Corriere della Sera La Lettura - 06.10.2019

(Barry) #1

DOMENICA6OTTOBRE2019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 41


Oggetti,tessuti,rocce,frutti,frammenti
urbaniabbandonatiperstradaaVenezia
(suacittàd’origine),nelmercatodiDalstona
Londra(cittàd’adozione)oinPerùeNigeria.
Attingendoallaculturamaterialelocale,le

sculturecreateefotografatedaLorenzo
Vitturi(1980)raccontanomovimentidimerci
epersone,trasformazioni,stratificazioni.
MateriaImpura èalFoamdiAmsterdam,dal
18ottobre.Nonc’èmateria(ecultura)pura.

Impuritàinpurezza

{


Altrialtrove
diSilviaPerfetti

temi trattati da questa tragedia diventi-
cinque secoli fa, sono di un’attualità im-
pressionante: patriarcato, anarchia, ma
soprattutto il fatto di avere per protago-
nista una donna che, per avere la parola
e ottenere ascolto, deve arrivare a farsi
uccidere». Sottolinea Moselli: «Non so-
lo questo... mentrevienecondotta dai
soldati nel luogo dove verrà murata vi-
va, Antigone viene sbeffeggiata, oltrag-
giata!Imaschi la depotenziano attra-
verso l’irrisione:rendendola ridicola,
tolgonovalore a ciò che dice... È la mia
ultima scena ed è la più difficile, perché
subisco violenzaverbale e fisica, ma so-
nocostretta ad accettarla, senza poter
reagire... uncomportamento, da parte
degli uomini neiconfronti delle donne,
purtroppo molto frequente».
Ribattelaregista: «Basti pensarea
comeèstata sbeffeggiata lacapitana
Carola Rackete della SeaWatch che, per
averesfidatocerteregole impostefor-
zando il blocco, fu definita dall’exmini-
stroSalvini “sbruffoncella”. Fu trattata
come una sprovveduta, una figlia di pa-
pà, una ragazzettacon idee strane per la
testa, sminuendone il ruolo. Sefosse
stato uncapitano, sarebbe stato defini-
to“sbruffoncello”?».
Aggiunge l’attrice: «Ci siamo dimen-
ticaticomevenivano schernitelefem-
ministe? Considerate delle pazze isteri-
che,comiche anche per il loro aspetto
esteriore, percome sivestivanooper
quello che urlavano nelle piazze».
RifletteSicignano: «Ilvalorediuna
donna deve dipendere dacome agisce,
se lo facon onestà ecapacità, e non da
come appare.Esobene di non essere
originale se affermo che dobbiamo li-
berarci dallo sguardo maschile, altri-
menti rischiamo direstareingabbiate
incerti schemi».

La tragedia sofoclea, nello spettaco-
lo, siconsuma in un luogo imprecisato:
«Ho ambientato l’azione in un palazzo
bruciato — spiega laregista —, un po-
stoimmaginario devastato, evocativo,
direi quasi simbolico. È difficile, infatti,
schiacciare Sofocle in un’epoca precisa,
mentreèadattoauna molteplicità di
letture, di interpretazioni.Esiccome
Antigone è una profuga, per quanto ri-
guarda icostumi di scena mi sono ispi-
rata al modo divestirsi dei popoli no-
madi».
Una regista milanese e un’attrice bre-
sciana, che provengono entrambe dalla
scuola delTeatrodiGenova,immerse
in unacompagine attoriale interamente
siciliana. «Èvero—conferma Moselli
— io sono una “straniera” nel gruppo di
attori tutti siciliani, maègiustocosì,
perché Antigoneèuna diversa.Aun
certopunto, proprio Creonteledice:
non tivergogni di essere diversa?».
Scherza Sicignano: «Finoaquesto
momento non si sonoverificaticonflit-
ti, perché non solo laregia della mes-
sinscena ma anche la direzione deltea-
tro dovedebutta è tuttafemminile... —
ride —. Quando sono arrivata a Catania,
all’inizio ho avvertito un po’ di diffiden-
za non in quanto donna, bensìcomefo-
restiera, sia pure trattatacon grande ri-
spettodatuttiicollaboratori locali.
Inoltre la Sicilia ha una tradizione di so-
cietà patriarcaleeuna donna che rag-
giunge una posizione di poteresuscita
qualche sospetto,comporta qualche
pregiudizio.Però,non solo in Sicilia,
ovunque siamo più giudicate dagli uo-
mini e un nostro passo falso lo paghia-
mo molto di più. Tuttavia, diffidenze e
sospetti ormai sono spariti. Mi sono
conquistata il mio ruolo lavorando so-
do e adesso si è creata una straordinaria
convergenza, lavoriamo in unafelice
consonanza». Interviene l’attrice: «Pos-
so aggiungereunacosa?Perincarnare
Antigone mi trovo molto meglio a esse-
rediretta da unaregista.Un regista uo-
moconosce meno l’universofemmini-
le, è più limitato e andrebbe avanti per
stereotipi. Con Laura, invece, checono-
sce tutte le dinamiche interne della psi-
cologiafemminile,c’è perfetta sintonia
e ciò aiuta ad andare più in profondità».
Conclude laregista: «Spero che sare-
mo in grado di suscitarenel pubblico
delle riflessioni. Cosa vuol direessere
ribelli oggi?».
©RIPRODUZIONERISERVATA

Musica Clara Wieck, Fanny Mendelssohnelealtre, un libro rivalutaitalenti emarginati da un mondo maschile


Compositrici,controtutto etutti


di GIANMARIOBENZING

«S


e nel titolo noncomparisse il nome di una
compositrice, nonverrebbe mai da pensare
che questo Concerto sia stato scritto da una
donna». Sembra uncomplimento ma non
lo è affatto. Ilretropensiero sessista vi tra-
spare lampante. Si sta parlando del Concerto per pianoforte
op. 7 di Clara Wieck,celebratissima virtuosa e futura moglie
diRobert Schumann; a scrivere è il criticoFerdinand Becker,
sullecolonne dell’autorevole «Neue Zeitschrift für Musik».
Gentileconcessione davvero, lodare un’opera d’arte sorpren-
dendosi però ch’essa sia prodotta da una creatura chiaramen-
te reputata inadatta, se non inferiore. E questa è solo una
delle milletestimonianze che, nel nuovo volume Notedal
silenzio di Anna Beer,costellano le biografie diottodonne-
compositrici, spigolate nelcorso della storia.Una carrellata
di ritratti che insieme tratteggia l’evoluzione delle modalità,
degli escamotage e delle sofferenzecon cui, dal Seicento a
oggi, donne di alto ingegno e notevole personalità hanno
lottato perconquistarsi uno spazio: non semplicementeco-
me musiciste, macomecompositrici.
Allecantanti, in genere alle interpreti, la società musicale
maschiocratica ha sempreconsesso libertà d’azione e applau-
si. Ma esserecompositrice è un’altracosa. Apriti cielo.Per
secoli, questo ruolo (considerato socialmente sconveniente,
moralmente sospetto, inconcepibile per natura...) viene in-
terdetto alle donne: nel quadro di una globale sottomissione
e per la preventiva sottovalutazione di una potenzialità creati-
va(se mai,concessa al solo, «tipico» intuitofemminile,con-
trapposto ai frutti del «vero» studio) che di fatto pone la don-
na in una pericolosa posizione di autorevolezza.
Dai ritratti di questovolume traspare una storia della musi-
caparallela. Beninteso: non tutte le artiste ritratte sono
«grandicompositrici dimenticate»,come purerecita il sotto-
titolo. Clara Wieck, di cui quest’anno sicelebra il bicentena-
rio della nascita, è oggi protagonista di un saldo, meritato
revival e figura nelle stagioniconcertistiche di maggior pre-
stigio mondiale. Il punto è un altro. Questa è la storia di un
riscatto che ancor oggi non ha trovatocompimento definiti-
vo. Il libro si leggecosì,con il taglio del racconto: non è un
saggio musicologico (anzi, tra citazioni senzafonte o tratte da
enciclopedie, musicalmente ha le sue fragilità). Ma è lettura
piacevole, specie per iltono narrativo scelto: potevaessere un
lungo cahierdedoléances e invece rileva, in positivo econ

passione, ilvalore, ilcoraggio e i successi di queste donne,
così che battaglie e lacrime suonino di incoraggiamento an-
che per le ragazze di oggi (quanto di monito per gli uomini).
«Ogni donnacompositrice sapeva che il suo lavoro sarebbe
sempre stato visto in rapporto al suo sesso o, meglio, a quan-
tola società credeva che il suo sessofossecapace di raggiun-
gere», scrive Anna Beer. Su questa traccia si allineano percor-
si artistici e umani avvincenti. Seguiamo, ad esempio, l’abilità
di Francesca Caccini (1587-1641) nel destreggiarsi fra ilcon-
trollo del padrecompositore, gli intrighi e gli obblighi alla
corte dei Medici; o latenacia di Lili Boulanger (1893-1918)
nell’imporsi, pur fragile e malata, studi massacranti per par-
tecipare al Prix deRome, il più ambitoconcorso dicomposi-
zione. NellaVe rsailles di Luigi XIV, lefortune di Elisabeth
Jacquet De La Guerre, autrice di opere ecantate sacre, e perfi-
no di Piècesdeclavecin , dipendono dalle favorite delre; Bar-
baraStrozzi (1619-1677) si fa largo nella «dimensione erotica
della vita pubblica e della moda diVe nezia»,cercando rivalsa
e identità nella speciale cura editoriale dei suoi madrigali
(«La prima opera che,come donna, troppo arditamente man-
do in luce»). Splende a Vienna Marianna Martines (1744-
1812), pupilla di Metastasio, prima donna nominata «Accade-
mica filarmonica onoraria» a Bologna (nel 1773, tre anni do-
po Mozart), nonostante un particolare pudore la trattenga
modestamente nell’alveo dorato delloStile Galante.
Piùcomplessa l’«emersione» diFanny (1805-1847), sorella
diFelix Mendelssohn, avvinta al fratello da un sentimento
totalizzante di stima, amore e dipendenza. A lei è lecitocom-
porre, ma non pubblicare.Stretta in un ideale difemminilità
domestica,coniugale e materna, arriverà a dare alle stampe i
suoi Lieder op. 1 solo nel 1846, a pochi mesi dalla morte, su-
perando l’odiosacontrarietà del fratello («Non ha lavocazio-
ne per essere un autore. È troppo Frau ,com’è giusto che sia,
cresce Sebastian (il figlio, ndr ) e si occupa dellacasa»). Non
così Schumann. Nel suo amore smisurato, incoraggia Clara
con ardoretoccante: «Pubblicheremo anche lavoricon i nomi
di entrambi. I posteri dovranno pensare a noicome a un solo
cuore e una sola anima, senza saper direcosa è tuo ecosa è
mio». Inrealtà, la priorità del geniocompositivo, incasa, è
solo sua. A lui, Clara sacrifica quasi tutto. Non la propriafor-
za, però,costante nella dedizione, nellafemminilitàcome
nell’arte: «Sono una ragazza, dentro questa miacorazza».
©RIPRODUZIONERISERVATA

ANNABEER


Notedalsilenzio.
Legrandicompositrici
dimenticate
dellamusicaclassica
TraduzionediLeonardo
MarcelloPignataro
EDT
Pagine294, e 26

L’autrice
AnnaBeer(Londra,1964)è
storicadellacultura, visiting
fellow allaUniversityof
Oxford.Hapubblicatole
biografiedidiversi
personaggistorici: Bess.The
LifeofLadyRalegh,WifetoSir
Walter (Constable,2004),
Milton.Poet,Pamphleteerand
Patriot (Bloomsbury,2008)
e PatriotorTraitor.TheLife
andDeathofSirWalter
Ralegh (Oneworld,2018).
Notedalsilenzio èuscitonel
RegnoUnitonel2016

i

Free download pdf