L\'Espresso - 20.10.2019

(Steven Felgate) #1

inta di essere Berlusconi, e il portavoce del Cavaliere Pa-
olo Bonaiuti, appena scomparso, sempre gentile con i gior-
nalisti, anche e soprattuto con quelli percepiti come antipa-
tizzanti. E il colpo di teatro inale del Cavaliere: l’abolizione
dell’Ici, la vecchia tassa sulla casa. Era l’Italia del maggiorita-
rio: in mezzo, tra centrosinistra e centrodestra, non c’era nul-
la. Del confronto Renzi-Salvini, invece, resterà ben poco, se
non l’aspirazione, l’ambizione dei due protagonisti: superare
al più presto l’attuale fase politica, il governo Conte due, la
maggioranza giallorossa e tornare a vedersela tra di loro.
I faccia a faccia sono in Italia un atto politico, non un evento
comunicativo. Lo fu il primo, nel 1994, tra Silvio Berlusconi e
Achille Occhetto negli studi di Canale 5, seguito ino a mez-
zanotte passata da 9 milioni e seicentomila spettatori, il 61,3
per cento dell’audience. Gli sceneggiatori della iction di Sky
hanno immaginato che una tazza di cafè versata ad arte per
ordine di Leonardo Notte-Stefano Accorsi, il machiavellico
uomo ombra di Berlusconi, sopra il vestito blu di Occhetto,
abbia cambiato il corso della storia. Il segretario del Pds fu
costretto a cambiarsi con un orrendo vestito marrone che ne
condizionò l’impatto mediatico. Ma più che la nuova legge
elettorale, il Mattarellum, dal nome del presidente della Re-
pubblica che ne fu relatore, più che il diicile disporsi delle
coalizioni nei collegi uninominali, i progressisti, il centro,


Forza Italia alleata con la Lega al Nord e con Alleanza nazio-
nale al Sud, fu quel confronto televisivo a segnare la nascita
del bipolarismo all’italiana. Due leader, due poli, di destra e
di sinistra, o di qua o di là. Gli esponenti del centro, Mino
Martinazzoli e Mario Segni, protestarono per l’esclusione,
invano. E pesò sul lop elettorale della gioiosa macchina da
guerra la mancata risposta di Occhetto su chi fosse il candi-
dato premier dei Progressisti: «Io ora non mi candido, riten-
go più opportuno valutare nel tavolo progressista una volta
che gli elettori avranno scelto chiaramente la maggioranza».
Ovvero: la scelta lasciata alla segreterie di partito, mentre
Berlusconi parlava già da premier, con buona pace della Co-
stituzione.
Un faccia a faccia televisivo deinisce un campo da gioco, un
perimetro, le squadre in campo con le loro magliette, le tifo-
serie, le curve avversarie, così come le piazze. Le riunioni del
ine settimana in corso servono allo stesso obiettivo. Renzi
torna alla stazione Leopolda di Firenze da cui partì nel 2010
il movimento della rottamazione. In dieci edizioni sono
cambiati i comprimari e gli ospiti: Pippo Civati, Giorgio Gori,
Graziano Delrio, Paolo Gentiloni, ma anche Dario France-
schini si fece vedere nel 2013 a raso di un muro, e Marco Min-
niti che appena un anno fa, di questi tempi, era designato a
essere il candidato renziano per la segreteria del Pd e durò lo

IL SISTEMA È ANCORA SOSPESO TRA LA RETORICA


DEL CAMBIAMENTO E LA REALTÀ. MENTRE IL GOVERNO


NON TROVA UN BLOCCO SOCIALE DI RIFERIMENTO


Manifestazione leghista
a Roma. A sinistra: il
pubblico alla chiusura
dell’ultima Leopolda

Politica / Una vaga idea di Paese

Free download pdf