Il Sole 24 Ore Sabato 19 Ottobre 2019 21
Mondo
Macron costringe
la Ue a chiudere
le porte ai Balcani
ALLARGAMENTO
La Francia contraria
ai negoziati con Albania
e Macedonia del Nord
Beda Romano
Dal nostro corrispondente
BRUXELLES
È stato un dibattito lungo, acceso, e
per ora infruttuoso. Riuniti qui a
Bruxelles per un vertice di due gior-
ni, i Ventotto non sono riusciti dopo
sei ore di discussioni a trovare nella
notte tra giovedì e venerdì un accor-
do sul futuro dell’allargamento del-
l’Unione. In lizza per l’apertura di
un negoziato di adesione sono l’Al-
bania e la Macedonia del Nord. Nul-
la da fare per l’opposizione di alcuni
paesi, in primis la Francia. La posi-
zione francese è articolata, almeno
in parte legata a prossime elezioni.
«Sono molto deluso», ha detto il
presidente della Commissione eu-
ropea Jean-Claude Juncker. «Si
tratta di un pesante errore storico».
Dopo aver spiegato che la discus-
sione verrà ripresa entro un vertice
previsto nel maggio a Zaga-
bria, il presidente del Consiglio eu-
ropeo Donald Tusk ha aggiunto che
«personalmente» ritiene l’esito del-
la discussione «un errore». «Delu-
sa» della scelta, la cancelliera tede-
sca Angela Merkel ha ricordato che
l’Unione deve essere «affidabile e
prevedibile».
Le discussioni sono state «molto
tese», ha ammesso un diplomatico.
Da ormai un anno e mezzo, i Ven-
totto stanno discutendo se consen-
tire ai due paesi dei Balcani di ini-
ziare trattative per aderire all’Unio-
ne. In giugno avevano promesso
che in ottobre avrebbero dato il via
libera. Sei ore di discussioni sono
state inconcludenti (la scelta avvie-
ne all’unanimità).
La Francia ritiene che il processo
di allargamento vada rivisto, «trop-
po burocratico». Insieme ad altri
paesi, considera che l’adesione al-
l’Unione non dovrebbe essere l’uni-
ca opzione possibile e che altri tipi
di rapporti di vicinanza dovrebbero
essere possibili. Peraltro, il più re-
cente rapporto preparato della
Commissione europea suggerisce il
via libera al negoziato, ma notando
che i due paesi devono ancora com-
pletare una serie di riforme.
L’atteggiamento di Bruxelles è
comprensibile. C’è il desiderio di
dare un futuro a questi paesi pur di
stabilizzare la situazione politica
della regione ed evitare nuove pe-
ricolose derive. È la visione anche
dell’Italia, che ai Balcani è vicina
geograficamente, economicamen-
te e culturalmente. Al tempo stes-
so, nel mettere l’accento sul ritar-
do dei due paesi, la Commissione
contribuisce ai dubbi di Francia,
Olanda e Danimarca.
«Prima di allargarci, riformia-
moci», ha esortato ieri il presidente
Emmanuel Macron. Parigi ritiene
che l’allargamento dell’Unione
complichi il processo di approfon-
dimento dell’Unione. Certo, le due
tendenze possono correre parallele,
ma non è semplice, e rischiano di
inquinarsi a vicenda, tanto più
mentre l’Unione è ancora alle prese
con Brexit. Al tempo stesso, si po-
trebbe sostenere che aprire le porte
all’Albania e alla Macedonia del
Nord sarebbe un modo per contro-
bilanciare l’uscita del Regno Unito.
Più in generale, nelle file del-
l’establishment francese il pro-
cesso di allargamento è ritenuto
sinonimo di immigrazione clan-
destina e cavalcato elettoralmen-
te dalla destra nazionalista. Os-
servatori giustificano quindi la
posizione del presidente Macron,
guardando al voto locale previsto
in Francia in marzo. Secondo Eu-
rostat, nel gli albanesi sono
stati il secondo gruppo nazionale
a chiedere asilo in Francia, dopo
gli afghani.
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Dazi Usa in vigore
La Ue preannuncia
le contromisure
GUERRA COMMERCIALE
Tariffe dal al %
La Commissione valuta
possibili compensazioni
Dal nostro corrispondente
BRUXELLES
Nel giorno in cui sono entrate in
vigore le nuove controverse san-
zioni doganali americane contro
l’Unione europea, in rappresaglia
contro i sussidi comunitari ad Air-
bus, la Commissione europea ha
preannunciato ieri ritorsioni da
parte europea. Il clima tra Washin-
gton e Bruxelles rimane teso in un
contesto di politica internazionale
difficile. L’esecutivo comunitario
ha aperto la porta a possibili misu-
re compensative a livello europeo.
«Ci dispiace che gli Stati Uniti
abbiano deciso di imporre nuove
tariffe – ha spiegato Cecilia Mal-
mström, la commissaria al com-
mercio –. Questa decisione non ci
lascia altra alternativa che ri-
spondere a tempo debito con no-
stri dazi sul fronte Boeing, un ca-
so nel quale gli Stati Uniti sono
stati trovati in violazione delle re-
gole dell’Organizzazione mon-
diale del Commercio». La signora
Malmström ha fatto notare che
sanzioni reciproche rischiano di
penalizzare la catena di valore nel
settore aeronautico.
Sia gli Stati Uniti che l’Unione
europea violano le regole interna-
zionali, sussidiando il rispettivo
settore aeronautico. La commis-
saria ha invitato ancora una volta
Washington a sedersi al tavolo
delle tratttative per evitare una
corsa alle sanzioni doganali. Lo
stesso esecutivo comunitario ha
confermato che intende monito-
rare l’impatto delle scelte ameri-
cane sull’economia europea e si
dice «impegnata a difendere le
società, gli agricoltori e i consu-
matori europei».
Quest’ultima presa di posizio-
ne è interessante. Parlando sem-
pre a Bruxelles a margine di un
vertice europeo di due giorni, il
presidente del Consiglio italiano
Giuseppe Conte ha parlato di que-
sto argomento. «Solo per il % i
dazi americani riguardano l’Italia
- ha spiegato durante una confe-
renza stampa –, ma ci fa male lo
stesso». Ha poi aggiunto: «Stiamo
già lavorando per misure com-
pensative all’interno dell’Unione
per limitare i danni».
Nella notte tra giovedì e venerdì
sono entrate in vigore le sanzioni
doganali americane su prodotti eu-
ropei pari a un valore di , miliardi
di euro, appena quattro giorni do-
po avere ricevuto il via libera defi-
nitivo dell’Organizzazione mon-
diale del Commercio. La partita ae-
ronautica dura da anni. Nel con-
tempo, è anche possibile che
l’amministrazione americana im-
ponga nuove tariffe anche sul set-
tore automonbilistico. Una deci-
sione è attesa in novembre.
La questione sta preoccupando
non poco l’establishment tedesco,
tanto più che giunge mentre conti-
nuano le tensioni tra Cina e Stati
Uniti. Tra le altre cose, il pacchetto
di misure introdotte ieri da
Washington prevedono dazi del
% sugli aerei Airbus e del % sui
vini europei. Gli Stati Uniti hanno
imposto sanzioni doganali anche
sull’acciaio e sull’alluminio. Molti
osservatori imputano queste scel-
te protezionistiche alla campagna
elettorale delle prossime presi-
denziali del .
—B. R.
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SPAGNA
Puigdemont
si consegna al Belgio
L’ex presidente della
Catalogna Carles Puigdemont
(nella foto) si è consegnato alle
autorità del Belgio dove si
trova da quasi due anni dopo
l’emissione di un secondo
mandato di arresto da parte
della giustizia spagnola che ha
seguito la sua condanna in
primo grado. Il leader catalano
ha passato una notte presso la
stazione della polizia federale
belga che lo ha rilasciato con
l’obbligo di restare a
disposizione della giustizia.
Inizia ora la nuova battaglia
per l’estradizione che
Puigdemont ha detto di non
voler accettare. A Barcellona
ieri una nuova protesta contro
la sentenza ha visto la
partecipazione di decine di
migliaia di persone. Per timore
di violenze la federazione
calcio ha rimandato la partita
Barcellona - Real Madrid che
avrebbe dovuto giocarsi
sabato ottobre.
LIBANO
Sale la protesta
contro il Governo
Il primo ministro Saad Al-
Hariri ha detto ieri parlando al
Paese in tv che il Libano sta
attraversando un periodo
difficile «senza precedenti». A
Beirut (nella foto le proteste di
ieri) sono in corso da giorni
manifestazioni di massa
contro l’esecutivo che viene
accusato di corruzione in una
fase di profonda crisi
economica. Le proteste hanno
preso il via quando il governo
ha proposto tasse sulle
chiamate vocali via internet e
le applicazioni per messaggi
come Whatsapp. A gran voce i
manifestanti chiedono le
dimissioni del governo
guidato da Hariri e di cui fanno
parte membri del movimento
sciita filo-iraniano Hezbollah.
MESSICO
Violenze per l’arresto
del figlio di Chapo
Il presidente del Messico,
Andres Manuel Lopez Obrador,
ha difeso l’operato delle forze
di sicurezza che ieri hanno
rilasciato il figlio ventenne di
Joaquin “El Chapo” Guzman (il
leader dei narcotrafficanti in
carcere negli Usa) per evitare
spargimenti di sangue tra la
popolazione. A Culiacan,
nello Stato di Sinaloa,
le forze di sicurezza e i narcos si
sono affrontati in una violenta
battaglia (nella foto un bus
dato alle fiamme) quando la
polizia ha cercato di arrestare
Ovidio Guzman. Il bilancio è
stato di otto morti: un civile, un
membro della Guardia
Nazionale, un prigioniero e
cinque aggressori. Guzman è
stato infine rilasciato.
IN BREVE
La crescita cinese rallenta
ai minimi degli ultimi 30 anni
PIL +6% NEL 1° TRIMESTRE
Comincia a pesare
la guerra commerciale
con gli Stati Uniti
Non accadeva dal , l’anno in cui
il Paese cominciò a pubblicare i dati
su base trimestrale: l'economia ci-
nese nel terzo trimestre ha ral-
lentato il suo tasso di crescita al %.
Una performance leggermente in-
feriore alle attese - tra gli effetti del
contenzioso commerciale sino-
americano e il raffreddamento di
investimenti, attività manifatturie-
re e consumi- che rappresenta una
ulteriore indicazione di frenata
dell'economia globale. Viene così
«testato» il livello più basso della fa-
scia tra il e il ,% indicata come
target ufficiale annuale dal governo
cinese (l’anno scorso il Pil era cre-
sciuto del ,%).
L'Ufficio Centrale di Statistica di
Pechino ha comunque sottolineato
che, in termini complessivi, l'econo-
mia è riuscita a mantenersi su binari
di sostanziale stabilità, pur aggiun-
gendo che «occorre essere consape-
voli di come l'economia sia sotto
crescenti pressioni, alla luce delle
complicate e severe condizioni eco-
nomiche sia interne sia internazio-
nali, del rallentamento dell'econo-
mia globale e delle crescenti insta-
bilità e incertezze esterne». In effetti
il Fondo Monetario Internazionale
questa settimana ha nuovamente
ridotto al ribasso le sue stime sulla
crescita mondiale di quest'anno al
% - i minimi dalla crisi finanziaria
del - rispetto al ,% dell'anno
scorso, citando proprio gli effetti
negativi della guerra commerciale
in corso tra Washington e Pechino,
solo parzialmente alleviata dal re-
cente accordo molto limitato rag-
giunto tra le due parti per evitare
una ulteriore escalation di dazi e
controdazi. L'Fmi ha ridimensiona-
to le sue proiezioni sul Pil cinese dal
, al ,% per il . Nei nove mesi
da gennaio a fine settembre, il Pil
risulta in aumento del ,% a un to-
tale di . miliardi di yuan (circa
. miliardi di dollari) rispetto ai
primi tre trimestri del .
Nel secondo trimestre , la
crescita del Pil cinese si era attestata
al ,%. Nel successivo ulteriore ral-
lentamento spicca il cedimento del-
le importazioni (-,%), più spiccato
rispetto alla debole performance
delle esportazioni (-,%). Dal pri-
mo settembre gli Usa hanno iniziato
a imporre dazi addizionali del %
su merci cinesi per un ammontare
di miliardi di dollari, in aggiunta
alle tariffe del % su beni di impor-
tazione per miliardi di dollari
introdotte in precedenza.
Sul fronte interno, si segnala una
relativa debolezza dei consumi tra
aumentate pressioni inflazionisti-
che (l'indice dei prezzi al consumo
è salito al % a settembre, il massi-
mo dal novembre , anche per
via della peste suina). Il governo ci-
nese ha varato alcune limitate mi-
sure di stimolo all'economia sul
fronte fiscale e finanziario: c’è chi
ipotizza che tra alcuni giorni possa
essere deciso qualche ulteriore
provvedimento. A simbolo di una
congiuntura delicata, si possono
prendere due dati: l’export verso gli
Usa a settembre è sceso di quasi il
%, mentre nei primi nove mesi le
vendite di auto sono diminuite del-
l’, per cento.
—S.Car.
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Gli analisti ipotizzano
un prossimo pacchetto
di spinta della domanda
‘92‘93‘94‘95‘96‘97‘98‘99‘00‘01‘02‘03‘04‘05‘06‘07‘08‘09‘10‘11‘12‘13‘14‘15‘16‘17‘18‘19
Variazione trimestrale del Pil su base annua
A settembre
1
6
8
10
12
14
16
2
4
5
2
2001
La Cina aderisce
all’Organizzazione
mondiale del
commercio (Wto)
3
2008
Scoppia la grande
crisi globale
economico-nan-
ziaria. La Cina
vara un pacchetto
di sostegno da
oltre 500 miliardi
4
2015
Crisi del renminbi,
la Cina costretta
alla svalutazione
5
2019
Crisi politico-
istituzionale
a Hong Kong,
continue proteste
di piazza contro
il governo della
regione
amministrativa
speciale
3
1
1992
Il leader Deng
Xiaoping
abbandona
denitivamente la
scena politica
La grande frenata
DOPO CINQUE MESI
Proteste, Hong Kong va in recessione
La protesta continua. Due manifestanti per le strade di Hong Kong indossano le maschere del movimento Anonymous
AP
Forte riduzione dell’attività
economica e capitali
in uscita verso Singapore
Stefano Carrer
La parola «recessione tecnica» è stata
pronunciata dalla stessa Chief Execu-
tive di Hong Kong, Carrie Lam: l’anti-
cipazione - rispetto ai dati ufficiali che
saranno comunicati il ottobre- è ar-
rivata mercoledì nell’ormai famoso
video inviato dalla sua residenza al
Consiglio Legislativo, in seguito al-
l’interruzione senza precedenti del
suo discorso “live” al parlamento pro-
vocata dalle rumorose proteste dei
membri dell’opposizione.
Quattro mesi di tensioni politiche
e manifestazioni di piazza hanno la-
sciato il segno, specialmente nei set-
tori del turismo (-% i visitatori ad
agosto) e del retail (con vendite in calo
di quasi un quarto). Lam ha anche ac-
cennato al «grave danno» per l’imma-
gine internazionale della città e alla
minore attrattività per gli investitori
esteri. Logico che la governatrice - a
differenza di ciascuno degli ultimi tre
anni - non interverrà il primo novem-
bre a un evento allegro e mondano co-
me il Gala della locale Camera di Com-
mercio Italiana (ICC), tradizionale ap-
puntamento di «Italian extravagan-
za» per oltre persone (si farà
rappresentare dal Segretario al Com-
mercio Edward Yau Tang-wah).
Il pesante declino dell’economia
delle Regione Amministrativa Speciale
ha trovato un riscontro nelle ultime sti-
me ribassate del Fondo Monetario In-
ternazionale, secondo cui solo il buon
primo trimestre consentirà al Pil di
chiudere l’anno con un modesto +,%
(la precedente stima era del +,%).
Non si tratta solo delle proteste: è chia-
ro che Hong Kong soffre le conseguen-
ze delle tensioni commerciali interna-
zionali e del rallentamento della cresci-
ta cinese. Ieri la Borsa ha invertito l’ini-
ziale tendenza positiva dopo i dati sul
Pil cinese e l’Hang Seng ha chiuso in ri-
basso dello ,%. L’Msci Hong Kong In-
dex risulta in calo di oltre il % da metà
luglio, a fronte di una sostanziale stabi-
lità complessiva dei mercati azionari
internazionali nel periodo.
Sempre ieri Cathay Pacific Airways
ha tagliato l’outlook sulla redditività,
comunicando che gli utili del secondo
semestre saranno inferiori a quelli del
primo, dopo il secondo calo mensile
consecutivo dei passeggeri (-,% a
settembre) e indicazioni di un «signi-
ficativo» declino delle prenotazioni
per il resto dell’anno. La compagnia di
Hong Hong ha anche rinunciato ai
piani per la sua prima emissione di
debito in dollari da anni, a fronte
dello scarso interesse preliminare de-
gli investitori internazionali. Con la
nuova stagione in corso degli utili
aziendali, emerge un numero cre-
scente di società internazionali che
attribuiscono al calo del turismo a
Hong Kong un ridimensionamento
dei loro profitti: da catene alberghiere
come Holiday Inn e Accor a vari mar-
chi del lusso e persino quelli delle be-
vande come Remy Cointreau.
Un recente report di Goldman Sa-
chs ha segnalato trasferimenti di de-
positi bancari verso Singapore, men-
tre - secondo i dati compilati da Eu-
rekahedge - il settore degli hedge fun-
ds di Hong Kong ha accusato il
peggior deflusso di risorse dai tempi
della recessione globale, con riscatti
netti per circa un miliardo di dollari
nel terzo trimestre.
Eppure il nuovo “Global Competi-
tiveness Report ” pubblicato que-
sto mese dal World Economic Forum
ha assegnato a Hong Kong il terzo po-
sto al mondo come luogo più favore-
vole per fare business, con una pro-
gressione di quattro posizioni rispetto
all’anno scorso attribuita al migliora-
mento del sistema finanziario. Al pri-
mo posto, Singapore ha superato gli
Usa: tra l’altro varie aziende interna-
zionali stanno considerando di spo-
stare il loro quartier generale asiatico
da Hong Kong alla città-stato. Secon-
do un sondaggio della Icc, il % delle
risposte di aziende italiane evidenzia
che si sta pensando di aprire uffici pa-
ralleli altrove, mentre il % segnala
un singificativo impatto negativo sul
business negli ultimi mesi (specie nei
settori retail, turismo, ristorazione e
logistica). A un’assemblea straordina-
ria della Icc il novembre è attesa una
delegazione governativa che spieghe-
rà le misure per il rilancio dell’econo-
mia, in particolare a sostegno delle
piccole e medie imprese (cosa che ha
ottenuto il supporto di banche). Lam
ha inoltre promesso un «piano casa»,
con misure per render più agevole
l’acquisto e l’accesso a abitazioni,
esprimendo fiducia in una prossima
ripresa. Peraltro l’Fmi ipotizza un Pil
a un +,% nel . Sempre che la si-
tuazione nonpegiori. L’impeto delle
proteste non sembra venire meno: ie-
ri sera una grande catena umana, do-
mani una nuova marcia per la demo-
crazia pur vietata dalle autorità..
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