4 Mercoledì 23 Ottobre 2019 Il Sole 24 Ore
Primo Piano
DATI INPS
Reddito fermo al 72,5%
Revoca per 39mila famiglie
Giorgio Pogliotti
Sono mila i nuclei beneficiari di
reddito e pensione di cittadinanza che
coinvolgono complessivamente ,
milioni di persone, residenti in preva-
lenza nelle regioni del Sud e nelle Isole
(, milioni), seguono le regioni del
Nord (mila) e quelle del Centro
(mila). Tra i percettori in mila
hanno avuto riconosciuto il reddito e
mila la pensione di cittadinanza.
Il bilancio tracciato dall’Inps allo
scorso ottobre della misura decolla-
ta a fine aprile evidenzia una diffusio-
ne pari al ,% rispetto all’obiettivo
fissato dal governo che prevedeva a
regime , milioni di nuclei interessa-
ti, con circa milioni di risparmi
attesi dall’istituto guidato da Pasquale
Tridico a fine anno. In totale , milio-
ni di nuclei hanno presentato una do-
manda all’Inps, di queste mila so-
no state accolte, mila sono in lavo-
razione e mila sono state respinte
o cancellate. Si arriva alla cifra di
mila percettori perché da aprile ad
inizio ottobre mila nuclei sono de-
caduti dal diritto per motivi come la
variazione congiunta della composi-
zione e della situazione economica
del nucleo (%), la variazione della
composizione del nucleo ad eccezio-
ne di nascita e morte (%), variazione
della situazione reddituale del nucleo
(%) e rinuncia del beneficiario (%).
Si tratta in realtà di un bilancio
quantitativo, visto che dal punto di vi-
sta qualitativo siamo ancora alla “fase
”, ovvero al pagamento del sussidio
e stenta a decollare la cosiddetta “fase
” delle politiche attive del lavoro: fi-
nora solo in mila sono stati con-
tattati dai centri per l’impiego, quasi
un terzo non si è presentato, meno di
mila sono i colloqui effettuati e me-
no di mila i patti per il lavoro sotto-
scritti. Un segnale però arriva dal de-
creto firmato ieri dal ministro del La-
voro, Nunzia Catalfo, concertato con
i Comuni, sull’attivazione dei lavori di
pubblica utilità che i beneficiari di Rdc
dovranno svolgere presso il comune
di residenza in ambito culturale, so-
ciale, artistico, ambientale, formativo.
I nuclei beneficiari, come detto,
sono concentrati al Sud e nelle Isole,
che rappresentano il % delle pre-
stazioni erogate, seguono le regioni
del Nord con il % e quelle del Cen-
tro con il %. Più della metà dei nu-
clei percettori di reddito e pensione
di cittadinanza(il %) si trova in
quattro regioni: Campania (% delle
prestazioni erogate), Sicilia (%), il
Lazio e la Puglia (%).
L’importo medio mensile erogato
è di euro, ma si distribuisce diver-
samente a livello regionale, con il Sud
e le Isole che fanno registrare somme
superiori del % rispetto alle medie
nazionali mentre al Centro e al Nord
si rilevano cifre inferiori, rispettiva-
mente, del % e del %. In media per
il reddito di cittadinanza l’importo
erogato ammonta a euro, e per la
pensione di cittadinanza a euro.
Quanto poi alla distribuzione tra i nu-
clei, il % incassa un importo mensi-
le sotto i euro (di questi quasi
mila nuclei hanno meno di
euro) mentre l’% ha un importo che
mensilmente supera i . euro.
La classe con maggiore densità
media è quella dei nuclei con un solo
componente che percepiscono un im-
porto mensile tra e euro (
mila). Oltre il % dei nuclei è compo-
sto da una o due persone, mentre l’età
media dei componenti è di , anni.
Tra i beneficiari ci sono mila nuclei
con disabili. Il % delle famiglie che
hanno il reddito o la pensione di citta-
dinanza in precedenza hanno perce-
pito almeno una mensilità di Rei: il
% di questi nuclei ha riconosciuto
un importo medio del Rdc superiore
di circa euro rispetto a quello del
reddito di inclusione. La prestazione
nel % dei casi è erogata ad un italia-
no, nel % ad un extracomunitario (a
giorni si attende il decreto intermini-
steriale che esclude alcuni Paesi dalle
procedure onerose sulla documenta-
zione reddituale da presentare), nel
% ad un cittadino europeo e nell’%
a familiari dei casi precedenti.
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I beneficiari sono mila
Firmato il decreto sui lavori
di pubblica utilità nei Comuni
Gianni Trovati
Q
uasi , miliardi a regime per
i contratti - del
pubblico impiego non erano
un risultato scontato alla vi-
gilia di una manovra stretta fra una crisi
di governo e miliardi di aumenti Iva.
Ma «servono ad archiviare anni di
emergenza per tornare a una fisiologia
triennale - sostiene la ministra della Pa
Fabiana Dadone mentre fa il punto dei
lavori nel cantiere pubblica ammini-
strazione -; e lo stesso obiettivo torna
per graduatorie e reclutamento, e per la
valutazione su cui a novembre presen-
teremo le Linee guida. Perché le rifor-
me non vanno solo approvate, devono
essere attuate». Mentre la manovra a
spingere sul verde, con l’obbligo per le
Pa di dedicare a veicoli ibridi o elettrici
almeno il % degli acquisti e dei no-
leggi, e risparmia milioni sui con-
trolli anti-assenteismo archiviando
l’idea delle impronte digitali per punta-
re sulla videosorveglianza.
Il contratto è in cima alle attenzio-
ni dei milioni di dipendenti pubbli-
ci. Che effetti si devono aspettare in
busta paga?
Con le risorse in manovra abbiamo
un recupero di potere d’acquisto di
circa il ,%, ben superiore all’Ipca
(l’indice dei prezzi al consumo di rife-
rimento per i contratti Pa). Il rinnovo
dovrebbe andare oltre i euro lordi
mensili nella media tra Stato e auto-
nomie. Ma le cifre sono soprattutto
una base di partenza per una valoriz-
zazione delle risorse della Pa.
Per arrivarci bisognerebbe però
mettere mano davvero ai sistemi di
valutazione del personale, di cui si
parla da anni senza risultati.
Anche per questo le riforme vanno at-
tuate. Per la prima volta stiamo per
mettere a punto le linee guida che con-
sentiranno anche di applicare davvero
il principio di partecipazione dei citta-
dini alla valutazione delle performan-
ce. In legge di bilancio, poi, stiamo vin-
colando agli obiettivi raggiunti parte
della retribuzione di risultato dei diri-
genti responsabili della transizione di-
gitale. E a breve convocheremo un ta-
volo per affrontare i temi dell’oggettivi-
tà e trasparenza della valutazione.
Su Pa e pubblico impiego c’è in
Parlamento un pacchetto di deleghe
avviate dal governo Conte-. Pensate
di portarle avanti o cestinarle?
Ascolteremo il Parlamento. Non lo di-
co in modo formale ma per convinzio-
ne, perché ho lavorato in Parlamento
sia all’opposizione sia in maggioranza
e sono convinta che bisogna far tesoro
di audizioni ed esame in commissio-
ne. Su questa base si vedrà come ri-
pensare i contenuti delle deleghe, ad
esempio per la necessità di rivedere gli
ordinamenti professionali e proietta-
re nella Pa le innovazioni della società.
Ma c’è da migliorare anche la mobilità
e, giusto per citare un altro principio,
da rafforzare la separazione tra vertice
politico e amministrativo.
Regioni ed enti locali aspettano le
regole per archiviare il turn over, pro-
messe dal decreto crescita. A che
punto siamo?
Sono fiduciosa di arrivarci entro no-
vembre, stiamo mettendo la massima
attenzione per bilanciare al meglio i
due parametri della capacità finanzia-
ria e del numero di abitanti che dovran-
no guidare le possibilità di assunzione.
Oltre alla quantità, però, è impor-
tante la qualità delle assunzioni, so-
prattutto per i profili tecnici più stra-
tegici. Come si fa a rendere attrattiva
la Pa per i giovani più qualificati?
Con reclutamenti al passo con i tempi,
i cui criteri riconoscano i nuovi profili di
cui le amministrazioni non può fare più
a meno. E poi con progressioni di car-
riera e riconoscimenti che spingano i
giovani a vedere nella Pa non l’ultima
spiaggia, ma la prima opzione. E, anco-
ra una volta, attuando le riforme. Per
questo vogliamo partire davvero con il
portale nazionale dei concorsi, anch’es-
so promesso da anni: contiamo di arri-
varci in tempi non lunghi.
Ma una nuova proroga delle gra-
duatorie, come quella appena appro-
vata nel decreto sulle crisi aziendali,
non è contraddittoria con questo ten-
tativo di innovare?
È un’ultima proroga limitata nel tem-
po, un bilanciamento ragionevole tra
le giuste istanze degli idonei e la ne-
cessità di tornare presto a un ritmo
fisiologico di concorsi con graduato-
rie triennali. Alla stessa ricerca di
equilibrio risponde la previsione, che
sarà inserita in manovra, di uno scor-
rimento, per un ulteriore % dei po-
sti banditi, per le graduatorie appro-
vate nel , sempre entro il limite
triennale di validità. Non bisogna di-
menticare che queste mosse ci per-
mettono anche di far fronte rapida-
mente all’emergenza di «quota ».
Ma in effetti, abbiamo visto che le gra-
duatorie da cui si attinge mediamen-
te di più sono quelle più recenti.
Tra gli altri temi eterni nella Pa
c’è lo status dei dirigenti. L’ultimo
contratto ha ribadito il diritto all’in-
carico. Ma la riforma della dirigenza
è da anni un’incompiuta. Pensate di
intervenire?
Parliamoci chiaro. Per i dirigenti man-
ca una carriera: non esiste un sistema
come quello dei prefetti o dei magi-
strati. Servirebbe un percorso con una
maggiore progressione basata sul me-
rito e sulla legalità. Non intendo dire
che bisogna togliere di mezzo la con-
trattualizzazione. Ma accanto alle re-
sponsabilità bisogna dare ai giovani
dirigenti uno stimolo, temi su cui ab-
biamo una riflessione aperta.
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A novembre i decreti per
superare il turn over
negli enti locali e le linee
guida per la valutazione
Fabiana Dadone
MINISTRA PA
L’INTERVISTA
Fabiana Dadone. Ministra della pubblica amministrazione
Dadone (Pa): «Nel contratto
aumenti medi oltre i 96 euro»
La risposta italiana alla Ue:
flessibilità e deficit in regola
Oggi la lettera. Conte: «Daremo a Bruxelles tutti gli elementi, non siamo preoccupati
Nessuna marcia indietro sulla manovra». Moscovici: non chiediamo correzioni
Gianni Trovati
ROMA
L’aumento del deficit strutturale pre-
visto dal progetto di bilancio italiano
viaggia intorno allo ,% del Pil, ma
potrebbe essere cancellato dalla ri-
chiesta di flessibilità da due decimali
di Pil di cui la Commissione ha «preso
atto» senza chiudere la porta. In que-
st’ottica, con i conti definitivi la linea
del saldo strutturale potrebbe rivelar-
si piatta o in leggero miglioramento,
all’interno di un bilancio che prova a
riavviare un percorso «credibile» di
riduzione del debito. E che sul terreno
delle coperture è «prudente» perché
si ancora alla parte bassa della for-
chetta sulle stime di gettito, in parti-
colare nelle misure antievasione.
Balleranno com’è inevitabile sui de-
cimali gli argomenti che il ministro del-
l’Economia Roberto Gualtieri invierà
oggi a Bruxelles in risposta alla richiesta
di chiarimenti arrivata ieri mattina dalla
Commissione. Ma sarà soprattutto l’im-
postazione politica a determinare il ri-
sultato di questo confronto, con la vo-
lontà ribadita di costruire un «dialogo
costruttivo» con la Commissione, tanto
più alla vigilia di una proposta di revisio-
ne del Patto di stabilità per arrivare a
un’impostazione delle regole fiscali un
po’ più attenta alla crescita. Tanto che la
stessa lettera Ue cita le riflessioni del-
l’Eurogruppo di Helsinki sulla necessità
di un’impostazione fiscale più espansi-
va. Il risultato non sarà quindi la richiesta
di ripensare la manovra, esclusa espres-
samente ieri anche dal commissario agli
Affari economici Pierre Moscovici. «For-
niremo tutti i chiarimenti, non siamo
preoccupati», spiega il premier Conte
che rivendica di non aver fatto «nessun
passo indietro» sulla manovra nel con-
fronto della maggioranza. E il titolare dei
conti Gualtieri, nella riunione serale con
i gruppi parlamentari del Pd, chiede al
Parlamento responsabilità perché i
margini per modifiche sono stretti.
A profilarsi è un confronto sui nu-
meri, come quello che l’Esecutivo co-
munitario ha avviato anche con Belgio,
Finlandia, Francia, Portogallo e Spa-
gna, destinato con ogni probabilità a
sfociare al massimo in una sospensio-
ne del giudizio fino a primavera. Il tono
della paginetta arrivata da Bruxelles è
del resto molto diverso dalle “letterine”
piovute l’anno scorso sul governo gial-
loverde. E avvia quel «dialogo ordina-
rio» che è nelle attese di Gualtieri indi-
cate la settimana scorsa nell’intervista
a questo giornale. L’impostazione eu-
ropeista del Conte- aiuta a evitare di
infiammare di nuovo il clima intorno a
conti italiani che continuano a essere
schiacciati dal problema del debito
pubblico, i cui obiettivi di riduzione non
rispettano per l’ennesima volta le rego-
la Ue. Ma è anche un fatto di numeri.
Dodici mesi fa la Nadef festeggiata
dalla delegazione a Cinque Stelle sul
balcone di Palazzo Chigi proponeva
quasi miliardi di deficit nominale
aggiuntivo rispetto al tendenziale, e
aumentava di oltre miliardi rispetto
all’anno prima l’indebitamento strut-
turale, cioè il saldo al netto di una tan-
tum ed effetti del ciclo su cui si fondano
le regole fiscali europee. Di qui la «de-
viazione senza precedenti» di cui la
Commissione accusava Roma. Il pro-
gramma fa crescere di miliardi
il deficit nominale rispetto ai vecchi
piani fondati sui maxiaumenti Iva, ma
in termini strutturali il peggioramento
è intorno ai due miliardi. Con la flessi-
bilità chiesta dall’Italia, si arriverebbe
a un miglioramento del saldo struttu-
rale di un decimale di Pil, cioè lo ,% in
meno rispetto allo ,% (quasi mi-
liardi) di aggiustamento strutturale
chiesto dalle regole Ue: giusto quanto
basta per evitare che la deviazione sia
«significativa» e quindi sanzionabile.
Non solo: la lettera di ieri concorda
sui conti italiani anche dopo i «rical-
coli» effettuati dai tecnici della Com-
missione, mentre nell’autunno scor-
so il confronto con la Ue era sfociato in
fretta in accuse di svarioni tecnici.
Ma questo non vuol dire che il pas-
saggio sia banale. Anche perché i conti
italiani non rispettano nemmeno la re-
gola della spesa, proponendo per le
uscite primarie un aumento dell’,%
invece di una riduzione di almeno lo
,%. Segno che su coperture e assetto
della spesa c’è ancora da lavorare, e che
il governo dovrà chiudere in fretta la sta-
gione dei vertici più o meno notturni per
passare alla chiusura dei testi che sup-
portano i conti presentati a Bruxelles.
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Oggi la risposta a
Bruxelles. Il
ministro
dell’Economia
Roberto Gualtieri
FOTOGRAMMA
IL VALORE
482 €
Importo medio erogato
L’importo medio mensile erogato
è di 482 euro, che diventano 520
euro in media per il reddito di
cittadinanza e 215 euro per la
pensione di cittadinanza. Sui
943mila nuclei percettori il 68% ha
riconosciuto un importo inferiore
a 600 euro e l’1% superiore a 1.
euro. La classe modale è dei nuclei
con un solo componente.
MANOVRA
2020
Il Documento
programmatico di
bilancio 2020 è
stato inviato a
Bruxelles la
scorsa settimana.
Ieri la lettera della
Commissinoe Ue
al governo
con la richiesta di
chiarimenti sui
conti italiani
IMAGOECONOMICA
Stime «pru-
denti» sulle
coperture.
Con lo
sconto da
0,2% sugli
investimen-
ti si evita la
deviazione
«significa-
tiva» sopra
lo 0,5%
ª