quale futuro risparmiare»


Laura Serafini


«Chiediamo alle istituzioni di fare


maggiori sforzi per la ripresa dello
sviluppo e dell’occupazione, con più

misure nazionali ed europee per i fat-


tori di competitività. Sono urgenti
opere pubbliche per tutta l’Italia, con

efficienti servizi pubblici e connessio-


ni con l’Europa». Il presidente del-
l’Abi, Antonio Patuelli, interviene alla

Giornata del Risparmio passando in


rassegna i numerosi sforzi fatti dalle
banche per il Paese, non ultimo il con-

tributo al salvataggio di Carige, il per-


corso a ostacoli dei tassi negativi e la
competizione con la tirannia degli al-

goritmi che sarà insostenibile se uno


sforzo tra le varie Autorità di vigilanza
non metterà freno al loro dominio. E

poi, ancora, l’accenno all’inesaudibile
moral suasion della politica che vole-

va tagli tout court alle commissioni


sulle transazioni con carte, spingendo
le banche tra le braccia di un’istrutto-

ria Antitrust per cartello sui prezzi.


L’appello al governo affinchè esca
dalla logica delle misure dal fiato corto

a un primo approccio sembra avulso


dal resto. Ma in realtà è il perno di un
ragionamento che guarda al rischio di

una nuova recessione e alla necessità
di intervenire finchè c’è il tempo di far-

lo. Come? Lo ha declinato Francesco


Profumo, presidente dell’Acri, al suo
debutto nella nuova veste in questa

celebrazione del risparmio. «Oggi ri-


sparmiare per immaginare il futuro
non basta più - ha detto Profumo -.

Dobbiamo anche scegliere per quale


futuro stiamo risparmiando. Mai co-
me oggi il risparmio si rivela come lo

strumento cardine per immaginare il
domani del nostro Paese e dell’intera

umanità». Il presidente Acri ha ricor-


dato l’evoluzione verso un modello
più sostenibile, da punto di vista am-

bientale e sociale; mettendo al con-


tempo in guardia sulla necessità di
non lasciare alla finanza globale il

compito di disegnare il nuovo modello


di sviluppo. Profumo ha rilanciato
quindi la necessità di attivare «inediti

parternariati pubblico-privati capaci


di coniugare ambiente e sociale» coin-
volgendo governo, enti, locali, univer-

sità, privati come le Fondazioni di ori-


gine bancaria e naturalmente la Cdp.
Parlando del piano industriale -

 della Cassa - «un documento


chiaramente orientato sul fronte della
sostenibilità» - Profumo ha spiegato

che «nei prossimi anni Cdp intende


attuare un graduale riorientamento
degli impieghi, valutando l’impatto

ambientale e sociale delle iniziative fi-


nanziate». Ieri Giovanni Gorno Tem-
pini, il nuovo presidente di Cdp, ha ri-

badito la sintonia con l’ad Fabrizio Pa-


lermo dicendo che ha trovato «una


Cassa in grande forma e con un piano
industriale ben fatto che il capoazien-

da sta portando avanti con determina-


zione». Dunque, il piano industriale il
presidente ha avuto tempo di studiar-

lo. Alla domanda se quel piano debba


essere aggiornato o rivisto, ha però re-
plicato: «Sono appena arrivato».

Tornando alla necessità di far con-


vergere lo sforzo pubblico-privato su
strumenti di investimento (anche del

risparmio delle famiglie) sostenibili


ha convenuto anche il governatore
della Banca d’Italia. Ignazio Visco. «In-

nalzare la capacità di crescita dell’eco-


nomia europea richiede altresì di con-
centrare gli sforzi verso quegli ambiti

che sono oggi più rilevanti, come le


nuove tecnologie e la protezione del-
l’ambiente - ha detto Visco -. Lo si può

fare definendo un programma comu-


ne di investimenti pubblici finalizzati
anche al miglioramento e alla ricon-

versione delle principali infrastrutture


per migliorarne la qualità, ridurne
l’impatto ambientale e attivare quegli

investimenti privati, che in assenza di


una chiara indicazione strategica, oggi
stentano a materializzarsi». Il mini-

stro per l’Economia, Roberto Gualtie-
ri, ha condiviso l’importanza di questi

obiettivi. La strada è tracciata il punto


è quanto si dovrà aspettare per vederla
tradotta in pratica.

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Davide Colombo


ROMA

La via principale per tutelare il rispar-


mio resta la crescita economica, un
obiettivo a cui puntano le politiche

monetarie accomodanti messe in
campo dalla Bce. Ma per sfruttare ap-

pieno il potenziale espansivo di tutte


le misure adottate dal Consiglio diret-
tivo - a partire dal nuovo Qe da  mi-

liardi al mese che scatta da oggi - an-


che le politiche fiscali devono agire,
meglio se coordinate a livello Ue. È il

messaggio lanciato ieri dal governato-


re della Banca d’Italia, Ignazio Visco,
in occasione della esima Giornata

mondiale del Risparmio, evento orga-


nizzato a Roma dall’Acri.
Il risparmio - è stato il ragionamento

del governatore - a lungo andare può


essere remunerato solo dalle prospetti-
ve dell’economia. Per questo devono

muoversi i governi. Per evitare il rischio


di tornare in una situazione di emer-
genza. E per uscire da un contesto di

tassi di interesse a livello zero dovuti a


investimenti insufficienti rispetto al-
l’offerta di risparmio. «Bisogna - ha

detto Visco - innalzare la capacità di


crescita dell’economia europea» e per
farlo occorre «concentrare gli sforzi

verso quegli ambiti che sono oggi più


rilevanti, come le nuove tecnologie di-
gitali e la protezione dell’ambiente con

un programma comune di investimen-


ti pubblici finalizzati anche al migliora-
mento e alla riconversione delle princi-

pali infrastrutture – energia, trasporti,


servizi urbani». Mentre l’Italia, in attesa
che maturi la consapevolezza della ne-

cessaria azione comune europea, deve


avviare il suo percorso di cambiamento
puntando su «una ricomposizione del

bilancio pubblico che consenta di ac-


crescere le risorse dedicate agli investi-
menti, materiali e immateriali».

Anche il ministro dell’Economia,


Roberto Gualtieri, ha battuto gli stessi
tasti: «Concordiamo con Mario Draghi


  • ha affermato - che vorrei salutare e


ringraziare oggi che è il suo ultimo gior-
no da presidente della Bce. L’unica via

per uscire da una situazione di bassi


tassi interessi “naturali” è utilizzare
maggiormente la leva della politica fi-

scale, a livello europeo innanzitutto,
con l’impegno in primo luogo dei Paesi

che hanno maggior spazio fiscale». È in


questa prospettiva che va letta la mano-
vra italiana - ha aggiunto il ministro -

che ha scelto di garantire sostenibilità


della finanza pubblica mettendo il debi-
to su una traiettoria discendente «sen-

za essere una manovra restrittiva».


Nella prima parte del suo interven-
to il governatore ha sottolineato la de-

bolezza della congiuntura nazionale


e internazionale, caratterizzata da un
livello di inflazione troppo bassa: «C’è

il rischio di un disancoraggio delle at-


tese di medio-lungo periodo che si so-
no ancora allontanate dall’obiettivo di

stabilità dei prezzi». Mentre parlando


del settore bancario, da un parte ha
indicato l’ulteriore miglioramento

dei bilanci con la riduzione degli Npl
netti dal , al % per il complesso del

sistema (erano al .% a fine ) e


dall’altro ha indicato la prospettiva
che una debole congiuntura può de-

terminare sui nuovi flussi di prestiti


deteriorati. Per le banche - ha osser-
vato il governatore - il miglioramento

della redditività resta imprescindibi-


le, soprattutto per gli istituti di piccola
e media dimensione che ancora ri-

sentono degli effetti della profonda e


prolungata recessione economica, in
particolare nel Mezzogiorno.

Tornando infine sul tema del rispar-


mio e della sua tutela, Visco ha parlato
degli impegni assunti insieme con Con-

sob e Ivass nell’ambito dei programmi


di alfabetizzazione portati avanti dal
Comitato per l’Educazione finanziaria

che proprio ieri ha chiuso il mese dedi-


cato alle sue attività, ed ha annunciato
l’avvio a breve di un nuovo portale in-

formativo rivolto a giovani e adulti.


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Risparmio e
famiglie.
Da sinistra,

il ministro


dell’Economia
Roberto Gualtieri,

il presidente


dell’Abi Antonio
Patuelli,

il presidente


dell’Acri
Francesco

Profumo e il


Governatore della
Banca d’Italia

Ignazio Visco.


Erano presenti
ieri alla Giornata

del Risparmio


ANSA

Guadagni pochi, costi alti:


risparmio nel vicolo cieco


Italiani. Meno investimenti, più cash: i titoli di Stato in mano alle famiglie


sono scesi dal % del  al %, crescono i soldi sul conto e sotto il materasso


Vito Lops


C’era una volta in cui il risparmio de-


gli italiani faceva rima con titoli di


Stato. Investire e risparmiare erano



  • per l’italiano medio - sostanzial-


mente sullo stesso piano. Rispar-


miare equivaleva ad acquistare BoT


(i titoli governativi liquidi, che hanno


scadenze brevi, da  a  mesi). Inve-


stire invece equivaleva a comprare


BTp (da  a  anni). Tutto molto


semplice. E redditizio. Oggi la mappa


dell’allocazione della ricchezza delle


famiglie è profondamente cambiata.


I numeri della Banca d’Italia sono


inequivocabili: nel  il % dei ti-


toli del debito pubblico era in mano


alle famiglie. Ora quella percentuale


è crollata al %. Nel mezzo è lievitata


la liquidità: tra contanti sotto il mate-


rasso (stimati) e depositi in conto


corrente i numeri ufficiali oscillano


tra i . miliardi censiti dalla Banca


d’Italia a fine  ai . indicati


dall’outlook di ottobre  del-


l’Abi (dati al  settembre ). Si


tratta di una enorme massa di dena-


ro, non distante dal prodotto interno


lordo del Paese, che nel  si è atte-


stato a . miliardi. Avere così tanti


soldi in cassaforte è certamente un


costo (l’inflazione, seppur bassa,


ogni anno li erode) ma anche un’op-


portunità che in questo momento gli


italiani (non investendoli) non sem-


brano disposti a cogliere.


Il punto è come mai le famiglie


preferiscono aver fermi . mi-


liardi di liquidi anziché provare ad


estrarne un rendimento? È un pro-


blema di educazione finanziaria


(una ricerca di Standard and Poor’s


e Banca mondiale pone l’Italia al


esimo posto nel mondo dietro a


Zimbabwe e Togo) o ci sono ragioni


ancora più profonde? Secondo l’ulti-


ma indagine commissionata a Ipsos


da Acri, l’Associazione della fonda-


zioni di origine bancaria presieduta


da Francesco Profumo, il % degli


italiani preferisce ancora la liquidità


«sia per indole, sia per trovarsi più


preparati in un contesto incerto».


Quindi, gli italiani sono guardin-


ghi con il proprio denaro, in questa


fase più che mai, anche per una que-


stione di attitudine. «Gli italiani sono


sempre stati grandi risparmiatori e


molto affezionati al reddito fisso. Ne-


gli ultimi anni però la volatilità sui


BTp li ha spaventati. Ora la paura è


passata ma sono passati anche i ren-


dimenti - spiega Marco Piersimoni,


strategist di Pictet -. Gli italiani oggi


si trovano orfani del loro tipico stru-


mento di investimento, le obbliga-


zioni domestiche. E questo spiega


perché la liquidità sui conti correnti


sia a livelli mai visti». I BTp, per quan-


to paghino rendimenti più elevati ri-


spetto agli altri Paesi europei (fatta


eccezione per la Grecia che però nelle


ultime sedute ha quasi agganciato


l’Italia), sono stati anch’essi travolti


dalla nuova era dei tassi bassi. Il tasso


a  anni - che nel  era al % - è


intorno all’%. Fino ai  anni la curva


del debito italiano viaggia su tassi ne-


gativi, il che rende praticamente


inaccessibili ai risparmiatori queste
duration. La nuova era dei tassi bassi


  • la stessa che vede un controvalore di


obbligazioni mondiali vicino ai
mila miliardi di dollari esprimere

tassi sottozero - spiega anche perché


la liquidità in conto corrente vince
nella sua paradossale staticità il con-

fronto con i fondi monetari (quelli


che per policy investono in strumenti
a breve termine) che negli ultimi tre

anni hanno generato (non a caso)


rendimenti negativi. Quanto al ri-
sparmio gestito va detto che le com-

missioni applicate dalle case italiane


sono mediamente tra le più elevate in
Europa e vanno a penalizzare i rendi-

menti netti anche per le famiglie che
puntano su strumenti di investimen-

to in teoria più volatili, ma anche più


remunerativi, come i fondi azionari
e/o bilanciati. Da un’analisi del Cen-

tro studi di Tosetti Value, uno dei


principali Multi-Family office in Eu-
ropa è emerso che «chi avesse inve-

stito  euro a inizio gennaio 


nelle prime  società di gestione eu-
ropee avrebbe avuto un rendimento

del ,%, al netto dell’,% di com-


missioni fisse (non sono inclusi
eventuali altri oneri quali commis-

sioni di performance, costi di transa-


zione, commissioni di ingresso/
uscita, ndr). Mentre le prime  italia-

ne hanno reso lo ,% e sono costate


il ,%». Anche il sistema finanziario
quindi dovrà lavorare, aumentando

efficienza, trasparenza e riducendo i


costi, per stimolare gli italiani a


smuovere verso i mercati finanziari


i soldi dal materasso. Pur in un conte-
sto in cui i mercati sono diventati

davvero un campo minato. Soprat-
tutto quello dei bond che nell’acce-

zione comune, a torto, è considerato


più sicuro rispetto alle Borse. «Il mer-
cato delle obbligazioni è diventato

oggi più rischioso di quello azionario



  • sottolinea Massimo Saitta, direttore
    investimenti di Intermonte advisory


-. Per spuntare un rendimento mini-


mo bisogna esporsi su durate lun-
ghissime. E questo è del tutto da

sconsigliare a un risparmiatore».


Quanto alle Borse «rappresenta-
no - a detta di Piersimoni - l’unica

classe di investimento oggi valida


come alternativa alla liquidità. E in
questo caso ci sono solo due strade

per evitare errori: la prima consiste


nell’effettuare acquisti graduali, in-
vestendo ad esempio ogni mese una

quota del budget per tre anni. La se-


conda nel privilegiare fondi flessibili
a bassa volatilità. Del resto, per

quanto questo  sia un anno stra-


ordinario con rendimenti delle Bor-
se anche superiori al % i multipli

di Wall Street (, volte gli utili atte-


si) e delle Borse europee ( volte)
sono solo leggermente più cari ri-

spetto alla media storica. E potrebbe


esserci ancora spazio, soprattutto se
le tensioni su guerra commerciale e

Brexit andranno a stemperarsi, per
un ulteriore rialzo a fine anno».

á@vitolops
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95ESIMA GIORNATA MONDIALE DEL RISPARMIO


Visco: «Tutelare la ricchezza?


La via maestra è la crescita»


IL FORZIERE


Andamento della
liquidità delle

famiglie italiane tra


conti (bancari
e postali) e biglietti.

Valori in miliardi


di euro


























2005 20072009 2011 201320152017

1980

2018

900

1.

1.

1.

(^910) 1.
IL DISINCENTIVO
AL RISPARMIO

Rendimenti
dei titoli di Stato
italiani dagli
anni ’80.
Valori in %
BTP 10 anni
BoT 1 anno






0

5

10

15

20

Fonte: elaborazione
su dati Banca d’Italia e Istat

0,8%


1990 2000 2010 2019

14,4%


-0,2%


13,7%


Più cash, meno titoli di Stato


Il ministro Gualtieri rilancia:


«Utilizzare maggiormente


la leva della politica fiscale»


1390


MILIARDI
SUI CONTI
Il denaro tenuto
sul conto o cash
aumenta: ora
ammonta a una
cifra compresa
tra i 1.390 miliardi
(stima Banca
d’Italia) e i 1.
(stima Abi)

CIVILTÀ CATTOLICA


Gesuiti: «Visione


di Draghi oltre la


moneta unica»


«In contesti del tutto inediti,


dominati dall'incertezza e dallo


scetticismo, Draghi ha saputo
prendere decisioni sulla base di

analisi rigorose, con audacia e


guidato da una visione altissima
dell'Europa, unita ben oltre la

moneta come nel progetto dei


Padri fondatori. Ha creato così le
condizioni perché il processo di

unione dei nostri Paesi giunga a


compimento». Lo scrive padre
Guida Ruta, gesuita-economista,

sull’ultimo numero di Civiltà


Cattolica, rivista dei gesuiti - di
cui Draghi è stato allievo - diretta

da padre Antonio Spadaro.


«L’esempio Bce»


«Le istituzioni
sono chiamate ad

assicurare la


fiducia», ha detto
il capo dello Stato

Sergio Mattarella


nel messaggio
alla giornata del

risparmio: «La


Bce è un esempio
dei risultati

ottenuti in


proposito»


14%


IL TASSO BTP
NEL 1995
Il rendimento dei
BTp decenali nel
1995 era al 14%,
mentre ora è
intorno all’1%: ecco
perché gli italiani
hanno ridotto
al minimo i titoli
di Stato
in portafoglio

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più investitori
hanno paura di

investire sull’Aim


e si chiedono se la
rete di sicurezza

che lo disciplina


abbia le maglie
troppo larghe

I NODI DEL RISPARMIO DEGLI ITALIANI


RENDIMENTI


La bolla


dei bond


con i mini tassi


La nuova era dei tassi bassi - quando
non negativi - ha trasformato il

mercato delle obbligazioni in un


campo minato dove per provare ad
estrarre del valore finanziario

bisogna esporsi su durate molto
lunghe. Accade anche per i titoli

italiani, storico punto di riferimento


per il risparmio delle famiglie italiane.
Per quanto paghino tassi tra i più alti

in Europa, i BTp a 10 anni offrono


rendimenti intorno all’1 per cento, e
quindi poco attraenti rispetto alla

duration. Mentre i tassi


dei titoli di Stato fino a 3 anni sono
addirittura negativi.

COMMISSIONI


I costi alti


dei fondi


di investimento


Le commissioni dei fondi comuni in
Italia sono mediamente più elevate

rispetto alla case di gestione


europee. E questo, in una fase in cui è
già di per sè complesso ottenere

rendienti elevati sui mercati, non
aiuta.

Chi avesse investito 100 euro


a inizio gennaio 2018 nelle prime 30
società di gestione europee avrebbe

avuto un rendimento


del 6,15%, al netto
dell’1,79% di commissioni fisse.

Mentre le prime 10 italiane hanno


reso lo 0,3% e sono costate
il 2,61 per cento.

MERCATO


Azioni sì,


ma in questa fase


serve cautela


Se il mercato obbligazionario è in
bolla (complici le politiche

accomodanti delle banche centrali)


quello azionario sembra essere
l’unico su cui poter puntare (nel

lungo periodo e con una strategia
pianificata) per provare ad ottenere

rendimenti accettabili. Ma occhio ai


rischi. I multipli non indicano un
mercato in bolla (il rapporto

prezzo/utili di Wall Street è 17,5 volte


e quello delle Borse europee a 14) ma
un po’ più caro della media storica. In

caso di accordi su dazi e Brexit ci


potrebbe essere ancora spazio per
un rialzo a fine anno.

  

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