la Repubblica - 22.10.2019

(Brent) #1
di Arturo Zampaglione

new york — Attorno al grande tavo-
lo a ferro di cavallo del consiglio di
sicurezza, dove si decidono questio-
ni di pace e guerra, di sanzioni e ca-
schi blu, solo uno dei 15 ambasciato-
ri ha diritto alla bottiglietta d’acqua
a spese dell’Onu. È il presidente di
turno del consiglio, il sudafricano
Jerry Matthews Matjila: gli altri, a co-
minciare dall’ambasciatrice ameri-
cana Kelly Craft, si devono portare
l’acqua da casa. Intanto le fontane
monumentali attorno al Palazzo di
vetro progettato da Le Corbusier so-
no a secco per non consumare elet-
tricità. E gli uffici amministrativi av-
vertono che non consentiranno più
modifiche all’ultimo minuto nelle
bozze delle risoluzioni. «Non saran-
no ammesse eccezioni»: probabil-
mente anche a costo di ritardare ces-
sazioni di ostilità in Siria, in Libia o
in altre zone incandescenti dove si
concentra l’impegno delle Nazioni

Unite.
Che succede nel Palazzo simbolo
della comunità internazionale? Que-
ste misure di austerità sono state va-
rate dal segretario generale dell’O-
nu, il portoghese António Guterres,
per attenuare l’impatto di quella
che al Palazzo di vetro, con un certo
ottimismo, viene chiamata «crisi di
liquidità». Le casse dell’Organizza-
zione hanno un buco di centinaia di
milioni di dollari, perché alcuni dei
193 paesi membri, come Brasile,
Israele, Iran e soprattutto gli Stati
Uniti, non hanno ancora versato i lo-
ro contributi annuali. Washington,
che è il maggiore contribuente del
Palazzo di vetro, con il 22% del bilan-
cio ordinario (2,87 miliardi di dolla-
ri) e il 28% di quello delle operazioni
di pace, ne è anche il primo debito-
re. E per la Casa Bianca sovranista di
Donald Trump sembra quasi un mo-
tivo di orgoglio il dover ancora versa-
re 674 milioni di dollari per il 2019 e
altri 381 milioni di arretrati.
In attesa del pagamento america-

no e degli altri ritardatari (ma non
dell’Italia, che ha già versato il suo
obolo), l’Onu, cui non è consentito
prendere prestiti o emettere bond,
è costretta a tirare la cinghia. La spe-
ranza? Continuare a pagare gli sti-
pendi ai suoi 37mila dipendenti. Ma
non è sicuro e saranno bloccate an-
che le nuove assunzioni: «A fine me-
se — dice Guterres — raggiungeremo
la punta più profonda del deficit
dell’ultimo decennio». Il segretario
ha mandato a tutti i dirigenti un or-
dine scritto per limitare, dalla setti-
mana scorsa, tutti i viaggi di lavoro
non essenziali. In un memorandum,
che doveva rimanere riservato ma è

finito nelle mani della rivista Forei-
gn Policy, sono state fissate le nuove
regole. I rapporti di Guterres non po-
tranno superare le 8.500 parole per
usare meno carta e meno inchio-
stro. I servizi di traduzione simulta-
nea saranno garantiti a orari fissi,
10-13 e 15-18. Il servizio di sicurezza
non potrà più operare di notte, cioè
nelle ore in cui, in questi 75 anni, so-
no state raggiunte le decisioni più
difficili e importanti. E chiuderà an-
che alle 17, tra la nostalgia generale,
la Delegates Lounge, punto d’incon-
tro, trattative (e bevute) di diploma-
tici, militari, media (e qualche spia).

PATTI MCCONVILLE / ALAMY

Spending review Onu


Basta feste, assunzioni


e dossier troppo lunghi


Le Nazioni Unite stanno finendo i soldi e varano la loro austerity


Ritardi nei versamenti dei contributi da parte di decine di Paesi


La scheda
Le decisioni
di Guterres

hLa “crisi di liquidità”
Così l’ha definita il segretario
generale dell’Onu, António
Guterres. Le casse delle
Nazioni Unite hanno un buco
di centinaia di milioni di dollari
perché alcuni dei 193 Paesi
membri non hanno ancora
versato i loro contributi
annuali. Gli Stati Uniti, ad
esempio, devono ancora
versare i 674 milioni di dollari
relativi al 2019

hViaggi e traduzioni
Per risparmiare: limitati i viaggi
non essenziali, i rapporti non
potranno superare le 8.
parole e traduzioni simultanee
solo a certi orari
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kLe fontane del Palazzo di vetro. Saranno chiuse


pagina. (^14) Mondo Martedì, 22 ottobre 2019

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