32 Venerdì 25 Ottobre 2019 Il Sole 24 Ore
.moda
Intervista. Lo stilista Giambattista Valli presenta nella sua Roma la capsule collection
per H&M: «Poliestere al posto del tulle, ma il dna è il mio e aperto a tutti»
Valli: «La mia couture
democratica e inclusiva»
Chiara Beghelli
ROMA
D
elle centinaia di palazzi
di Roma, forse il Doria
Pamphilj, su via del Cor-
so, è quello più amato
dalla moda. Diana Vree-
land lo scelse per am-
bientare il servizio di Vogue che avreb-
be lanciato il “pigiama palazzo” (ap-
punto) di Irene Galitzine, indumento
creato per clienti ricche e cosmopolite,
possibilmente aristocratiche. Forse
anche per questo un altro aristocratico
della moda, Giambattista Valli, peral-
tro romano di nascita, lo ha scelto per
ospitare l’evento di lancio della sua
nuova collezione, la più democratica
di sempre: la capsule creata per H&M,
annunciata lo scorso maggio con un
primo drop (esaurito nel giro di poche
ore) e che dal novembre sarà in una
selezione di negozi del marchio sve-
dese in tutto il mondo. Si tratta della
esima collaborazione d’autore per
H&M, che ha lanciato questa innovati-
va formula di incontro fra grandi della
moda e fast fashion nel , con Karl
Lagerfeld. Ed è sotto le volte affrescate
di un altro palazzo romano, il Bran-
caccio, che Valli ha preparato la sfilata:
«È interessantissimo poter far perce-
pire l’essenza, la cultura della couture
a un pubblico così ampio», spiega.
Come è nata questa collabora-
zione?
«H&M mi ha contattato dicendomi:
vorremmo fare qualcosa di sorpren-
dente. Io amo tutto ciò che è fuori dal-
l’ordinario, dunque ho colto un’op-
portunità fantastica per far arrivare la
mia ricerca e la mia estetica a molte
più persone».
È stato difficile conciliare la cou-
ture e il fast fashion?
«Certo, i ricami non sono fatti di Swa-
rovski ma di plastica, e il tulle non è di
seta ma di poliestere. Ma per il resto il
mio dna, fatto di sogno, di felicità, è
totalmente intatto».
Per la prima volta si confronta an-
che con capi maschili...
«Un’altra cosa che mi ha fatto battere
il cuore! Pensare che esista una moda
uomo e una moda donna è antiquato.
Oggi domina la fluidità, l’inclusività,
la libertà di scegliere cosa indossare e
di “rubare” indumenti l’uno dall’ar-
madio dell’altra.
Dunque in futuro vedremo una
collezione Valli uomo? Potrebbe es-
sere un modo per festeggiare i anni
della sua maison, nel .
«Ma io non amo le celebrazioni, non
sono un nostalgico. Guardo sempre
avanti, amo le evoluzioni dell’umano.
Detto questo, vedremo».
Nel il fondo Artemis della fa-
miglia Pinault ha rilevato una quota
di minoranza della sua maison. Se
l’investimento aumentasse?
«Avere loro come interlocutori è una
fortuna, hanno creduto in me e sono
loro grato. Purtroppo l’Italia non è ca-
pace di sostenere i suoi talenti, che
spesso infatti sono costretti ad andar-
sene. Io intanto vivo nel presente, ma
sempre aperto al futuro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Valli girls (and
boys)». Uno
scatto della
campagna Valli x
H&M firmata da
Mert&Marcus e
ambientata in un
palazzo romano
ONLINE
L’intervista
completa a
Giambattista Valli
e le immagini
della sfilata della
collezione H&M
Su
ilsole24ore
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Sostenibilità. Il marchio della galassia Unilever spinge
sull’utilizzo dei flaconi ottenuti da materiale riciclato al %
Il sapone Dove perde la plastica
In arrivo il deodorante ricaricabile
Marika Gervasio
«L
a sostenibilità è per
noi un impegno con-
creto e di massima
importanza. Sulla ba-
se delle informazioni disponibili,
possiamo affermare che gli sforzi
collettivi delle iniziative in corso di
Dove contribuiscono a uno dei più
grandi piani di riduzione noti del suo
genere e speriamo che queste azioni
ispirino altri a fare lo stesso». A par-
lare è Alessandro Manfredi, l’italiano
che da poco ricopre il ruolo di vice
presidente globale del marchio ame-
ricano Dove (gruppo Unilever) che
ha recentemente annunciato nuove
iniziative nel piano di riduzione dei
rifiuti di plastica risparmiando l’uso
di oltre . tonnellate di plastica
vergine l’anno entro il . Le ini-
ziative sono tre: niente più plastica
nel packaging delle beauty bar (il fa-
moso sapone Dove); nuovi flaconi in
plastica riciclata al %; nuovo for-
mato di deodorante ricaricabile.
«I progetti in atto sono numerosi
- continua Manfredi -: il più ambizio-
so è sicuramente quello di ridurre
l’uso della plastica vergine in Nord
America ed Europa di oltre il %.
Questo avrà un impatto positivo e si-
gnificativo sulla nostra impronta di
carbonio: attraverso il lancio di botti-
glie di plastica riciclata al %, il
marchio Dove ridurrà le sue emissio-
ni di anidride carbonica di ,
tonnellate all’anno, che si tradurrà in
un risparmio energetico sufficiente
per caricare , miliardi di smar-
tphone ogni anno. Inoltre ridurremo
il consumo di acqua del % che, in
termini di volume, è pari a milio-
ni di caffè americani ogni anno».
E aggiunge: «Abbiamo anche
un’altra iniziativa che ci sta molto a
cuore, attualmente è work in pro-
gress, ma speriamo di lanciarla pre-
sto: si tratta di realizzare dei deodo-
ranti stick in acciaio inox riutilizzabi-
li e ricaricabili. Tutto questo rientra
in un impegno che vuole massimiz-
zare una riduzione degli sprechi».
Dove nasce nel negli Stati
Uniti con il lancio della beauty bar, la
saponetta con la sua miscela brevet-
tata di detergenti delicati e crema
idratante. Le donne sono sempre
state fonte d’ispirazione per il mar-
chio che, nelle sue campagne di co-
municazione, da subito si è impe-
gnato a loro favore ispirandole a svi-
luppare un rapporto positivo con il
loro aspetto. Attraverso il “Dove real
beauty pledge” promette, infatti, di
rappresentare le donne con onestà,
diversità e rispetto, di ritrarle così co-
me sono realmente, senza manipo-
lazioni digitali, con tutte le loro di-
versità per età, corporatura, etnia,
colore dei capelli e stile; inoltre si im-
pegna ad aiutare le generazioni più
giovani ad avere fiducia nel loro cor-
po e ad aumentare la loro autostima
con un progetto ad hoc.
E l’Italia - il primo Paese al mon-
do in cui Dove ha lanciato i propri
deodoranti- è un mercato di grande
tradizione per il marchio. «A oggi
l’Italia è il primo paese in Europa in
termini di fatturato, sia nei deodo-
ranti che nella detergenza corpo, ol-
tre che leader di mercato - spiega il
vicepresidente -. I prodotti più ven-
duti sono le icone di Dove come la
beauty bar, il bagnoschiuma e il de-
odorante di bellezza. Una famiglia
su due, in Italia, ha un prodotto Do-
ve in casa, a testimonianza di quan-
to radicata sia la presenza della
marca in questo Paese».
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Cosmesi in farmacia. L’azienda ha fondato una società
a Shanghai anche per studiare Vietnam, Corea e Indonesia
Istituto Ganassini (Rilastil)
accelera sul mercato cinese
O
ltre milioni di fattu-
rato nel , im-
piegati, diciotto marchi
e un tasso di investi-
menti in ricerca e sviluppo pari al
% delle vendite: sono i numeri di
Istituto Ganassini, azienda che svi-
luppa prodotti cosmetici, per la cu-
ra della persona e farmaceutici
fondata nel a Milano da Do-
menico Ganassini di Camerati,
professore ordinario di chimica al-
l’Università di Pavia.
In ottant’anni l’azienda a ge-
stione familiare di strada ne ha fat-
ta: al marchio Rilastil dedicato al-
l’elasticità della pelle, che lancia
nel facendo affacciare per la
prima volta l’Istituto farmaceutico
al mondo della cosmesi, si aggiun-
gono nomi tra cui Korff, Bioclin,
Neoviderm e Dermofarm, brand,
quest’ultimo, leader in Spagna per
ricerca e innovazione nel settore
dermocosmetico acquisito dieci
anni fa e che ha visto un importan-
te consolidamento l’anno scorso,
come spiega il vicepresidente An-
na Maria Ganassini.
Che aggiunge: «Il % del no-
stro fatturato arriva dall’estero.
I mercati di riferimento sono
Grecia, Albania, Romania e Polo-
nia. Stiamo lavorando molto be-
ne con i distributori che abbiamo
lì coinvolgendoli il più possibile
nei nostri progetti. Una strategia
vincente visto che negli ultimi
due anni il nostro fatturato in
questi Paesi è cresciuto in modo
molto importante».
Prossimo passo: la Cina. «Sia-
mo lì da sette-otto anni - continua
Ganassini - con una ventina di
prodotti registrati. Un mercato
molto interessante, ma difficile.
Per vari motivi. Il primo è che nel-
l’ultimo periodo c’è stato un mo-
mento di bulimia di cosmetici ita-
liani da parte del pubblico cinese
e adesso stiamo facendo i conti
con una concorrenza numerosa e
stiamo giocando le nostre carte. È
una cultura diversa, bisogna at-
trezzarsi e noi lo stiamo facendo
con una società commerciale che
abbiamo fondato a Shanghai con
due nostri manager italiani che vi-
vono lì e fanno da watcher per os-
servare il mercato, ma anche
esplorare aree vicine come Vite-
nam, Corea e Indonesia».
Il grande salto in Cina Istituto
Ganassini l’ha fatto con lo sbarco
su Alibaba, vendendo sulla piat-
taforma Tmall, «perché i consu-
matori cinesi sono molto abituati
a comprare sul Web - continua
Ganassini -. Rilastil è il marchio
su cui puntiamo per la nostra
espansione all’estero sia in Euro-
pa sia in Cina».
Dall’estero all’Italia, l’azienda
punta molto sulla collaborazione
delle mila farmacie nelle quali
sono distribuiti direttamente i
suoi prodotti. «Rilastil sta perfor-
mando un po’ meglio del canale
con un +% delle vendite - conti-
nua Ganassini -. Facciamo molta
formazione sullo skincare e il
makeup di Korff, per esempio, an-
che perché i nostri prodotti vanno
spiegati. Come D-Clar di Rilastil,
linea schiarente che stiamo rinno-
vando e che riteniamo sia uno dei
trend della cosmesi. Si tratta, però,
di proposte molto tecniche e spe-
cialistiche per le quali i clienti han-
no bisogno della consulenza di
farmacisti e cosmetologici. Ed è
una collaborazione reciproca an-
che perché siamo nati con loro co-
me azienda farmaceutica».
—Ma.Ge.
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Comunicazione etica. Da 60 Dove che si impegna a valorizzare la bellezza personale di ogni donna fuori dagli stereotipi
I NUMERI
153 milioni
I ricavi
In euro, il fatturato 2018 di
Istituto Ganassini, azienda
milanese da 600 dipendenti
10%
L’investimento
La quota di ricavi destinati da
Istituto Ganassini alla ricerca e
sviluppo di prodotti cosmetici,
per la cura della persona e
farmaceutici