Il Sole 24 Ore - 25.10.2019

(Axel Boer) #1

Il Sole 24 Ore Venerdì 25 Ottobre 2019 21


Mondo


Rosneft dice addio al dollaro:


«Tutte le transazioni in euro»


FORUM EURASIATICO


L’annuncio a Verona


di Igor Sechin, presidente


del colosso petrolifero


Scambi in crescita tra Italia


e Russia, ma ancora lontani


dai livelli pre sanzioni


Stefano Carrer


Dal nostro inviato


VERONA


Ancora più del solito Igor Sechin è


stato il mattatore del Forum Eurasia-


tico di Verona: il numero uno di Ro-


sneft ha colto l’occasione per annun-


ciare ufficialmente che il colosso pe-


trolifero russo è passato completa-


mente dal dollaro all’euro nella


denominazione dei suoi contratti per


l’export di greggio e derivati.


Lo ha fatto nel contesto di una du-


ra requisitoria contro le politiche de-


gli Stati Uniti, che stanno inducendo


Mosca a ridurre il più possibile la di-


pendenza dalla valuta americana,


anche sul fronte delle sue riserve. Se-


chin ha sottolineato la necessità di


proteggere la società e i suoi azionisti


anche stranieri (da Bp al fondo sovra-


no del Qatar) dalle conseguenze della


biasimata portata extraterritoriale


delle sanzioni americane. Già sotto


alcune penalizzazioni, Rossneft ne


rischia di nuove per i suoi rapporti


con Paesi nella lista nera americana


come il Venezuela.


«Il potenziale per operare con


l’euro è molto alto», ha aggiunto,


mentre il presidente del gruppo ban-


cario Tvb, Andrey Kostin, intervista-


to ieri dal Sole  Ore, ha rafforzato il


messaggio sostenendo che il sistema


bancario russo è pronto per una vasta


de-dollarizzazione che andrà tra l’al-


tro a beneficio dell’Europa. Anche lo


yuan cinese, ha aggiunto Sechin, po-


trà ampliare il suo ruolo internazio-


nale, compreso il settore petrolifero:


purtroppo l’euro, si è rammaricato il


capo di Rosfnet, soffre per la politica


della Fed, che mantenendo tassi più


alti attira capitali cercando di “dolla-


rizzare” il mondo.


Dal Forum è poi emerso che le re-


lazioni economiche dell’Italia con la


Russia e con l’intera Unione Econo-


mica Eurasiatica (Eaeu) danno qual-


che segnale incoraggiante di risve-
glio, ma restano lontani i record del

periodo precedente all’introduzione


delle sanzioni contro Mosca. L’edi-
zione dell’anno scorso era stata aper-

ta da Matteo Salvini con un appello


all’abolizione delle sanzioni, che
danneggiano le imprese italiane più

di quelle di altri Paesi europei: sem-
brava una promessa di veto, ma qual-

che settimana dopo l’Italia non fece


obiezioni al rinnovo delle penalizza-
zioni Ue fino all’ottobre .

Il successivo susseguirsi di “Rus-


siagate” (nostrani, internazionali e
persino incrociati) e la loro rilevanza

mediatica hanno messo in difficoltà


gli ambienti filorussi, proprio mentre
l’uso politico delle sanzioni econo-

miche promosso dagli Usa sembra


diventato una nuova normalità. «In-
coraggiamo gli imprenditori a non

fermarsi e ad avere fiducia, anche se


una normalizzazione purtroppo po-
trà richiedere ancora alcuni anni»,

afferma Antonio Fallico (Presidente


di Banca Intesa Russia e animatore
del Forum) , che cita alcuni segnali

positivi: la riammissione nello scorso


giugno della Russia nel Consiglio
d’Europa; le aperture di Trump, Ma-

cron e Conte al ritorno del G al posto


del G; i contatti a livello tecnico tra
Ue e Eaeu (che comprende, oltre alla

Russia, Bielorussia, Kazakhstan, Kir-


ghizistan, Armenia). E, perché no, il
ritorno al Forum di Verona di una de-

legazione dall’Ucraina.


Il rapporto “Commercio e Geo-
politica della Eaeu” curato da Intesa

Sanpaolo evidenzia che gli scambi
commerciali tra Italia e Eaeu sono

risaliti a , miliardi di euro nel


, in recupero del ,% nel bi-
ennio rispetto al minimo storico di

poco più di  miliardi nel  (ma


in contrazione del % rispetto al
picco del ).

Nella prima metà di quest’anno,


l’export italiano verso l’Eau è aumen-
tato del ,% e l’import del  per cen-

to. Nei confronti della sola Russia, il


semestre vede finalmente una sia pur
debole ripresa dell’export (+,%)

dopo anni di calo, con un +,% per le


importazioni: «In questo momento
è la politica che frena l’economia», ha

detto ieri al Forum Romano Prodi.


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ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO


E Belgrado sceglie l’Unione Eurasiatica


Dal nostro inviato


VERONA

Oggi la Serbia firma un accordo


di libero scambio con l’Unione


Economica Eurasiatica (Eaeu),
iniziativa che ha suscitato

irritazioni negli ambienti
dell’Unione Europea più

propensi a vedere con sospetto il


crescente attivismo di potenze
terze nei Balcani occidentali

(Russia, ma anche Cina e


Turchia), specie se si tratta di
Paesi già dentro un percorso di

adesione alla Ue. È uno sviluppo


che si inquadra nel sempre più
spiccato orientamento dell’Eaeu

verso la stipulazione di patti


commerciali: dopo
l’intensificazione delle relazioni

con la Cina, già nel  era stato


raggiunto un accordo con il
Vietnam, mentre all’inizio di

ottobre è stato firmato un Free


Trade Agreement con Singapore


e tra due giorni entrerà in vigore
l’intesa con un Iran interessato a

trovare sponde contro le


sanzioni Usa.
L’Eaeu, insomma, lega la sua

strategia di integrazione


economica di una parte dello
spazio ex sovietico a una sua

decisa proiezione internazionale,


che vari osservatori inquadrano
nel contesto della crescente

influenza politica di Mosca su


vari scacchieri, a partire dal
Medio Oriente. Al Forum di

Verona si è fatto notare che


sarebbe assurdo biasimare
Belgrado, che non si propone di

aderire alla Eaeu ma firma un


patto che - ne è ben consapevole -
dovrà decadere quando il Paese

entrerà nella Ue; del resto il


recente stop ai negoziati di
adesione di Macedonia del Nord

e Albania - assieme alle


perduranti difficoltà della


questione Kosovo - allontanano
l’allargamento della Ue con

l’inclusione di Belgrado. Inoltre


la Serbia ha già Fta con Russia,
Bielorussia e Kazakhstan:

leggere nel patto con l’Eaeu una


preoccupante vittoria strategica
di Mosca sarebbe una ulteriore

dimostrazione di quella che


l’animatore del Forum, Antonio
Fallico, ha definito come «la

bufala di una universale ubiquità


del fantasma russo». Piuttosto, al
Forum è stata evidenziata la

«complementarietà» delle


iniziative in direzione delle
promozione di maggiori

investimenti, infrastrutture e


scambi nell’intera area
Eurasiatica, compresa la

strategia Ue verso l’Asia e la Belt
& Road.

—S.Car.


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Dal  dicembre i dazi medi


imposti dagli Usa all’import
dalla Cina saranno quasi  volte

più alti di quelli in vigore nel


gennaio , quando Trump
lanciò l’offensiva commerciale

Commercio


La guerra dei dazi


moltiplica per


otto le tariffe Usa


contro la Cina


Il premier britannico è


disposto a concedere più
tempo al parlamento per

esaminare il testo di legge


dell’accordo, ma in cambio
vuole elezioni il  dicembre

Londra


Brexit, Boris


Johnson vuole


le elezioni


il 12 dicembre


+Brexit: le prossime mosse


ilsole24ore.com


Irriducibile.
Il premier britannico
Boris Johnson

Dati in milioni di euro


TOTALE MERCI


Periodo gennaio/giugno.
Valori in milioni di euro

CONFRONTO 2019 vs 2018


24.000

20.000

16.000

12.000

8.000

4.000

2010 ’ 11 ’ 12 ’13’14 ’15’17’16’18


Esportazioni


Esportazioni


Importazioni


Importazioni


Fonte: Ice Fonte: Ice

7.596


13.830


2018201920182019


3.597


7.337


3.582


6.954


9.503


17.276


L’interscambio Italia-Russia Dal nostro corrispondente


BRUXELLES

Un esercito europeo è per molti una speranza, per


alcuni un’illusione, per altri una calamità. Certo,
l’Unione europea è ancora lontana dal raggiungere

questo obiettivo. Eppure i primi funzionari europei


in uniforme sono ormai dietro l’angolo. Frontex,
l’agenzia comunitaria incaricata di coordinare tra

i Paesi membri il controllo delle frontiere, ha appe-


na lanciato una campagna di reclutamento di 
doganieri comunitari. Chi è interessato può presen-

tare domanda entro il  dicembre.


«Oggi è un giorno particolare per Frontex – ha
spiegato ieri Fabrice Leggeri, il direttore dell’agen-

zia con sede a Varsavia –. Per la prima volta, Frontex


avrà i propri funzionari in uniforme, al servizio del-
l’Europa. Potremo aiutare i Paesi membri alla fron-

tiera in vari modi con i nostri funzionari


e il nostro equipaggiamento».
I  nuovi doganieri saranno chiama-

ti a collaborare con gli Stati membri e in


alcuni casi potranno essere dispiegati nei
Paesi extra-europei che hanno firmato

particolari accordi con Bruxelles.


Sul proprio sito (frontex.euro-
pa.eu) Frontex offre numerose informa-

zioni a chi è interessato a una carriera


dedicata alla protezione delle frontiere
dell’Unione europea. Il contratto avrà una

durata di cinque anni, con un periodo di
prova di nove mesi e uno di formazione

di sei mesi.


Tre le posizioni offerte da Frontex: livello base,
intermedio e avanzato. Per il primo livello, l’età

massima è di  anni. Le persone potranno essere


dispiegate ovunque a seconda delle necessità (anche
nel proprio Paese, ma non necessariamente).

Verrà valutata anche la preparazione fisica dei


candidati: la forza, la velocità e la resistenza sulla
durata. Lo stipendio mensile massimo di un funzio-

nario di livello base sarà di . euro netti, a cui


bisogna aggiungere varie indennità. È necessaria
una esperienza nel mantenimento dell’ordine pub-

blico o nei servizi emergenza o ancora nella gestione


delle crisi. Al di là dei periodo di missione, il luogo
di lavoro è Varsavia. L’assunzione scatterà nel gen-

naio .


Frontex è cambiata molto in questi anni, sulla
scia della crisi migratoria del . Da agenzia di

monitoraggio delle frontiere esterne dell’Unione è


diventata una autorità che coordina il lavoro dei
Paesi membri. Tendenzialmente, utilizza doganieri

nazionali (una recente riforma prevede che entro la


fine del prossimo decennio possa contare su una
forza di . funzionari nazionali nelle situazioni

d’emergenza). Dal , Frontex potrà contare su


una propria forza operativa.
—Beda Romano

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CONTROLLO DEI CONFINI


DOMANDE ENTRO IL 16 DICEMBRE


Frontex, assunzioni al via


per il corpo europeo


delle guardie di frontiera


700


LE ASSUNZIONI
Le persone che
intende assumere
Frontex, con sede a
Varsavia, per dare
vita al primo corpo
europeo di guardie
di frontiera.
Stipendio netto a
partire da 2.700
euro più varie
indennità

+La corsa dei dazi


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