L\'Espresso - 20.10.2019

(Steven Felgate) #1
le più popolari agenzie immobiliari
di San Francisco, che ha recente-
mente reso nota una ricerca sul co-
sto di un appartamento: a San Fran-
cisco per aittare un bilocale la ri-
chiesta media è di 3. 579 dollari al
mese. «Questa è l’altra faccia del bo-
om economico della California e in
particolare della Bay Area», spiega
Joe D’Alessandro, Ceo del San Fran-
cisco Convention & Visitors Bureau.
«L’esplosione economica da un lato
porta con sé molti aspetti positivi,
dall’altro crea gravi disuguaglianze.
A San Francisco la classe ricca sta di-
ventando sempre più ricca e quella
povera sempre più povera».
È così, i dati non mentono: la sha-
ring economy invece di portare una
ricchezza difusa e un benessere
condiviso, ha creato una maggiore
forbice sociale. A San Francisco una
famiglia di 4 persone che guadagna
118 mila dollari l’anno è considerata
a basso reddito, cosi come un single
che ne guadagna 82 mila. E Levels.
fyi, un portale che analizza gli sti-
pendi nelle varie compagnie tecno-
logiche, ne spiega il motivo: il salario
base di un ingegnere di software a
Google, ad esempio, è di 191 mila
dollari l’anno; e uno sviluppatore
web assunto da due anni a Facebook,
con alle spalle una decina d’anni di
esperienza, può guadagnare ino a
500 mila dollari l’anno. Di qui la cor-
sa verso l’alto dei prezzi delle case e
l’emarginazione dei tanti che a que-
gli stipendi non arrivano. E la situa-
zione non sembra destinata a miglio-
rare sul breve: è stato calcolato che
se anche da oggi nessuna persona i-
nisse più per la strada, a San Franci-
sco non si riuscirebbe a risolvere il
problema dei senzatetto ino al 2040,
date le limitate possibilità attuali di
trovare un alloggio a lungo termine
per gli “invisibili”.
«Dobbiamo ricominciare ad avere i
fondi sociali che avevamo prima del


  1. Il paese può permetterselo, se
    non spende tutti i soldi per sovven-
    zionare le forze militari», dice Frie-
    denbach, della Coalition on Homeles-
    Foto: Redux / Contrasto sness. Già: negli anni ‘80 l’ammini-


Storie

M

i hanno portato via il
mio album di disegni,
il diario e un libro che
mi aveva regalato un
amico», urla furioso Ashley, 35 anni,
senzatetto che ha fatto di Division
Street, a San Francisco, la sua casa
permanente. «Sono settimane che la
polizia ci prende le nostre proprietà
senza motivo. È un assalto al nostro
diritto di esistere», accusa. La Di-
vision Street, così come molte altre
zone a San Francisco, è diventata da
tempo un’area di campeggio infor-
male per i senzatetto. Tende, sacchi
a pelo e carrelli della spesa con den-
tro abiti, cuscini, libri e immagini di
familiari sono lo scenario quotidia-
no del suo marciapiedi. «Ma è tutto
ciò che ci rimane, abbiamo già perso
la casa, non possono portaci via an-
che questo», dice Kevin, 50 anni. È da
circa un anno che lui e Ashley vivono
per strada, in attesa che si liberi un
posto nelle case temporanee, i cosid-
detti Navigation Centers.
Secondo il Bay Area Homelessness
Report, un’analisi efettuata dal Bay
Area Council Economic Institute, già
nel 2017 si contavano 28.200 senza
tetto in tutta la Bay Area e il 70 per
cento di questi viveva fra San Franci-
sco, Santa Clara e contea di Alame-
da. Due terzi di loro dormiva per
strada, nelle macchine o negli ac-
campamenti abusivi. Ma sono già ci-
fre superate: nel 2019, secondo uno
studio efettuato dal Comune, solo
nella città di San Francisco dal 2017
c’è stato un aumento di barboni del
17 per cento, escludendo quelli che
stanno in carcere o negli ospedali.
Secondo lo stesso report, tra i princi-
pali motivi di questo aumento c’è
l’impossibilita da parte delle perso-
ne di pagare un aitto (63 per cento)
e la perdita del lavoro (37).
«Il problema principale a San
Francisco è l’enorme disparità fra i
salari e i costi degli aitti», dice Jen-
nifer Friedenbach, direttore della
Coalition on Homelessness. «Sul
mercato non esiste un’oferta di case
a prezzi accessibili». Una denuncia
confermata da Ray Realtors, una del-

strazione di Ronald Regan ridusse
drasticamente i fondi destinati ai ser-
vizi sociali e secondo la National Coa-
lition for the Homeless dal 1981 a oggi
il taglio è stato pari all’80 per cento.
La questione ora è entrata anche nel-
lo scontro politico in vista delle pri-
marie: ad esempio la senatrice Kama-
la Harris, in corsa per la candidatura
democratica, ha proposto un piano di
azione (“he Ending Homelessness
Act” ) che prevede un investimento
federale di 13 miliardi di dollari per la
costruzione di nuove case pubbliche.

N

el frattempo l’amministra-
zione di San Francisco fa
quello che può e la giovane
sindaca London Breed - de-
mocratica, prima nera alla guida del-
la città, cresciuta nelle case popolari
di Plaza East - ha approvato un fondo
di 12,26 miliardi di dollari da inve-
stire in problemi sociali, fra cui quel-
lo degli homeless. «Sarà inanziato
grazie a Proposition C, una tassa sui
ricchissimi giganti della tecnologia
decisa proprio per sovvenzionare le
attività per gli homeless», spiega En-
rico Moretti, economista italiano e
professore dell’University of Califor-
nia, a Berkeley. «L’imposta varia dallo
0,175 all’1.5 per cento, a seconda delle
dimensioni della compagnia». Ma al-
cune aziende tech hanno già inten-
tato una causa in tribunale contro la
Proposition C e l’idea di aumentare i
programmi sociali per i senzatetto è
osteggiata anche da altri: non man-
ca chi li considera infatti un “pull
factor”, un fattore di attrazione che
potrebbe portare a San Francisco an-
che senzatetto da altre città, cosa che
secondo alcuni sta già avvenendo.
Le proteste rigardano anche gli otto
Navigation Centers già esistenti nella
metropoli, che ofrono un letto, cibo e
assistenza sanitaria o mentale per un
breve periodo di tempo: i residenti dei
quartieri dove queste strutture sono
state costruite si stanno ribellando
perché «portano più sporcizia» (i sen-
zatetto spesso usano la strada come
un bagno pubblico) e piccola crimi-
nalità.Recentemente il governato-
Free download pdf