Il Sole 24 Ore - 25.10.2019

(Axel Boer) #1

6 Venerdì 25 Ottobre 2019 Il Sole 24 Ore


Primo Piano


Liquidità, scossa Fed da 120 miliardi


Politica monetaria. Banche sotto pressione, sale dai precedenti


 miliardi il tetto delle aste di pronti contro termine a un giorno


L’affondo di Trump contro Powell. «Se non abbassa i tassi


e non stimola l’economia la Federal Reserve non fa il suo dovere»


Riccardo Barlaam


Dal nostro corrispondente


NEW YORK


La Federal Reserve ha aumentato le


dimensioni delle sue iniezioni di li-


quidità nel sistema interbancario per


appianare la potenziale volatilità: le


scadenze di fine mese dei tassi a breve


aumentano le pressioni su banche e


società finanziarie per le loro esigenze


di liquidità.


La Fed di New York, che agisce per


conto della banca centrale, ha annun-


ciato ieri di avere temporaneamente


aumentato a  miliardi di dollari il


tetto delle aste quotidiane di pronti


contro termine a un giorno (operazio-


ni repo overnight), dai  miliardi di


soglia fissata in precedenza.


Sono inoltre state innalzate a 


miliardi di dollari le aste di pronti con-


tro termine con scadenza a quattordi-


ci giorni dal  al  ottobre (term re-


po), dai  miliardi stabiliti:  miliar-


di in più rispetto a quanto previsto.


Il programma di iniezione di liqui-


dità nel sistema bancario americano


della Fed attraverso i contratti repo è


iniziato il  settembre, per mantene-


re la forchetta dei tassi di riferimento


sui Federal funds entro la fascia di tar-


get compresa tra il  e il ,%. Dopo
che una mini-crisi temporanea aveva

fatto schizzare i tassi a breve dei fi-


nanziamenti bancari sino al %.
I “repurchase agreement” della Fed

andranno avanti almeno fino a gennaio.


Negli ultimi giorni i tassi dei Fed funds
sono saliti attorno al ,%, secondo le

rilevazioni di Stone & McCarthy. Con il


taglio dei tassi monetari della Fed atteso
la prossima settimana rischiano di esse-

re molto al di sotto della nuova forchetta


di riferimento della banca centrale.
La riunione del Federal Open

Market Committee del - settem-


bre ha tagliato i tassi monetari
all',-,%. Nel meeting del -

ottobre il vertice dei governatori della


Fed potrebbe decidere - come atteso
da molti - un ulteriore ritocco dei tassi

a breve in una forchetta compresa tra


l',% e l',%.
Una mossa per salvaguardare l'eco-

nomia americana dalle incertezze cau-


sate dalla trade war di Trump, dalla
frenata della crescita globale e dall'in-

cremento dell'inflazione. Oltre alle sfi-


de economiche e monetarie la Fed e il


suo governatore Jay Powell si trovano


da mesi a dover assorbire anche le bor-


date continue del presidente Trump
che chiede politiche più aggressive e

maggiori tagli. L'ultima è arrivata ieri:


«La Fed disattende i suoi doveri». A
inizio mese, inoltre, la banca centrale

americana ha annunciato un impo-


nente programma di acquisto dei titoli
di stato del Tesoro: ogni mese, e sino

alla fine del secondo trimestre del


, acquisterà  miliardi di dollari
di T-bond con un anno di scadenza al

massimo, ma anche meno, come mos-


sa ulteriore per sostenere l'economia
e tener calmi i mercati finanziari.

Diversi analisti ed economisti so-


stengono che la Fed voglia riportare le
riserve a . miliardi di dollari per

un funzionamento senza intoppi del
sistema finanziario. Per riuscirci do-

vrà acquistare oltre  miliardi di


dollari di Treasury. A questo ritmo,
secondo le stime di Oxford Economi-

cs, la banca centrale in pochi mesi


passerà dal possedere l'% dei titoli di
stato americani, a detenere circa il %

del totale del debito della prima po-


tenza mondiale.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2015 2016 2017 2018 2019


Fonte: Bloomberg

Andamento del bilancio della Fed e delle riserve in eccesso delle banche


presso la Fed. Dati in miliardi $


RISERVE IN ECCESSO DELLE BANCHE (sx) BILANCIO FED (LIQUIDITÀ INIETTATA) (dx)

①②③④

17 settembre
I tassi overnight
vanno al 10%. La Fed
spegne il fuoco
iniettando 53 mld.
Proseguirà nei giorni
successivi

 24 settembre
La Fed inizia a
iniettare liquidità
con scadenze di 2
settimane.

 11 ottobre
La Fed vara il
non-Qe: un piano di
acquisto di titoli per
60 miliardi mensili. Il
piano durerà almeno
no al giugno 2020

 Ieri
La Fed ha aumentato i
nanziamenti possibili:
quelli overnight
salgono da 75 a 120
mld, quelli bisettima-
nali da 35 a 45







2.6842.6842.6842.










Lo sforzo della Fed ha partorito il topolino


Innalzate


da 35 a 45


miliardi


le aste


di pronti


contro


termine con


scadenza


a quattor-


dici giorni


Donald Trump.


Nuovo affondo
del presidente

statunitense


contro la Federal
Reserve: «La

Federal Reserve
non adempie ai

suoi doveri se non


abbassa i tassi
d'interesse e

nemmeno


stimola».


DOMANDE D&r


RISPOSTE


DCos’è il mercato Repo?


rIl mercato interbancario è


quello che le banche usano


per prestarsi i soldi l’una
con l’altra. Un suo corretto

funzionamento è


fondamentale per
assicurare che gli istituti

abbiano la liquidità


necessaria per far fronte ai
bisogni quotidiani,

mantenendo adeguate
riserve. Il mercato Repo

funziona col meccanismo


dei pronti contro termine
(Repo significa proprio

pronti contro termine): si


prestano soldi a fronte di
titoli in garanzia, e il giorno

dopo si riprendono i titoli e


si restituisce il prestito.
Solitamente negli Usa il

tasso di queste operazioni


si discosta poco dal tasso
ufficiale della Fed.

DI Repo tra banche sono


diversi dai Repo tra


banche e Federal Reserve?
rIl meccanismo è lo stesso,

quello che cambia è il tipo di


titoli consegnabili in


garanzia. I Repo con la Fed
funzionano così: le banche

danno alla banca centrale


Usa titoli in garanzia
(tassativamente solo titoli

di Stato Usa, obbligazioni


emesse da agenzie come
Fannie Mae o Freddie Mac

oppure obbligazioni legate


ai mutui, cioè Mbs) e in
cambio di queste garanzie

la Fed dà alle banche


liquidità. Cioè denaro per un
certo lasso di tempo

prestabilito. Le operazioni


Repo tra banche e banche
(sul mercato

interbancario) funzionano


allo stesso modo, quindi
una banca presta liquidità

ad un’altra in cambio di


garanzie, ma cambiano i
titoli consegnabili. In

questo caso il ventaglio di
titoli consegnabili è

maggiore rispetto ai titoli


accettati dalla Fed. Inclusi i
Clo, cioè le cartolarizzazioni

di leveraged loans, che


sono crediti molto
speculativi e rischiosi.

DPerché i tassi overnight


Usa sono cresciuti
improvvisamente a

settembre?
rQuando i tassi sul mercato

interbancario salgono


velocemente, significa che



  • per qualche ragione - sul


mercato scarseggia la


liquidità. Le banche che
hanno bisogno di liquidità

faticano a trovarla, e


dunque sono costrette a
pagarla cara: per questo i

tassi salgono ben oltre il


loro normale livello.


DIn cosa consiste


l’anomalia?
rL’impasse sul mercato

Repo questa volta ha


motivazioni ben diverse da
quelle del 2008, periodo in

cui risalgono gli ultimi


interventi d’emergenza
della Fed. Allora la liquidità

non circolava per la sfiducia


che circondava le banche.
Ai tempi c’era dunque un

motivo sistemico. Ora c’è


invece un motivo tecnico: le
riserve in eccesso delle

banche presso la Fed da


inizio 2018 sono calate
molto velocemente,

riducendo la liquidità in


eccesso. Nelle ultime
settimane una

concomitanza di fattori


(scadenze fiscali e grosse
emissioni di Treasury) ha

ridotto ulteriormente la
liquidità.

DPerché le riserve calano?
rLe riserve in eccesso delle

banche calano per due


motivi. Uno: la riduzione del


bilancio Fed (e dunque la
riduzione della liquidità

generale). Due: la politica


fiscale di Trump, finanziata
con grandi emissioni di

titoli di Stato. Quando lo
Stato emette titoli, di fatto

assorbe liquidità dal


sistema finanziario.


DIETRO LE QUINTE


Powell è spiazzato,


il mercato è in panne:


il baco non è risolto


In un mese bilancio Fed


cresciuto di  miliardi


ma riserve bancarie di soli 


Morya Longo


Se la Bce dimostra che ormai con gli
attuali strumenti di politica moneta-

ria è difficile andare avanti, la Fed ri-


schia di dimostrare il contrario: cioè
che è molto difficile anche tornare in-

dietro dalla politica super-accomo-
dante degli ultimi anni. Appena la

Banca centrale Usa ci ha provato, pur


in presenza di mercati finanziari to-
nici, dietro le quinte ha incrinato un

ingranaggio fondamentale per il


buon funzionamento dell’economia:
il mercato interbancario. Cioè quel

luogo dove le banche si prestano sol-


di necessari per il loro funzionamen-
to l’una con l’altra. L’ennesimo inter-

vento di ieri, con cui la Fed ha au-


mentato ancora una volta le iniezioni
di liquidità per le banche, dimostra

che il problema non è risolto. E, seb-


bene le spiegazioni siano tutte squi-
sitamente tecniche, qualcuno inizia

a temere che il mercato interbancario


in panne possa essere la spia di qual-
che problema da qualche parte.

I motivi del «baco»
Per capire il nodo bisogna fare un

passo indietro. Dopo anni di politi-


che monetarie super-accomodanti,
negli ultimi anni la Fed aveva inizia-

to a tagliare gli stimoli all’economia.


Prima riducendo il suo bilancio (e di
conseguenza la liquidità sul merca-

to) e poi alzando i tassi d’interesse.


L’economia Usa cresceva, la disoccu-
pazione era bassa e dunque - ragio-

nava la Fed - era inutile e contropro-


ducente mantenere quegli stimoli
così eccezionali. Il problema è che la

Fed ha probabilmente esagerato nei


passi indietro. Secondo i calcoli ef-
fettuati da Andrea Delitala e Marco

Piersimoni di Pictet Am (utilizzando


il modello pubblicato sul sito della
Fed di San Francisco anni fa dai due

economisti Wu e Xia), se si sommano


gli effetti della riduzione del bilancio
e del rialzo del costo del denaro, la

Fed è come se avesse aumentato i
tassi d’interesse di  punti base.

Cioè  punti base in più di tutti i 


precedenti cicli di rialzi dei tassi ne-
gli Usa. Insomma: la Fed potrebbe

avere esagerato nella stretta.


Il problema è che mentre la Fed ri-
duceva la liquidità sul sistema finan-

ziario, il Governo americano aumen-


tava l’indebitamento per finanziare
il piano fiscale di Trump. Questo si-

gnifica che anche il Tesoro riduceva


indirettamente la liquidità sul mer-
cato: perché quando colloca un titolo

di Stato, di fatto ritira liquidità dagli


investitori che lo acquistano. Così al
“drenaggio” della Fed si è sommato

quello del Tesoro. Sono bastate poi


alcune pesanti scadenze fiscali a set-
tembre (anche quando si pagano le

tasse si prendono soldi dalle banche


e si danno all’Erario) per mandare in
“secca” l’intero mercato interbanca-

rio Usa. Insomma: improvvisamente


un mese fa si è scoperto che nel siste-
ma bancario e finanziario non c’era-

no più dollari a sufficienza per la nor-


male operatività. Per questo da metà
settembre la Fed è intervenuta, con

molteplici iniezioni di liquidità pri-


ma notturne, poi bisettimanali e poi
strutturali.

Mercato ancora in secca
Il problema sembrava risolto. Per-

ché, come detto, è tecnico. Eppure a


distanza di un mese è evidente che
non sia risolto per nulla. Non solo ieri

la Fed ha aumentato ancora le inie-


zioni di liquidità, ma soprattutto -
guardando i numeri - è evidente che

il suo sforzo abbia cambiato poco la


situazione. Da metà settembre ad og-
gi la Fed ha infatti aumentato il suo

bilancio da . miliardi di dollari a


.: questo significa che ha inietta-
to sul sistema ben  miliardi. Non

poco per un solo mese. Eppure le ri-


serve in eccesso delle banche (cioè
l’indicatore della liquidità) sono au-

mentate solo di  miliardi (da .


a .). La montagna della Fed ha
insomma partorito un topolino sul

mercato interbancario. Tanto che,


secondo i calcoli di Pictet, ad oggi
mancano ancora - miliardi

per far tornare il sistema bancario e


finanziario americano perfettamen-
te funzionante.

I primi dubbi sul mercato
Sebbene i motivi siano tutti tecnici

(questa tensione sul mercato inter-


bancario non è causata da crisi
bancarie come nel  per inten-

derci), sul mercato qualche dubbio


inizia ad affiorare. Perché la Fed
continua a tamponare il buco, ma

il buco appare sempre più grosso?


I dubbi nascono perché ieri le ban-
che hanno chiesto meno dollari

overnight rispetto ai  miliardi


messi a disposizione, ma hanno
chiesto più dollari con la scadenza

bisettimanale rispetto ai  offerti
dalla Fed. «I mercati hanno biso-

gno di liquidità a lungo termine,


non interventi tampone», osserva
Antonio Cesarano, chief global

strategist di Intermonte. Ma per-


ché? Possibile che ci sia altro oltre
ai motivi tecnici? Per ora questi so-

no solo dubbi. Suggestioni. La spe-


ranza è che restino tali.
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