la Repubblica - 16.10.2019

(coco) #1

Daphne Caruana


A due anni dalla morte


manca la verità, ma Malta


è nella lista nera degli affari


L’assassinio
La giornalista Daphne
Caruana Galizia, è
stata uccisa due anni
fa il 16 ottobre 2017
con un’autobomba.
Aveva, tramite il suo
blog, raccontato i
legami tra politica e
finanza nera a Malta

LA VALLETTA — Seduto a un tavolo
d’angolo del Casino maltese, il cir-
colo esclusivo in stile vittoriano
che affaccia su Saint George squa-
re e che dal 1852 tiene insieme il
Potere dell’isola, un ex diplomati-
co di lungo corso dice: «Se mi chie-
dete cosa sta succedendo a Malta,
ve lo dico con la confidenza che
mi è stata fatta poco tempo fa da
uno dei più importanti imprendi-
tori di quest’isola. Mi ha detto:
“Stavo chiudendo un affare per la
licenza di un software con una del-
le banche più importanti al mon-
do. Quando eravamo arrivati alle
firme la banca mi ha detto: Non
possiamo comprare nulla da una
società con sede legale a Malta.
Per chiudere l’affare, dovete apri-
re una sede a Londra”. Il motivo?
La reputazione di Malta non è mai
stata così bassa come oggi. È il
prezzo che stiamo pagando per
quello che è successo in questi
due anni».
“Quello che è successo in questi
due anni” ha un nome, un cogno-
me. E una data: 16 ottobre 2017. Il
giorno in cui Daphne Caruana Ga-
lizia, giornalista di inchiesta in di-
rezione ostinata e contraria, vie-
ne assassinata con un’autobom-
ba. Aveva esposto per anni sul suo
blog, in completa solitudine, il
doppio fondo dell’isola: i legami
tra il palazzo della Politica (il go-
verno Muscat, ma anche il capo
dell’opposizione Adrian Delia) e
la finanza nera. In questi due an-
ni, dopo l’arresto dei tre esecutori
materiali del suo omicidio (i fratel-
li Alfred e George Degiorgio, il lo-
ro complice Vincent Muscat), nul-
la è più accaduto. Il processo deve
ancora cominciare. Il mandante è
ancora ignoto e la sua ricerca gira
in tondo.
Così Daphne Caruana Galizia è
diventata il fantasma che conti-
nua ad agitare la cattiva coscien-
za di Malta. A esporre l’inerzia del
governo laburista nella ricerca
della verità sul suo omicidio e con
lei l’impunità di una classe diri-
gente corrotta, tenuta insieme
dai vincoli del familismo amorale.
E quando oggi alle 18, nel secondo
anniversario del suo omicidio, un
corteo silenzioso che per altro ve-
drà arrivare dall’Italia anche don
Luigi Ciotti (insieme al sindaco di
Palermo Leoluca Orlando e all’ex
presidente del Parlamento euro-
peo Antonio Tajani), tornerà a
onorarne la memoria tagliando il
cuore del centro storico di La Val-
letta, le domande sin qui senza ri-
sposta si riprenderanno la scena.
Come sta insieme la circostan-
za che il Paese che cresce più in
fretta in Europa sia contestual-
mente precipitato al 77esimo po-
sto (su 180) nella graduatoria del-
la libertà di stampa nel mondo (lo
documenta il dossier di “Reporter
senza frontiere” consegnato ieri

al governo maltese e oggi disponi-
bile sul nostro sito)? Com’è possi-
bile che l’indagine sui mandanti
dell’omicidio di Daphne non ab-
bia fatto un solo passo avanti e
che il governo non abbia ancora
deciso se la testimonianza offerta
da uno dei tre accusati (Vincent
Muscat) renda più vicina l’identifi-
cazione dei mandanti e per que-
sto sia degna di essere presa in
considerazione, meritando un
patteggiamento? Com’è possibile
che, dopo il pronunciamento in
estate del Consiglio di Europa, il
governo maltese non sia riuscito
ancora a trovare tre figure al di so-
pra di ogni sospetto in grado di
comporre una commissione di in-

chiesta indipendente che esplori,
senza remore, il contesto e le re-
sponsabilità (non soltanto penali)
dell’omicidio di Daphne? Insom-
ma, chi ha paura della verità?
Sicuramente la verità fa paura
all’uomo che, negli ultimi dodici
mesi, ha più spesso fatto capolino
nel contesto dell’indagine: Yor-
gen Fenech, uno degli eredi dello
storico Tumas Group Casinos, im-
prenditore del gioco dell’azzardo.
Pur non essendo indagato, Fene-
ch ha la sfortuna di trovarsi in tut-
ti gli incroci di questa storia. È pro-
prietario del casinò di Porto Ma-
so, dove uno degli assassini di Da-
phne, Alfred Degiorgio, ufficial-
mente nullatenente, ha nel tem-

po giocato 457mila euro, incassan-
done 441mila. È nell’affare, sub iu-
dice, delle asserite tangenti paga-
te a uomini del governo laburista
per la nuova centrale elettrica
dell’isola. È risultato il “beneficia-
rio ultimo” della società “
Black”, snodo di un network di so-
cietà off shore tra Nuova Zelanda,
Dubai e Panama che avrebbero do-
vuto veicolare tangenti destinate
al capo di Gabinetto del governo
Keith Schembri e all’attuale mini-
stro del Turismo, Konrad Mizzi. È
l’uomo vicino al ministro dell’Eco-
nomia Chris Cardona, che messo
a nudo dalle inchieste di Daphne,
è raccontato da testimoni oculari
in compagnia dei suoi assassini in
almeno due circostanze prece-
denti l’omicidio. È finito al centro
delle attenzioni delle autorità di
controllo svedesi e norvegesi per
aver lucrato sul business del gio-
co on line che consentiva il trasfe-
rimento di fondi dalla penisola
scandinava al cuore del Mediter-
raneo senza che venisse lasciata
traccia dei beneficiari.
Da due anni il governo maltese
ha scommesso sul cinismo
dell’Europa e sulla sua silenziosa
capacità di ricatto politico negli
equilibri precari di Bruxelles. Con-
vinto che l’Europa avrebbe dimen-
ticato Daphne Caruana Galizia.
Che la sua memoria sarebbe stata
lavata via con la stessa velocità
con cui ogni sera, da due anni, ad-
detti alle pulizie della Valletta, ri-
muovono fiori, candele, foto che
la ricordano in Republic Street, di
fronte al palazzo di Giustizia, a po-
chi metri da dove ogni giorno cen-
tinaia di turisti si mettono in fila
per ammirare il capolavoro lascia-
to in eredità a Malta dal Caravag-
gio: la decollazione di San Giovan-
ni Battista.
Una scommessa tanto miope
quanto potenzialmente catastrofi-
ca. Qualche numero: nell’ultimo
trimestre, il settore immobiliare,
volano dell’economia, ha registra-
to un crollo del 31,7 per cento ri-
spetto all’anno scorso. Comincia-
no a lasciare l’isola le multinazio-
nali del gambling e dei servizi di
customer care globali (-17,8 per
cento nell’ultimo trimestre). La
Bank of Valletta, una delle più an-
tiche e importanti dell’isola, per-
derà tra due mesi l’ultima e unica
banca di corrispondenza che le
era rimasta per le operazioni in
dollari, la Ing. E dunque non po-
trà più operare in valuta fuori dal-
lo spazio dell’Unione.
Insomma, due anni dopo
quell’omicidio, lo si può dire con
ragionevole certezza: chi ha ucci-
so Daphne Caruana Galizia non
ne ha spezzato il racconto. Ha sol-
tanto reso più forte la sua voce e
la profezia del suo ultimo post:
«Ci sono corrotti ovunque, la si-
tuazione è disperata».

Daphne Caruana Galizia

il reportage

L’auto in cui è stata uccisa 2 anni fa

Il caso
L’inchiesta
e le manifestazioni

Gli interventi
A La Valletta,
interverranno don Luigi
Ciotti, presidente di
Libera e Gruppo Abele,
il sindaco di Palermo
Leoluca Orlando e l’ex
presidente del
parlamento europeo,
Antonio Tajani

A due anni
dall’assassinio
della reporter
maltese,
intervista
al presidente del
Parlamento Ue,
Sassoli: “Serve
verità. E l’Europa
deve tutelare
i giornalisti”

Sul sito
di Repubblica

kIn piazza
Manifestanti
mostrano
un poster con
l’immagine della
giornalista
Daphne
Caruana Galizia
uccisa da
un’autobomba

Il corteo
Oggi in tutta Malta
manifestazioni per
ricordare l’assassinio
di Daphne Caruana.
A due anni dalla morte
non è stata fatta
ancora verità,
il processo deve
ancora cominciare

TOLGA AKMEN/AFP/GETTY IMAGES

dai nostri inviati Carlo Bonini e Giuliano Foschini

pagina. (^14) Mondo Mercoledì, 16 ottobre 2019

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