Il Sole 24 Ore - 22.10.2019

(Brent) #1

Il Sole 24 Ore Martedì 22 Ottobre 2019 11


Economia & Imprese


Automotive, solo una impresa su quattro è elettrica


COMPONENTISTICA


Nell’ultimo anno la media


di aziende che ha investito


in R&S è scesa dal  al %


L’osservatorio Camera di


commercio di Torino-Anfia


lancia l’allarme sul settore


Filomena Greco


TORINO


Le filiere della componentistica auto


rallentano. Colpa della frenata tede-


sca, dell’accelerazione tecnologica


verso l’e-mobility – che rischia di


mettere ai margini del sistema un


pezzo del Made in Italy – e del calo del


numero di auto prodotte nelle fabbri-


che italiane. Un mix di ragioni che pe-


sano su un settore chiave per la mani-


fattura, con . imprese, un terzo


delle quali concentrate in Piemonte,


. addetti e un giro d’affari a


quota ,miliardi.


La fotografia realizzata dall’Osser-


vatorio sulla componentistica auto-


motive della Camera di commercio di


Torino, in collaborazione con Anfia e


Cami-Università Ca’ Foscari, descrive


un settore che in questi anni «ha fatto


i compiti a casa», ha affiancato al


committente Fca altri car maker –


tanto che la quota di fatturato dipen-
dente da commesse Fiat Chrysler è

scesa dal  al % – e ha mantenuto
alta l’attenzione per i mercati esteri

esportando oltre il % di quanto pro-


dotto. Ma il calo registrato a livello
mondiale nella produzione di auto-

veicoli (, milioni l’anno scorso,


-,%) e la transizione tecnologica ver-
so la mobilità elettrica e ibrida minac-

ciano l’intero comparto, che rischia di


perdere il passo. Secondo la rilevazio-
ne presentata ieri soltanto il % delle

imprese ha partecipato ad almeno un


progetto attinente al Powertrain di
nuova generazione. I componentisti

italiani, dunque, non partono da zero


ma sono in ritardo. «Su settori strate-
gici come quello dell’automotive –

sottolinea Paolo Scudieri, presidente


dell’Anfia, l’Associazione nazionale
filiera industria automobilistica, re-

duce dal tavolo aperto al Mise venerdì


scorso – serve un’azione di sistema


per scongiurare un’ ulteriore frenata


e penalizzazioni dovute al rallenta-
mento dei mercati. L’innovazione re-

sta il tema principale, per questo ab-


biamo chiesto al ministro Patuanelli
misure per sostenere lo shopping tec-

nologico e per eliminare il meccani-


smo del malus a carico di beni su cui
gravano oggi tre tipologie di tasse». La

cura di fronte ad un quadro di questo


genere, dunque, dovrebbe essere le-
gata a una accelerazione degli investi-

menti per agganciare le nuove diret-


trici dell’innovazione tecnologica. E
invece dallo studio emerge esatta-

mente il contrario: nell’arco di un an-


no la media di aziende che ha investito
in ricerca e sviluppo è passata dal  al

%, al % in Piemonte (%). «Il da-


to relativo ai minori investimenti in
R&S ci preoccupa – rileva Vincenzo

Ilotte, presidente della Cdc di Torino


e imprenditore dell’automotive – per-
ché questo è in un settore dove l’inno-

vazione rappresenterà sempre più in


futuro un fattore competitivo irrinun-
ciabile, tra soluzioni . e sviluppo di

nuove motorizzazioni».
Marco Stella, a capo ente del Grup-

po Componenti di Anfia, mette in fila


i dati, a cominciare dalle esportazioni:
se nel  la componentistica italia-

na si è posizionata bene in termini di


export, con un valore di , miliardi,
in crescita del % rispetto al  e e

con un saldo positivo di , miliardi,


nel primo semestre del  il trend si
è invertito. «Il valore delle esportazio-

ni – commenta Stella – è in calo del


,% e anche il surplus commerciale,
pari a , miliardi, risulta in decresci-

ta del ,%». Si tratta di dati, conferma


Stella, «che riflettono gli effetti del ca-
lo della produzione di auto in alcuni

mercati europei. La Germania ad


esempio ha riportato una flessione
del ,% nel semestre». La Germania

è il primo mercato di destinazione


della filiera italiana della componen-
tistica, con , miliardi di esportazioni

nel . Soltanto nel mese di giugno,
il calo è stato del ,%.

Secondo Francesco Zirpoli, diret-


tore scientifico del Cami, «è fonda-
mentale che le imprese della compo-

nentistica italiana si presentino in


maniera coordinata ai grandi player
dell’auto, per conquistare una scala

internazionale». Quanto alle azioni


di sistema a sostegno dell’innovazio-
ne, la chiave, secondo Zirpoli, «è

quella di individuare le eccellenze


tecnologiche italiane, focalizzare i
nuovi driver della mobilità, non limi-

tandosi soltanto al comparto delle


auto elettriche, e sostenere percorsi
pubblico-privati di ricerca e sviluppo

che possano far fare il salto tecnolo-


gico alle filiere».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Settore chiave. La filiera della componentistica auto riunisce 2.200 imprese e occupa 158.700 addetti


49,3 miliardi


La componentistica


Il giro d’affari del Made in


Italy destinato


al settore automotive


37%


Dipendenza da Fca


La quota di fatturato


generata da commesse


da parte di Fiat Chrysler


-2,1%


Export in calo


Nei primi sei mesi dell’anno


iesportazioni e surplus


commerciale in frenata


INNOVAZIONE


Tuc, primo finanziamento


per la piattaforma smart


Un round da  milioni


per la startup di Campana


e Sergio Pininfarina


TORINO


Hanno vinto il premio Mauto “Avv.


Giovanni Agnelli”  per l’inno-


vazione. E hanno appena messo a


segno il primo round di investi-


menti raggiungendo quota mila


euro. Un aumento di capitale soste-


nuto da investitori come Pietro


Croce, founder e ceo di Merope As-


set Management, Dario Tosetti, a


capo di Tosetti Value – family office



  • e Enrico Boglione ceo di Aon Ita-


lia, accanto a esponenti del mondo


dell’automotive come la famiglia


Marsiaj che controlla la torinese Sa-


belt, storica azienda specializzata in


sistemi di sicurezza passiva per au-


to e nella produzione di sedili di alta


gamma. Una conferma dell’interes-


se del mercato verso una start up


che promette di rivoluzionare le


piattaforme produttive dei veicoli


del futuro. TUC.technology, nata


circa un anno fa, è guidata da Ludo-


vico Campana, amministratore e


inventore di TUC, e Sergio Pininfa-


rina, amministratore e business di-


rector. L’azienda ha sviluppato un


sistema modulare, coperto da un


brevetto internazionale, che tra-


sforma il veicolo in una piattaforma


smart, capace di standardizzare e
semplificare i sistemi elettrici, digi-

tali e i fissaggi strutturali delle com-
ponenti in un’unica soluzione, che

permettere l’organizzazione dello


spazio interno in base alle esigenze
del guidatore. La chiave del sistema

è il connettore universale, l’usb del-


la mobilità, che può gestire i diversi
sistemi, dalle sedute, alle dashbo-

ard fino a nuovi componenti smart


pensati per la mobilità e i servizi di
bordo, avvicinando il veicolo allo

smartphone. L’esterno dunque è


realizzato dal costruttore, ma tutto
quello che è interno può essere trat-

tato come un’app fisica o virtuale,


configurabile a scelta dell’utente.
Una eccellenza tecnologica,

esposta nel padiglione italiano al


CES di Las Vegas , su invito del
ministero dello sviluppo economi-

co. «Il nostro prossimo passo –
spiega Ludovico Campana – è chiu-

dere il secondo round di investi-


menti da due milioni, per il quale
stiamo ricevendo diverse manife-

stazioni di interesse da realtà molto


importanti, entro il primo quarter
dell’anno prossimo e arrivare alla

pre-industrializzazione del sistema


TUC entro il ». Il progetto, di-
cono i fondatori, si trova in una fase

molto promettente. «Riscontriamo



  • aggiunge Sergio Pininfarina – un
    interesse da parte dei car maker e da


parte dei nuovi player della mobili-


tà, in relazione alla crescente digi-
talizzazione dell’automotive».

TUC.technology è una tecnologia


che combina in un sistema integra-
to – hardware e software – diffe-

renti tecnologie: un connettore di-


gitale che rappresenta la presa
standard per il fissaggio e la con-

nessione dei componenti interni,


un computer connesso al cloud
(TUC brain) e un network di ali-

mentazione e connessione che crea
un sistema di rete altamente digita-

lizzato, focalizzato sulla user expe-


rience del veicolo. Software di ge-
stione e app rappresentano poi un

vero e proprio telecomando, con la


possibilità per gli utenti di control-
lare la vita a bordo dei veicoli diret-

tamente dallo smartphone.


—F.Gre.


In corsa. Pininfarina e Campana © RIPRODUZIONE RISERVATA


Alimentare, Raytec moltiplica


spazi e capacità produttiva


FOODTECH


Selezione ottica più precisa


con l’intelligenza artificiale


e l’analisi multispettrale


Enrico Netti


Dal nostro inviato


PARMA


Raytec Vision, Pmi leader del control-


lo qualità dei prodotti alimentari ha


inaugurato ieri a Parma il nuovo hea-


dquarter che accoglie uffici, team di


ricerca e sviluppo e aree produttive.


Gli spazi passano così da mila a quasi


mila metri quadri di superficie co-


perta e la capacità produttiva, affidata


a due aziende specializzate nell’as-


semblaggio conto terzi che operano


internamente, cresce da  impianti


l’anno a circa ..


«L’operazione è stata finanziata


completamente con mezzi propri con


l’investimento di  milioni di euro per


la parte immobiliare oltre a , milioni
per attrezzature e l’impiantistica»

spiega Raffaele Pezzoli, ad e fondato-


re con Claudio Quarantelli della Pmi
che in meno di un ventennio si è affer-

mata nelle soluzioni di optical sorting


per l’industria agroalimentare.
Nell’area dell’innovazione la Pmi,

che fa capo al Gruppo Cft, dopo avere re-
alizzato degli impianti che utilizzano la

visione e la selezione con algoritmi ba-


sati sull’intelligenza artificiale al Cibu-
stec che oggi viene inaugurato presenta

la linea Curiosity che utilizza l’analisi


multispettrale del cibo. «Siamo gli unici
con questa tecnologia che è stata svilup-

pata internamente. Ora vengono im-


piegate delle telecamere K e sono in
corso le sperimentazioni con quelle K

in grado di riconoscere la struttura mo-


lecolare dei cibi - continua Pezzoli -. Il
sistema in grado di elaborare miliardi di

immagini all’ora e in un millisecondo


decide se scartare i prodotti fuori stan-
dard con lo “smart jet”, getto d’aria com-

pressa che permette il recupero del pro-
dotto senza danneggiarlo». Nella conti-

nua corsa all’innovazione un prossimo


step è previsto nel  quando si arri-
verà all’analisi iperspettrale.

Le linee per il riconoscimento otti-


co restano in produzione presso le in-
dustrie alimentari una ventina d’anni

e permettono l’aggiornamento delle


parti tecnologiche. Oltre alla precisio-
ne e velocità nella selezione la Pmi la-

vora per ridurre i consumi d’acqua, gli


scarti e gli sprechi.
Nel mondo sono meno di dieci le

aziende che operano in questa parti-


colare nicchia del foodtec. Raytec ha
un giro d’affari di  milioni che nel

 dovrebbero diventare  con


una quota di export di oltre il % in 
mercati e a settembre è stata inaugu-

rata la filiale Usa in California. Gli Sta-


tes si stanno rivelando un importante
mercato: il fatturato  è intorno ai

 milioni che diventeranno  nel .


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© RIPRODUZIONE RISERVATA

PAOLO SCUDIERI
Presidente
dell’Associazione
nazionale filiera
industria
automobilistica
(Anfia)
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