L\'Espresso - 20.10.2019

(Steven Felgate) #1
Prodi. Un’astuzia dettata dal marketing, perché in realtà Ren-
zi all’epoca del referendum sulla Costituzione nel 2016 aveva
afrontato un gran numero di confronti, a partire da quelli
con Gustavo Zagrebelsky e con Ciriaco De Mita negli studi di
Enrico Mentana. Ma soprattutto, Renzi e Salvini guidano un
partito di opposizione e un partitino di governo, non sono a
capo di una coalizione e non sono candidati alla presidenza
del Consiglio, come lo erano il Cavaliere e il Professore nel


  1. In quell’aprile si concludeva una campagna elettorale
    verbalmente violenta, segnata dalla rimonta berlusconiana,
    con lo show al meeting di Conindustria a Vicenza e gli insul-
    ti contro gli avversari («Non posso pensare che ci siano così
    tanti coglioni che possano votare contro il loro interesse»),
    che anticipava la drammatica notte del risultato al fotoini-
    sh, con l’Unione vittoriosa per soli 24mila voti. Di quel faccia
    a faccia ricordo nella notte, nel cortile della Rai di via Teula-
    da, l’uscita di due personaggioni che non ci sono più, l’amico
    di Prodi Angelo Rovati che nelle prove del dibattito faceva


DEFINITO FUTURO


Foto: Agf (4), Ansa (4)


non c’è: l’unica novità che i due Mattei, Renzi e Salvini, posso-
no ancora incarnare dopo aver fallito le rispettive grandi oc-
casioni, aver governato il Paese per quasi tre anni con un pro-
getto ambizioso di riforma costituzionale (Matteo uno) e aver
egemonizzato per quattordici mesi il governo fondato sulla
vittoria elettorale del Movimento 5 Stelle (Matteo due). Un
grande avvenire dietro le spalle, per ora. A vederli pensi: se
fossero vincenti non sarebbero qui, a perdere tempo insieme.
Il sistema che non c’è si chiama democrazia del maggiorita-
rio, quello che permette al cittadino di conoscere in anticipo
che ine farà il suo voto, è quello il modello che prevede i fac-
cia a faccia e gli scontri televisivi tra i leader e i candidati
premier. Da questo punto di vista, il primo a manifestare lo
spirito di sincerità che ha animato, si fa per dire, tutto lo
scontro televisivo più seguito degli ultimi mesi è stato il con-
duttore, Bruno Vespa, quando ha detto durante la presenta-
zione che da tredici anni i leader non si confrontavano in tv,
ovvero dall’ultimo duello tra Silvio Berlusconi e Romano

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