Il Sole 24 Ore - 23.10.2019

(Joyce) #1

Il Sole 24 Ore Mercoledì 23 Ottobre 2019 17


Finanza & Mercati


PARTERRE




Carige, i piccoli chiedono


più attenzione (e azioni)


In vista dell’aumento di capitale di Carige da  milioni,


votato dall’assemblea degli azionisti della banca il  settem-
bre scorso, i piccoli azionisti dell’associazione Azione Carige,

guidata da Silvio De Fecondo (che conta  iscritti), chiedono


un riconoscimento in più (in azioni) rispetto a quello prospet-
tato nel piano di risanamento dell’istituto. Piano che, per gli

azionisti con quote sotto lo ,% che hanno partecipato all’as-


semblea, prevede azioni gratuite per  milioni di euro. Non-
ché l’emissione di warrant (con prezzo al % del futuro valo-

re delle azioni) da assegnare gratuitamente ai soci che sotto-
scriveranno le azioni loro riservate, in ragione di un warrant

ogni quattro azioni. «Il warrant – afferma De Fecondo – è


poca cosa rispetto allo sconto del % accordato a Ccb. Noi
chiediamo un maggior riconoscimento, che può consistere

anche in ulteriori azioni da dare ai piccoli che partecipano


all’aumento, magari con un’assegnazione condizionata a
mantenerle in portafoglio per un periodo». La richiesta è stata

rivolta ai commissari di Carige, Pietro Modiano, Fabio Inno-


cenzi e Raffaele Lener, che hanno dato disponibilità a favorire
un incontro, la prossima settimana, tra i piccoli e il Fitd, che

insieme a Ccb parteciperà all’aumento di Carige. (R.d.F.)


È alle battute finali la gara avviata da Ferrovie dello Stato per


l’assegnazione del mandato di advisory sugli scali di Porta
Romana e Farini a Milano. E in corsa, secondo le indiscrezio-

ni, sarebbero rimasti soltanto in due: cioè Mediobanca e Uni-


credit, che dunque si contenderebbero il ruolo di consulente.
Dopo l’avvio del progetto, inizia dunque a mettersi in mo-

to la complessa macchina finanziaria per reperire le risorse:


l’obiettivo è cercare un investitore da coinvolgere e che possa
portare avanti le operazioni.

La riqualificazione degli scali ferroviari milanesi (dove


è coivolto anche il gruppo Coima) è del resto una delle partite
immobiliari più interessanti in Italia: un business da oltre

, miliardi di euro che cambierà ulteriormente negli anni


futuri il volto di Milano su un’area immensa da oltre un
milione e mila metri quadrati di superficie complessivi,

zone un tempo occupate dai binari e dai depositi delle ferrovie
ma ora obsolete. Circa mila metri quadrati resteranno

adibiti a funzione ferroviaria, oltre mila saranno dedicati


ad area verde. Il resto sarà dedicato a sviluppo immobiliare:
con un mix tra residenziale (anche sociale e convenzionale),

commerciale e uffici. (C.Fe.)


Biogen, società biotecnologica quotata a Wall Street, ha regi-


strato nel corso dell’ultima seduta un balzo intraday vicino
al %. Gli investitori hanno apprezzato i dati del terzo tri-

mestre ma anche le prospettive di crescita di un nuovo farma-


co per la cura del morbo di Alzheimer: gli utili per azione
rettificati si sono attestati a , dollari (oltre le stime di ,

dollari e un consensus tra , e , dollari ). I ricavi sono


cresciuti a , miliardi di dollari (+,% su base annua, attese
a , miliardi). Il farmaco più “profittevole” è stato Spinra-

za, usato nel trattamento dell’atrofia muscolare spinale, che


ha generato un fatturato di  milioni di dollari, +% an-
nuo. Seguito da Tysabri, cura per la sclerosi multipla, che ha

portato ricavi per  milioni di dollari, +% annuo. Il balzo


delle azioni è però anche dovuto all’annuncio della società di
continuare a puntare, dopo aver avviato le consultazioni con

la Food and drug administration, su Aducanumab, un trat-


tamento sperimentale contro l’Alzheimer. L’ottimismo degli
investitori sulle potenzialità di questo farmaco è cresciuto

dopo che l’azienda ha indicato che dallo studio di Fase  sa-


rebbero emersi risultati compatibili con le aspettative. (V.L.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA



Sfida Mediobanca-


Unicredit su scalo Farini




Il farmaco per l’Alzheimer


fa volare (+40%) Biogen


Da Orsero a Somec, l’ex matricola Aim


adesso guarda al mercato principale


BORSA


Apripista Cellularline,


emigrata all’Mta  mesi


dopo la quotazione


Tra i candidati al trasloco


Alkemy, Pharmanutra,


H-Farm e Fine Food


Matteo Meneghello


L’elenco inizia a essere lungo. Dopo


Cellularline, passata in estate dall’Aim


all’Mta, ora sono in rampa di lancio


Somec, Orsero e Alkemy. E per il futuro


stanno pensando di cambiare mercato


anche H-Farm, Italian wine brands,


Pharmanutra, Fine Food. E poi il caso


Bio-on. L’Aim sta stretto alle Pmi che


vogliono crescere. L’anno scorso ave-


vano spiccato il volo in sei, nella prima


parte dell’anno hanno scelto la strada


maestra in due, nel secondo semestre


c’è ressa. Le motivazioni per cambiare


sono diverse, ma il comune denomi-


natore è la ricerca di visibilità, anche


internazionale, dopo un periodo di ro-


daggio necessario a strutturare prati-


che e governance. Un trend che, letto


alla luce dei numeri record di ipo a oggi


( contro le  di tutto il ) confer-


ma dopo  anni la solidità della for-


mula dell’Aim come «acceleratore».


«È uno dei segnali della crescita di que-


sto mercato - conferma Barbara Lun-


ghi, head of primary markets di Borsa


italiana -. Finora si è trattato soprattut-


to di realtà che si erano quotate con


Spac, o che avevano scelto un approc-


cio graduale pur possedendo dimen-


sioni significative. Magari in futuro, vi-


ste le dimensioni di molte nuove quo-


tate, vedremo percorsi più lunghi».


La capofila, in questa ultima sta-


gione di migrazioni, è stata a luglio


Cellularline, che ha fatto dell’Aim po-


co più di un bridge verso il mercato


che conta. La permanenza sul merca-


to delle Pmi è durata  mesi. «L’Aim


alla lunga ci limitava, c’era scarsa mo-


bilità e l’interesse era circoscritto -


spiega l’ad, Marco Cagnetta -. Sullo


Star ora possiamo essere un target più


interessante per gli investitori istitu-


zionali, c’è uno stimolo strategico a


fare di più. Abbiamo avviato dei road


show in Francia e in Spagna, abbiamo


una serie di clausole di lock up che si


scioglieranno, ci sono investitori este-
ri che ci stanno valutando». L’appro-

do sul principale è successivo all’ac-


quisizione di Systemaitalia, realtà at-
tiva nel mercato degli accessori per te-

lefonia mobile nel canale telco, «scelta


coerente con il piano di sviluppo illu-
strato agli investitori - aggiunge Ca-

gnetta -: ci vogliamo sviluppare nei


canali che al momento non saturia-
mo, come per esempio le telco, oppu-

re la vendita online, o ancora nel seg-


mento del travel retail. Abbiamo già
individuato target potenziali all’este-

ro». Il core business dell’azienda resta


l’elettronica di consumo, ma l’ambi-
zione è potere diventare la prima real-

tà a livello internazionale in grado di


offrire un’offerta multicanale.
Scelta simile per Somec (proprio ie-

ri ha chiuso a  euro, ai massimi dal


collocamento, avvenuto a  euro), che
punta ad allargare l’appeal a una platea

internazionale: «quando si cresce ve-
locemente serve ordine - spiega il pre-

sidente Oscar Marchetto -, per essere


sicuri che le mission vengano rispetta-
te e che la cultura aziendale sia condi-

visa». Per le stesse ragioni sta medi-


tando il grande salto anche Fine Foods:
«in considerazione delle dimensioni

del nostro business e degli obiettivi di


crescita futura - spiega l’ad Marco Ei-
genmann - stiamo lavorando per pre-

sentare, appena possibile, la domanda


di ammissione a quotazione sull’Mta,
nella logica di un percorso evolutivo

all’interno dei mercati gestiti da Borsa


Italiana. L’obiettivo è potere approc-
ciare una più ampia platea di investito-

ri internazionali». Prossima al passag-


gio è anche Orsero. Le dimensioni del-
l’azienda la rendono già piuttosto in-

gombrante per l’Aim, che soprattutto


quest’anno, a causa della scarsa liqui-
dità sui mercati, si sta trasformando in

un mercato per piccole realtà in cresci-


ta, con una media di raccolta di  milio-
ni. «Nel primo anno di quotazione -

conferma l’ad, Matteo Colombini - la


liquidità era ottima, non c’erano diffe-
renza con il mercato principale. Dalla

metà del  in poi è cambiato qual-


cosa». Nel parco soci dell’azienda, che
punta a raggiungere un miliardo di

fatturato, già figurano fondi inglesi e
fondi sovrani internazionali. «È un

obiettivo che avevamo già in mente fin


dall’ingresso sull’Aim - spiega l’ad -. È
stata una palestra, ora siamo pronti

per il mercato principale».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CONFERENCE A LONDRA


La gelata dei Pir raffredda lo Star:


Piazza Affari nel 2019 corre di più


Da inizio anno l’indice


delle «stelle» sale del %


tre punti in meno di Borsa


LONDRA

L’onda lunga dei Pir si abbatte


sullo Star. Nato quasi venti anni
fa come vetrina del meglio del

Made in Italy (governance più


stringente, flottante più alto), lo
Star ha sempre battuto la Borsa.

Storicamente il segmento delle


Piccole e medie imprese d’eccel-
lenza ogni anno ha sovraperfor-

maro l’indice globale (Ftse All


Share). Le mid-Cap sono state il
gioiello di Piazza Affari.

Almeno fino a oggi. Perché il


 passerà alla storia come il
primo anno in cui lo Star ri-

schia di fare peggio di Piazza
Affari: l'indice principale sale

da gennaio a oggi del  per


cento. Le «stelle» si fermano
solo a un + per cento.

L'allarme, se di allarme si puo


parlare davanti a una performan-
ce a doppia cifra, è stato lanciato

da Banca Imi. In un report


dell'economista Gregorio De Feli-
ce presentato proprio in occasio-

ne della Star & Aim Conference a


Londra, evento clou per le mid
cap organizzato da Borsa Italiana,

emerge che nei primi nove mesi il


controvalore degli scambi ha ac-
cusato un pesante -%. Le azien-

de dello Star che rimangono l'ec-
cellenza della media industria

italiana e che piacciono agli inve-


stitori stranieri (da Reply, che ha
registrato  incontri in un giro,

a Mondadori, hanno fatto il pieno


di one to one). La colpa è dei Pir:
l’esplosione della bolla dei piani

di risparmio ha tolto crescita e


fatto rallentare il listino. A fine
 i Pir erano in netto calo; la

raccolta è scesa a zero nel primo


trimestre  per diventare ad-
dirittura fuga (riscatti per  mi-

lioni) nel secondo trimestre.


Il boom dei Pir aveva portato
liquidità su tutti i titoli dello Star.

Ora che la nuova legislazione dei


Pir penalizza questi strumenti,
Banca Imi consiglia un approccio

selettivo alle Pmi stellate.
Di tutto il mazzo l'ufficio studi

consiglia Eurotech, la società di


nano-computer fondata da Ro-
berto Siagri; Fiera Milano forte

del brand Milano che spopola pu-


re a Londra; la municipalizzata
Ascopiave, settore tradizionale e

regolamentato; la società di Slot


Machine Gamenet; e la matricola
Sesa, di recente entrata nella scu-

deria di Gianni Tamburi, l'inve-


stitore che si conferma il king-
maker dello Star.

La Tip, la holding di Tamburi e


Alesandra Gritti a sua volta quo-
tata sullo Star, è azionista di ben

cinque: Be, la ex Data Service; lo


sviluppatore di e-commerce
Alkemy; le cappe di Elica; Ampli-

fon, e la storica Interpump, prima


Pmi quotata scoperta da Tambu-
ri: dopo  anni, l'azienda emilia-

na di pompe idrauliche è un ca-


vallo sempre vincente di Borsa.


—S.Fi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mondadori, Mauri annuncia il ritorno alla cedola


Simone Filippetti


LONDRA


A Londra va in scena il sorpasso di


Marina Berlusconi su Urbano Cairo.


Mondadori scavalca la galassia Rcs.


La casa editrice della Fininvest viene


incoronata regina di Piazza Affari:


con quasi  milioni è il primo edito-


re quotato davanti al colosso Rcs, che


pubblica il Corriere della Sera, a quota


 milioni; e di gran lunga avanti alla


Cairo Communications (ferma a 


milioni) che a sua volta controlla Rcs.


A Segrate lo scettro di Borsa mancava


da  anni. E per gli azionisti la ricom-
pensa sarà un ritorno al dividendo nel

, annunciato agli investitori pre-


senti, dopo anni di dieta forzata.
Alla Star Conference nel cuore del-

la City, dove è andato di persona a in-


contrare gli investitori, l’ad Ernesto
Mauri racconta la svolta. Di come

un’azienda zavorra in un'industria


stravolta dalla crisi (raccolta pubblici-
taria in costante calo e rivoluzione di-

gitale), sia riuscita a ribaltare la sua


fisionomia. In  anni il manager, che
era stato spedito proprio da Marina a

gestire la provincia di Gallia, Monda-


dori France, ha rimesso in categoria la
casa editrice. Il pesante fardello di 

milioni di debito è stato praticamente


azzerato, grazie all’intenso lavoro del


Ceo Oddone Pozzi: a fine anno i debiti


netti saranno appena  milioni a


fronte di un cash flow di . Ma più
della contabilità, è la mutazione ge-

netica che rende Mondadori l’editore


meglio posizionato oggi sul mercato.
Dei  milioni di giro d’affari, solo

 arrivano dalle riviste (di cui  di-


gital mentre la carta ). Il grosso
viene dai libri. E la gamba magazine

pesa ormai solo per il % dei margini.


Dopo aver detto addio, lo scorso
luglio, alla Francia, comprata per

mezzo miliardo e rivenduta a  mi-


lioni (cifra che dà l’idea del crollo del
mercato), la prossima e ultima puli-

zia sarà la vendita di  testate. A com-
prare sarà con ogni probabilità Mau-

rizio Belpietro il giornalista-editore


de La Verità che già l’anno scorso ha
comprato Panorama sempre da

Mondadori. C’è una trattativa in cor-


so: diversamente da Panorama, la


casa editrice non venderà con una
“dote”. Le altre testate, a partire

dall'ammiraglia TV Sorrisi&Canzo-


ni, sono in utile e dunque la gamba
dei magazine sarà risanata.

La trasformazione però sarà com-


pleta a fine anno quando Mauri avrà
dato anche un’altra gamba, la quarta:

l’editoria professionale dove sta trat-
tando – come anticipato dal Sole 

Ore del  ottobre – l’acquisizione del


gruppo Albonetti (Lswr). Ecco che il
mercato ha iniziato ad accorgersi del-

la nuova Mondadori. Negli ultimi 


giorni il titolo è balzato del  per cen-
to. E ha raddoppiato la capitalizzazio-

ne dal : cinque anni fa era l’ulti-


mo della classe, oggi il primo.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

EDITORIA


Si chiude a un soffio dai tre miliardi di raccolta la due


giorni del nuovo Btp Italia riservata ai piccoli
investitori. Oggi è il turno degli investitori

istituzionali, che sarà aperto, a differenza delle altre


volte, dalla fissazione del tasso definitivo. Il minimo
garantito indicato venerdì scorso è dello ,%

annuo: cedola non ricchissima ma


giudicata buona in un mercato di tassi
piatti o negativi.

«È andata molto meglio dell’anno


scorso», spiega il dg del Debito pubblico
Davide Iacovoni riassumendo uno degli

obiettivi chiave di questa emissione


numero : archiviare il periodo difficile
che a novembre scorso aveva visto

raccogliere poco più di  milioni dai
piccoli investitori, spaventati dallo spread

in altalena per lo scontro Roma-Bruxelles


sulla manovra, e ad aprile aveva spinto il
Tesoro a rinunciare al collocamento.

Ieri sono arrivate domande per , milioni,


che dopo gli , miliardi di lunedì portano appunto
il contatore a , miliardi. A questo punto sembra

decisamente a portata la raccolta da almeno 


miliardi pronosticata dagli analisti nei giorni scorsi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Gianni Trovati


BTP ITALIA, DAL RETAIL


QUASI TRE MILIARDI


IL TASSO MINIMO
Tasso minimo
garantito allo 0,6%:
oggi il valore
definitivo

0,6%


Nei periodici è più vicina


la cessione a Belpietro


Sui libri trattative con Lswr


MERCATI


Fonte: Osservatorio AIM IR Top Consulting, elaborazioni su dati Factset e Borsa italiana

Capitalizzazione di mercato. Dati in milioni di euro e numero di società quotate


CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO NUMERO SOCIETÀ QUOTATE

2013


2014


2015


2016


2017


AGO 2019


2018






























36


57


74


77


95


130


113


0 4.000 8.000 0 75 150

Il vivaio dell’Aim


Meno azioni e più tempo: l’Ipo di Newlat prosegue


Carlo Festa


MILANO


Newlat Food proroga il roadshow


e riduce l’offerta complessiva per


raggiungere l’obiettivo dello


sbarco a Piazza Affari.


Il gruppo, che fa capo alla fami-


glia Mastrolia, ha infatti prolun-


gato il periodo di offerta del collo-


camento istituzionale delle azioni


ordinarie della società finalizzato


alla creazione del flottante neces-


sario alla quotazione sul segmen-
to Star di Borsa Italiana.

La nuova scadenza è stata


quindi fissata al  ottobre pros-
simo. La decisione di prolungare

il roadshow e il periodo di offer-


ta, è «al fine di consentire agli ul-
timi investitori istituzionali in-

contrati nel corso del roadshow
di partecipare al collocamento

istituzionale e, più in generale, a


tutti gli investitori istituzionali di
valutare i termini del colloca-

mento». L’altro ieri l’azienda era


a Lugano per incontrare alcuni
asset manager elvetici, dopo aver

toccato tutte le principali capitali


finanziarie europee.
Newlat ha inoltre deciso «la ri-

duzione del numero di azioni og-
getto del collocamento istituzio-

nale a massime .. azioni


e del numero di azioni oggetto
dell’opzione greenshoe e dell’op-

zione over-allotment a massime


.. azioni ciascuna.
L'integrale sottoscrizione

delle azioni complessivamente


oggetto di offerta, consentirà il
rispetto dei requisiti di flottante

minimo previsti per l’ammis-


sione alle negoziazioni sul Mta,
nel segmento Star.

La società ha poi indicato «di


aver ricevuto ordini sufficienti a
coprire le azioni oggetto del col-

locamento istituzionale (come


modificato) all’interno del range
di prezzo comunicato in data 

ottobre  (cioè fra , e ,
euro per azione)» e che questi

«ordini dovranno essere confer-


mati dagli investitori istituzionali
alla luce della nuova struttura

dell’offerta». In questo modo l’of-


ferta verrà ridotta da  milioni
a  milioni di euro (compresa la

greenshoe). L’inizio delle nego-


ziazioni è previsto per il  otto-
bre prossimo.

In tutto, secondo indiscrezio-


ni, sarebbero comunque una ses-
santina gli investitori che avreb-

bero deciso di aderire all’offerta.


Nel parterre ci sarebbero tutti i
maggiori fondi istituzionali ita-

liani e alcuni asset manager tede-


schi e del Nord Europa, oltre a
qualche gruppo francese. Ridotta

invece la presenza di investitori
inglesi, poco focalizzati nell’ulti-

mo periodo sulle small e mid cap


italiane intenzionate a quotarsi.
Il prezzo medio delle adesioni,

secondo i rumors, sarebbe attor-


no ai  euro.
L'offerta è tutta in aumento di

capitale: la quota di controllo re-


sterà in mano ad Angelo Mastro-
lia e alla sua famiglia, mentre le

risorse serviranno a finanziare la


crescita esterna e le possibili ac-
quisizioni.

Nell’ambito dell’offerta, Equita


Sim, Hsbc e Société Générale agi-
scono in qualità di joint global co-

ordinator e joint bookrunner.


Equita Sim è anche come sponsor.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

QUOTAZIONI


Collocamento allungato


al  ottobre e ridotto


a , milioni di titoli offerti


Andamento del titolo a Milano


1,

1,

1,

1,

1,

1,

1,

02/01 22/


1,700 1,


Mondadori

Free download pdf