la Repubblica - 12.11.2019

(Ron) #1
la manifestazione

L’abbraccio a Segre


Folla sotto la pioggia


per la senatrice


di Zita Dazzi

Milano — Pioveva a dirotto ieri sera
a Milano, ma in tanti — 5 mila secon-
do le stime del Pd — hanno preso
l’ombrello e sono andati davanti al
Memoriale della Shoah in segno di
solidarietà verso Liliana Segre. La
senatrice a vita era a casa, ed è stata
molto contenta e si è commossa
quando i suoi tre figli, Luciano, Al-
berto e Federica le hanno riferito
della grande folla radunata al Bina-
rio 21, da dove lei partì 14 enne per
Auschwitz. I figli sono rimasti fino
alla fine in mezzo alla folla dei citta-
dini arrivati con gigli bianchi ap-
puntati sul petto e un solo slogan:
“Milano non odia”.
In piazza c’erano anche tanti poli-
tici, di sinistra, e pure di centro de-
stra. Dal vice ministro dell’Interno
Matteo Mauri ai parlamentari Pd
Emanuele Fiano, Franco Mirabelli e
Pierfrancesco Majorino. Ma c’era an-
che Mariastella Gelmini alla guida
di una delegazione di Forza Italia,
che ha voluto aderire dell’evento
convocato da Anpi, Aned, Arci Acli
e dal Pd. Persino il consiglio comu-
nale in corso a Palazzo Marino è sta-
to interrotto per permettere a consi-
glieri e assessori della giunta Sala di
partecipare. In strada, sotto gli om-
brelli, c’erano persone comuni, cit-
tadini indignati, che per due ore
hanno letto 200 messaggi di solida-

rietà in risposta alle 200 minacce
che Segre riceve ogni giorno. Poi tut-
ti insieme sono andati via cantando
“Bella ciao” sotto la pioggia.
In mattinata, sul tema dell’antise-
mitismo ha parlato con toni di gran-
de preoccupazione il ministro degli
Interni, Luciana Lamorgese, che di
fronte alle minacce rivolte alla sena-
trice ha sollecitato il Comitato pro-
vinciale per la sicurezza di Milano a
mettere sotto scorta Segre. «Da un
linguaggio violento possono nasce-
re azioni violente», ha ammonito la
titolare del Viminale, visitando la si-
nagoga di Roma. Incontro program-
mato da tempo, ma reso più neces-
sario dopo le minacce rivolte alla si-
gnora che, a 89 anni, sopravvissuta

al campo di sterminio, viene ancora
insultata sul web e con gli striscio-
ni. Davanti alla presidente dell’U-
nione delle comunità ebraiche Noe-
mi Di Segni e al rabbino capo di Ro-
ma, Riccardo Di Segni, Lamorgese
ha esordito: «Assicuro da parte del-
le forze dell’ordine la massima at-
tenzione. Monitoriamo costante-
mente le criticità e verranno intensi-
ficate le attività per arginare l’anti-
semitismo: Su questo siamo tutti

compatti», ha assicurato, invitando
tutti, a partire dalla politica, ad ave-
re «senso di responsabilità» contro
parole e comportamenti «inaccetta-
bili: in questi ultimi tempi la parte
più negativa di questo Paese ha pre-
so il sopravvento e c’è stato uno sdo-
ganamento del linguaggio violento,
in tutti gli ambiti, come se fosse nor-
male parlare in maniera violenta».
Intanto si scatena la gara fra i Co-
muni italiani per assegnare la citta-
dinanza onoraria alla senatrice a vi-
ta. Ogni giorno si allunga la lista del-
le amministrazioni comunali che
hanno ufficializzato la decisione e
che la vorrebbero invitare (ieri Bolo-
gna, Genova, Pescara, Sassari). Lei
ringrazia, ma non andrà da nessuna
parte. «Troppo stanca e sotto pres-
sione», spiegano i familiari. Non an-
drà probabilmente nemmeno in
Israele, invitata dal presidente Reu-
ven Rivlin, dopo la notizia di quel
che avviene in Italia. Mentre forse
andrà a gennaio al Parlamento euro-
peo, dove la reclamano per gli stessi
motivi. E sulla commissione parla-
mentare contro l’odio, la riserva
non l’ha ancora sciolta.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

A Bologna il censimento dei campanelli ad opera di due esponenti di Fratelli d’Italia


Quegli stranieri schedati in nome dell’odio


Sotto accusa
Sopra, Marco Lisei (a sinistra)
e Galeazzo Bignami. Sotto, Bignami
vestito da nazista nel 2006:
“Era il mio addio al celibato”

/

MASSIMO ALBERICO/FOTOGRAMMA

L’ultima vergogna:


il video con i nomi


per mostrare quante


case popolari sono


occupate da migranti


di Gad Lerner

Nel 2006 aveva festeggiato l’addio al
celibato indossando una divisa nazi-
sta, ma naturalmente poi si è giustifi-
cato: «Era solo una goliardata». Nel
frattempo Galeazzo Bignami ha fat-
to carriera, eletto alla Camera nel
partito di Giorgia Meloni. Colei che
ha chiamato “usuraio” George Soros
ma, naturalmente, «guai a chi mi ac-
cusa di antisemitismo». E così, nei
giorni scorsi, l’onorevole Bignami, ac-
compagnato dal camerata consiglie-
re comunale Marco Lisei, si è esibito
in diretta Facebook in un’ispezione
alle case popolari della Bolognina, al-
lo scopo di leggere con tono schifato
i cognomi stranieri che compaiono
su alcuni citofoni. La privacy sareb-
be un problema? Risolto con un to-
nante «chi se ne frega». Tanto i co-
gnomi italiani Bignami mica li citava
e, quando ne indicava uno, lo compa-
tiva: «Circondato!». Come a dire: po-
veretto, costretto a vivere tra gli ap-
pestati.
Siccome questi epigoni del fasci-
smo sono dei vigliacchi abituati a gio-
care sull’equivoco, in questa parodia
di schedatura di massa dei “troppi”
inquilini stranieri si sono fatti accom-
pagnare da un simpatizzante, tale
Francesco, dalla pelle scura. Tanto
basterebbe, secondo loro, a scansare

l’accusa di razzismo. Anzi, è al malca-
pitato Francesco che fanno ripetere
la formula magica della loro propa-
ganda: “Prima gli italiani”. Salvo ag-
giungere le cifre fasulle che secondo
loro dovrebbero muoverci a indigna-
zione: gli extracomunitari, sostengo-
no, godrebbero del 60% delle asse-
gnazioni di case popolari nell’area
metropolitana bolognese. Per ipocri-
ta precauzione, aggiungono: non è
colpa degli stranieri, ma delle norma-
tive sbagliate che prevedono gradua-
torie in base al reddito e al numero
dei familiari, una residenza minima
in Italia di cinque anni, ma purtrop-
po senza esami del sangue o del colo-
re della pelle o della nazionalità.
Naturalmente le cifre vere sono al-
tre: quasi l’80% degli alloggi bologne-
si Acer sono abitati da italiani. Vero è
che nel bando 2018 il 52% delle asse-

gnazioni sono andate a famiglie ex-
tracomunitarie, e che da tempo le do-
mande provenienti da nuclei stranie-
ri regolarizzati che vivono in situazio-
ni di disagio sociale superano di quat-
tro volte le domande degli italiani bi-
sognosi. Ma questa è la fotografia del-
la nostra realtà metropolitana.
Era già successo per il reddito di
cittadinanza. Il decreto di conversio-
ne di quella norma varato dal gover-
no di cui faceva parte Salvini contem-
plava norme ad hoc per evitare che
ne usufruisse un numero “eccessi-
vo” di stranieri. Ma per prevenire
una massa di ricorsi di incostituzio-
nalità l’attuale governo ha varato un
apposito decreto interministeriale
correttivo in via di ratifica alla Corte
dei Conti.
Per quanto risulti indigesto ai pro-
pagandisti del “prima gli italiani”, il
nostro sistema di welfare si basa sul
principio di parità di trattamento fra
tutti i residenti in regola che versano
i contributi e pagano le tasse.
Nella scorribanda della Bolognina
perpetrata dai militanti di Fratelli d’I-
talia è facile riconoscere un salto di
qualità della caccia allo straniero
inaugurata nelle borgate romane da
CasaPound. La campagna elettorale
di Salvini alla conquista della rocca-
forte emiliana, mira ad aprire delle
brecce nei quartieri popolari per de-
molirvi quei principi di solidarietà e

uguaglianza su cui si fonda l’idea
stessa di protezione sociale. Per far-
lo, ricorrono al metodo antico e bie-
co dell’intimidazione. Altro che svol-
ta moderata della destra che aspira
al governo: Fratelli d’Italia si mette in
competizione con la Lega ricorren-
do a pratiche estremiste che rischia-
no di diffondersi pericolosamente, fi-
no alla schedatura di massa. Voglio-
no fomentare la guerra fra poveri. In-
seguire gli stranieri fin sotto — e ma-
gari domani fin dentro — le loro case.
Uno Stato democratico questo non
lo può consentire, deve fermarli con
gli strumenti della legge prima che
sia troppo tardi.
Qualcuno ha evocato il preceden-
te storico dei cartelli affissi sulle ve-
trine degli esercizi commerciali de-
gli ebrei nel 1938. Un’infamia che la
cattiva coscienza degli smemorati
pretende di annegare nell’indifferen-
za. Speriamo di poterlo considerare
ancora un paragone esagerato, an-
che se la propagazione dell’odio raz-
ziale e sociale sta rompendo gli argi-
ni, come dimostrato dalle ingiurie ri-
volte a Liliana Segre. La solidarietà
pelosa manifestata dai leader di que-
sta destra alla senatrice sopravvissu-
ta di Auschwitz si rivelerà pronuncia-
ta con lingua biforcuta se Salvini e la
Meloni non prenderanno solenne-
mente le distanze dai segugi an-
ti-stranieri della Bolognina.

kLa manifestazione di ieri sera al Binario 21


kLucia Annunziata


La proposta


Annunziata: candidiamola alla presidenza della Repubblica


Liliana Segre presidente della Repubblica. Lucia Annunziata, direttrice di
Huffington Post Italia, ha proposto di candidare alla più alta carica dello
Stato la senatrice a vita, 89 anni, sopravvissuta ad Auschwitz e dalla scorsa
settimana sotto scorta per le minacce ricevute. L’idea è stata lanciata in
apertura di Metamorfosi, il convegno organizzato da Huffington Post in
collaborazione con Gedi alla Fondazione Feltrinelli di Milano.
«C’è una ragione forte di omaggio a lei, ed è un modo di sottrarre la
questione del presidente della Repubblica alla partigianeria e a lotte
faziose. Il capo dello Stato non può essere frutto di accordi politici o
vicende di una legislatura che deve stare per forza insieme per votare un
presidente piuttosto che un altro». La sintesi degli interventi è su
http://www.huffingtonpost.it/news/huffpost-metamorfosi-2019.

In cinquemila


al binario da cui partì


per Auschwitz


Lamorgese: le parole


d’odio generano


azioni violente


. Martedì,^12 novembre^2019 Politica pagina^13

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